Ci hanno provato, hanno tentato di tutto di più ma i ventidue tiri complessivi non sono bastati ai giocatori dell’Atalanta per vincere con un Celtic asserragliato davanti a Schmeichel, il migliore in campo degli scozzesi, per quasi tutti i novantaquattro minuti di gioco. Che peccato, perché la vittoria sarebbe stata strameritata e legittimata da una prestazione, ancora una volta, di assoluto livello europeo mentre il Celtic, memore del 7-1 di Dortmund, si è presentato a Bergamo con la chiara intenzione di non ripetere quella sciagurata partita. E quindi se non segni, se ci provi ma manca lo spunto, il tocco da fuoriclasse che facciano la differenza lo zero a zero resta un risultato scontato. C’è una consolazione: tre partite, zero gol subiti. Anche questo è un piccolo record. L’Atalanta ha dominato senza mai lasciare il contropiede ai veloci giapponesi che militano nel Celtic, ha cercato di incartare la difesa avversaria con gli spunti dagli esterni con un Zappacosta lucido, efficace da risultare il migliore in campo per la continuità di cross e di inserimenti. Ecco, appunto gli avvolgimenti con le triangolazioni strette, con i movimenti a liberare un attaccante, o chicchessia, hanno creato occasioni ma in un verso o in un altro Schmeichel si è rivelato insuperabile. Da come attaccava l’Atalanta il gol sembrava imminente con Pasalic il più efficace nell’offesa ma anche a lui è mancato il colpo del kappao. E ci ha provato sia di testa, più volte, che di piede. Quindi si può affermare che sia stata una serata stregata perché è difficile trovare un atalantino che non abbia dato l’anima per vincere. Il Celtic sarà anche una squadra veloce ed agile in attacco ma stavolta non è stata in grado di mostrare agli spettatori le citate virtù. Gasperini recupera Hien e Kolasinac e i due saranno tra i migliori, soprattutto lo svedese che ha annichilito Idah, l’attaccante irlandese dei biancoverdi, schierato a sorpresa da Rodgers. L’Atalanta comincia subito con l’intenzione di schiacciare il Celtic indietro, solo un piccolo spavento per un ‘incursione di Maeda, più svelto di De Roon, ma Ederson spegne le velleità del giapponese. Il Gasp cambia subito le marcatore dei nostri mediani: Ederson si prende cura di Hatate e De Roon passa sul compassato Engels mentre Pasalic costringe Mc Gregor ad indietreggiare e a sistemarsi in difesa. Poi solo Atalanta con Zappacosta che, da sinistra, mette in area cross su cross mentre a destra Bellanova è un po’ troppo timido e non bastano le continue sollecitazioni di Gasperini. Ci prova Retegui e allora la coppia Zappacosta-Lookman cerca di scardinare la difesa e al 18’ Pasalic colpisce in pieno la traversa su uno dei tanti cross di Zappacosta. E’ un monologo calcistico incessante. E allora proviamo ad elencare gli spunti di Zappacosta: mette in mezzo un pallone che Pasalic tutto solo, calcia tra i piedi di Schmeichel, poi dopo una combinazione Bellanova-Retegui sempre lui calcia alto, ancora un cross per Pasalic che di testa spedisce sopra. Poi ci provano anche alcuni suoi compagni sempre di testa: Djimsiti primi e nel finale Retegui e nell’occasione ecco la solita grande parata del danese. Si spera nel secondo tempo. Il copione della partita non cambia: Atalanta avanti, Celtic indietro ma non succede niente e si rende pericoloso una sola volta con Valle, parata di Carnesecchi. Gasperini prova con i cambi: Samardzic e De Ketelaere per Lookman, un po’ troppo fumoso, e Samardzic per un Bellanova troppo timidone. Stavolta i panchinari non fanno la differenza, poi il turno di Cuadrado e di Ruggeri e anche di Zaniolo. Rodgers toglie Idah e inserisce l’agile Furuhashi. Nei minuti finale un paio di punizioni che non sono andate a buon fine. Resta lo zero a zero, resta il rammarico di un successo mancato dopo un dominio assoluto (67% di possesso palla) e di tiri (22).

Giacomo Mayer