Udinese – Atalanta 2-3 (1-1)UDINESE (3-5-2):
Musso 7; Troost-Ekong 5,5 (21′ st Becao 5), Nuytinck 6,5, Samir 6,5; Stryger Larsen 6 (36′ st Ter Avest sv), Walace 6, Jajalo 6 (36′ st Nestorovski sv), Fofana 7, Sema 6,5 (21′ st Zeegelaar 6); Teodorczyk 5,5 (26′ st Okaka 5), Lasagna 6,5. A disp.: 27 Perisan, 88 Nicolas, 63 Mazzolo, 87 De Maio, 61 Ballarini, 64 Palumbo. All.: Gotti 6,5.
ATALANTA (3-4-2-1): Gollini 6; Toloi 6, Caldara 6, Djimsiti 5,5 (1′ st Palomino 6); Hateboer 5,5 (14′ st Gosens 6), Pasalic 6 (14′ st De Roon 6,5), Freuler 6,5, Castagne 6; Malinovskyi 6 (7′ st Muriel 8), Gomez 7 (35′ st Ilicic sv); D. Zapata 7. A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 4 Sutalo, 7 Czyborra, 22 Bellanova, 5 Tameze, 90 Colley. All.: Gasperini 6,5.
Arbitro: Di Bello di Brindisi 6 (Di Vuolo di Castellammare di Stabia, Di Iorio del Verbano-Cusio-Ossola; IV Aureliano di Bologna. Var Chiffi di Padova, AVar Tolfo di Pordenone).
RETI: 8′ D. Zapata (A), 31′ pt Lasagna (U), 25′ e 34′ st Muriel (A), 42′ st Lasagna (U).
Note: ammoniti Malinovskyi, Becao, Caldara e Zeegelaar per gioco scorretto. Occasioni 8-12, nello specchio 4-11. Var: 3. Corner 0-10, recupero 0′ e 4′.
Udine – Quando Zapata e un doppio Muriel (punizione fantastica e bomba da fuori euclidea) vedono bianconero, addio. La spietata legge degli ex, stavolta, è stata più forte di tecnica, tattica e corsa, con buona pace degli zemaniani stupiti che a Bergamo e dintorni si continui soltanto a stantuffare da maratoneti. Innanzitutto, diamo i numeri. 80 gol tondi tondi in A: altro record superato, ma quelli ormai non si contano più. Un turnover mirato, un avvio un po’ così e il ritorno del primo tempo del nemico alla Dacia Arena non hanno comunque il potere di frenare la marcia dell’Atalanta, salita sull’ottovolante dei bottini pieni consecutivi (Champions compresa; mai successo in 113 anni di storia) di cui un bel sestetto in serie in campionato. Una minima fase di studio, un mini pericolo scampato allo start e anche l’Udinese deve inchinarsi nonostante il pareggio temporaneamente raggiunto oltre la mezzora e il ritorno di fiamma nel finale (3-2).
Tra i nerazzurri, rispetto al big match vinto in rimonta con la Lazio, fuori due reduci da gol pesanti come Palomino e Gosens più De Roon e nuovamente Ilicic per confermare Malinovskyi; dentro Caldara, Pasalic al rientro dalla squalifica (come il Gasp) e Castagne. Di qua niente Okaka, illusorio apripista bianconero del settebello sporco sulla gobba il 27 ottobre scorso al Gewiss Stadium. Fofana al 6′ dà la sveglia al match e agli ospiti involandosi sugli sviluppi della giocata di Samir per impegnare Gollini da posizione abbastanza defilata; nel giro di lancetta successivo il collega Musso deve abbassare la saracinesca sulla stoccata improvvisa dell’ucraino e quindi alzare in corner un altro mancino, quello del Papu, appoggiato da Zapata. Altri sessanta secondi e a parti invertite, leggi scavetto dalla trequarti del capitano argentino con stop e radente del colombiano evitando il ritorno di Troost-Ekong, ed è vantaggio. I bergamaschi in maglia verde fanno giropalla senza fretta contro le barricate altrui rischiando al 26′, ma la botta dritta di Lasagna, imbeccato da Teodorczyk in asse con Walace dopo una palla persa di Pasalic, è in offside. C’è tempo per lo scambio di posizioni sulla trequarti e pure per l’infilata di corridoio di Ruslan per Freuler anticipato secco dall’uscita dell’oriundo avversario, chiamato al tuffo basso (Nuytinck allontana) al 29′ dal tutto-sinistro ex Genk che ci riprova dalla lunga. Due minutini ed ecco la beffa del pari, con Lasagna a spuntare alle spalle di Djimsiti sul lancio dalla trequarti difensiva sinistra di Fofana: il rasoterra non dà scampo al portiere atalantino.
A dieci dalla pausa ancora Malinovskyi si fa dire di no da Musso con la bomba a scendere e il pallino sembra tornato dalla parte giusta, eppure la strizza rimane: il botta e risposta al 39′ è aperto dall’assolo dell’assistman dell’1-1 per il pallonetto mancino dell’autore del pari alto di poco, mentre di là il tiro di Gomez è sporcato da Nuytinck e deviato dall’uomo in guanti per il terzo corner. Malinovskyi, diffidato, becca il giallo per una scivolata proprio su Lasagna. Al 41′ il silent check nega la carica di Samir su Duvan (braccia sulla schiena nette). Nella ripresa c’è Palomino per Djimsiti. Al 4′ una mezza chance per fronte: Malinovsky dal fondo chiama l’inserimento di Pasalic smorzato dalla difesa, Fofana calcia alto sull’onda lunga di un piazzato dall’out sinistro di Sema. Che al 6′ coglie Walace entro il lato destro dell’area: conclusione di prima violenta ma larga. Tocca a Muriel per Malinovskyi, ma che fifa blu sull’uomo di prima, favorito nel radente (blocca il Gollo) dal suo laterale sinistro velato da Lasagna con Hateboer a viole. Al 13′ mancino di Freuler centrale su sponda di Castagne, servito da destra da Duvan dopo uno scambio con Pasalic; quindi Gasperini cambia tutto il centrodestra a tiro della virata sul lato in difesa di Caldara e Toloi con sequela del tucumano da perno. Al 24′ Musso risponde a Muriel, anche se è questione di poco, con la maledetta a giro alla Pirlo per punire il fallo di Becao sul Papu. La barriera dell’Udin è scavalcata, quella della divisione della posta in palio idem. E il match winner per poco non dice trentatré di controbalzo, perché l’ultimo baluardo gliela toglie dal sette, ma basta un altro giro di lancetta con apertura di Gomez e il piattone dai venticinque metri nell’angoletto è cosa fatta. L’ex carpigiano firma di fronte piena il 2-3 della bandiera incocciando splendidamente il traversone di Zeegelaar, tanto per regalare un minimo di trhilling. Insomma, alla fin fine il problema è sempre dietro, dove le amnesie si sprecano. Giovedì alle 19.30 l’ospite è il Napoli, alzi la mano a chi fa paura. Più 9 sulla Roma quinta; è ora di guardare al podio e all’Inter…
Simone Fornoni