Appuntamento all’Olimpico mercoledi 15 maggio. L’Atalanta sgretola la Fiorentina (4-1) al termine di una partita che è stata una battaglia infinita e risolta proprio quando albeggiavano i supplementari . Sì, lotta dura senza paura dal primo minuto al novantacinquesimo e forse ancora di più e in questo lungo lasso di tempo è successo di tutto. La Dea va a Roma trasportata da Gianlucca Scamacca, protagonista assoluto con due splendidi gol, uno annullato giustamente (fallo di Koopmeiners su Beltran) ma l’esecuzione è stata di una potenza assoluta, un tiro che ha schiantato Terracciano, quindi assist a go e go per non farsi mancare nulla un’ammonizione, inutile fallo su Gonzalez, che lo costringe a saltare la finale. Poi gli altri tre: quello di Koopmeiners dopo solo otto minuti, quello di Lookman e infine quello di Pasalic che ha arricchito a dismisura il punteggio nei secondi finali. Eppure non è stata una partita agevole perché la Fiorentina ha costretto i nerazzurri ad un atteggiamento guardingo e attento, soprattutto a non farsi sorprendere dai movimenti dei viola. Italiano ha deciso di continuare sulla strada intrapresa nella partita d’andata con l’inconsueto ma efficace 4-1-4-1 così da privare nel gioco un centrocampista atalantino, De Roon a guardia di Beltran, quindi Ederson su Bonaventura e Koopmeiners addosso a Mandragora, spesso in difficoltà, viola con difesa alta e con squadra corta e stretta. Stavolta però la Dea ha dimostrato di aver imparato la lezione: Scamacca ha retto il duello, sempre a centrocampo, tanto per dire, con Milenkovic e si è messo a servire i compagni, soprattutto De Ketelaere ma anche Koopmeiners sventrando la difesa viola. E proprio in questo modo, dopo solo sette minuti, ecco il gol di Koop che anticipa Mandragora e infila Terracciano. Ristabilita la parità, è cominciata la fase dura della partita con interruzioni e un certo numero di sceneggiate da parte dei giocatori fiorentini ma anche con duelli e scontri, vinti un po’ dai nostri un po’ dagli avversari. E allora la pratica non era giochismo fino a se stesso bensì costringere la difesa viola a indietreggiare e a lasciare ampi varchi ai nerazzurri. Così dopo il gol di Koopmeiners, la “bomba” di Scamacca, la fuga di De Ketelaere con conclusione a fil di palo, e un’occasione sprecata male da Ruggeri mentre Carnesecchi ha effettuato una sola vera parata, subito all’inizio del secondo tempo su cross di Zappacosta, Ruggeri ha l’occasione del 2-0 mail colpo di testa non va a buon fine. Eppure non è stato semplice e solo il logoramento ai fianchi della Fiorentina l’Atalanta poteva prevalere, poi l’espulsione di Milenkovic, fallo da ultimo uomo su Scamacca, all’8’ della ripresa, ha cambiato nuovamente l’andamento della partita: Atalanta di fronte al 5-3-1 delle Fiorentina rafforzata in difesa da Quarta al posto di Belotti, le difficoltà aumentavano, mancava il grimaldello che scardinasse il bunker. Ad un certo punto Ederson perdeva un pallone, partiva Kouamè, fallo di Hien. Sulla punizione di Biraghi, in mischia Quarta anticipava tutti, Hien in particolare, e di testa infilava Carnesecchi. Addio sogni di gloria. Gritti, in panchina al posto dello squalificato Gasperini, spediva in campo Lookman, Miranchuk e poi Pasalic al posto di Kolasinac, Zappacosta e Ederson. Ci pensava Scamacca, spettacolare rovesciata su assist di testa di CDK, a riportare i nerazzurri in vantaggio. Le offensive aumentavano ma Terracciano resisteva, anzi la Fiorentina cercava addirittura il contropiede, così toccava a Lookman, nell’ultimo dei cinque di recupero, sfruttare un assist del solito Scamacca e segnare il 3-1. L’assistente Gallattini segnalava il fuorigioco, minuti di ansia totale con il Var al lavoro. Gol convalidato, La Penna, ottimo arbitraggio, allungava tanto per permettere a Pasalic di realizzare il 4-1 su assist dell’incontenibile Scamacca. Fuochi d’artificio. Si va all’Olimpico e nel prossimo inverno in Arabia Saudita per la Supercoppa. Non ci si accontenta più.
Giacomo Mayer