Dublino, Dublino, Dublino tre volte come i gol che l’Atalanta ha inflitto all’Olympique e che esprime, senza ombra di dubbio, la differenza di valori calcistici. Da una finale all’altra un mese di maggio dolcissimo e beneagurante. E non è finita qui perché, in questo momento, diventa perfino complicato accontentarsi. Ma di cosa? Di due finali certe e di altri traguardi prestigiosi, a cominciare da domenica sera quando arriva a Bergamo la Roma. Insomma il triplete di marca atalantina non è un’utopia. Prima Lookman, poi Ruggeri, quindi nei secondi finali Touré. E l’OM? Forte a Marsiglia, pallido e debole avversario lontano dal Vélodrome. Alla fine di un altro capolavoro calcistico tutto lo stadio cantava: “Andiamo a Dublino olè” . C’è tanto da aggiungere alla serata trionfale. Un’Atalanta strepitosa, degna dell’Europa, che ha saputo confezionare un’altra delle partite magiche a cui l’era Gasperini ci sta abituando. E il principale protagonista di questo spettacolare successo è stato proprio l’allenatore nerazzurro. Infatti ha stupito tutti con una formazione d’attacco, individuando il lato debole dell’OM. Lookman con Scamacca e De Ketelaere per scardinare il prevedibile assetto difensivo dei francesi, quindi Koopmeiners a centrocampo, e De Roon nel braccetto di destra mentre Scalvini si è accomodato in panchina. Mossa più strategica che tattica perché in mezzo al campo Koopmeiners costringeva Kondogbia a rincorrerlo aprendo così praterie infinite dove un magistrale De Ketelaere, il migliore in campo senza dubbio, annientava con il suo magico tocco di palla la difesa avversaria e anche Lookman larghissimo a sinistra costringeva, tanto per cambiare, Mbemba a giocare quasi fuori zona con Scamacca meno bomber ma più regista del gioco d’attacco. A tutto questo ben di dio si aggiungevano gli inserimenti di Zappacosta e di Ruggeri, poi Hien e Djimsiti giocavano sempre d’anticipo permettendo a De Roon di presidiare quel pezzo di terra a destra ma anche di chiudere alle spalle di Ederson. L’Atalanta macinava azioni su azioni, subito con CDK che costringeva Pau Lopez a sfiorare il pallone sul palo. Il gol era decisamente nell’aria ma non arrivava un po’ per imprecisione, un altro po’ per frenesia. E dopo il palo di Scamacca con l’immediato colpo di testa di CDK sventato da Pau Lopez finalmente il gol: De Ketelaere, nella posizione di trequartista, lanciava Lookman: l’undici nerazzurro bruciava Mbemba, s’accentrava e colpiva Pau Lopez anche per la deviazione di Gigot che, in precedenza, aveva già salvato la sua porta. Da annotare anche una lunga galoppata di Zappacosta che ha illuso se stesso e tutti noi perché poteva raddoppiare, invece ha calciato fuori. Facendo i conti del primo tempo, troppo poco un gol di vantaggio. E Musso ha fatto da spettatore per tutta la partita. Comunque nel secondo tempo non ci sono state varianti. Certo un pallonetto di Ndaye, nato da un errore, l’unico peraltro, di Djimsiti, ha messo i brividi a tutti. Non c’è stato il tempo per un eventuale ma impossibile campanello d’allarme che Ruggeri ha siglato il raddoppio, dopo un scambio al bacio con Lookman. Era il settimo minuto della ripresa. Non c’è stata la reazione dell’OM mentre l’Atalanta ha controllato per il resto del tempo la partita. Anche con cambi efficaci. Sono entrati Pasalic, Scalvini, Miranchuk, Hateboer e Touré che, all’ultimo secondo, ha arrotondato il risultato con la rete del 3-0.
Giacomo Mayer