Come una perla gettata negli abissi. L’esordio in Champions finisce zero a zero tra Atalanta e Arsenal, un risultato che un buon numero di bergamaschi avrebbe sottoscritto. Invece c’è un colossale rammarico per il rigore fallito da Retegui, peraltro uno dei migliori, che avrebbe portato meritatamente in vantaggio all’inizio del secondo tempo. Invece bisogna consolarsi con un punto e chi festeggia con maggior calore è l’allenatore dell’Arsenal Mikel Arteta perché il suo Arsenal, perfetto nel primo tempo, è scomparso dal campo più trascorreva il secondo tempo. Merito dell’Atalanta, protagonista di un’altra prestazione sublime. E’ mancato solo il gol anche se il colpo del kappao era bello e preparato dal fallo di Partey su Ederson con Turpin che concede il penalty e il Var lo conferma. Dopo aver letto l’elenco delle otto avversarie, abbiamo scritto e detto, tutti quanti, che tre partite sarebbe state proibitive: Real Madrid, Barcellona ed Arsenal e i punti si cercavano con le altre cinque. Invece, ancora una volta, l’Atalanta ha confermato, senza titubanze, il suo valore europeo ed ha costretto i “gunners” a rinunciare alla vittoria, almeno nel secondo tempo. Del resto si ricorda una sola paratona, e decisiva, di Carnesecchi su punizione al curaro di Saka. Nient’altro da parte dell’Arsenal, forse un tiraccio di Martinelli. Al via Gasperini presenta il tridente in attacco (De Ketelaere-Retegui-Lookman) e poi la cosiddetta vecchia guardia, Arteta vuole vincere e propone un 4-1-4-1 che si modifica a seconda delle fase di gioco: propulsivo in fase offensiva, conservativo con due linee di cinque molto strette davanti a Raya per evitare le incursioni dei nerazzurri. E’ una partita a scacchi: pedine che si muovo in sintonia, l’Arsenal molto efficace nelle due fasi e i suoi giocatori non sprecano ma cercano di alzare il tono del gioco con velocità e tocchi raffinati, l’Atalanta, a sua volta, è attentissima, spingendo i suoi nei consueti duelli. I nerazzurri, nella fase d’avvio, hanno compiti precisi: individuare le fonti di gioco dell’Arsenal senza scoprirsi. Retegui, CDK e Lookman svelti a chiudere sulle offensive dell’Arsenal, insomma difensori aggiunti ma non passivi perché pronti a ripartire. Col passare dei minuti sono cominciate le triangolazioni corte partendo dalle zone laterali. Dopo lo spavento sulla punizione di Saka l’Atalanta ha attaccato e si è resa pericolosa con CDK dopo uno scambio con Retegui, imbeccato, a sua volta, da Djimsiti. Il presidio di mezzo ha funzionato per il lavoro certosino ma efficace di Ederson, tra i migliori, e i soliti efficaci rattoppi di De Roon mentre dietro Kolasinac, Djimsiti e Hien erano rocce che nemmeno un martello pneumatico avrebbe sgretolato. Nel secondo l’occasione del rigore: Ederson entra in area da sinistra, Partey lo spinge ma fuori area, poi inciampa su di lui e il nostro va a terra. Turpin decreta il rigore e un paio di minuti dopo il Var (Jerome Brissard e Willy Delajod) lo conferma. Lo batte Retegui, un tiraccio respinto da Raya, poi l’italoargentino ribadisce di testa ma il portiere dell’ Arsenal è un felino e respinge anche quel colpo. L’Atalanta comincia a dominare e attacca con convinzione anche l’ingresso di Cuadrado vivacizza la partita con due tiri a giro che infiammano il popolo bergamasco. Entrambe le occasioni sfumano di poco. Arteta si rende conto che l’Arsenal sta scomparendo inesorabilmente dalla partita e predica la calma. Finisce zero a zero.
Giacomo Mayer