La maledizione del giorno dopo continua. Il Como vince 3-2 e strapazza l’Atalanta senza ritegno. E il bilancio è preoccupante perché sono già tre le sconfitte e ben undici i gol subiti e anche l’esordio di Kossounou non è stato edificante. I nerazzurri giocano diciassette minuti nei quali dominano e costruiscono azioni offensive a vista d’occhio mentre il Como ha un’infinita tremarella. Infatti arriva il gol del vantaggio di Zappacosta, un gran destro da fuori area su respinta di Perrone, che dà l’impressione di essere l’avvio di un dominio assoluto. Invece no e dal gol nerazzurro fino al sesto minuto di recupero a giocare a calcio e a stordire la Dea è il Como di Fabregas. I lariani sono più veloci, hanno fame di gioco e si nota. A centrocampo si muovono in velocità e intelligenza con Sergi Roberto a dettar legge, aiutato da Perrone mentre Nico Paz si muove tra le linee atalantine, crea superiorità ma anche sconforto e difficoltà ai nerazzurri. Pasalic arriva sempre dopo, De Roon fatica a contenere l’argentino. E’ svelto di gioco e di idee e offre almeno un paio di occasioni a Cutrone che non segna solo perché Carnesecchi para di tutto e di più. E poi c’è Strefezza, un rompiscatole per Kolasinac. E l’Atalanta? Dopo le sgommate di Bellanova, a destra, che manda palloni su palloni nell’area avversaria ma Retegui e De Ketelaere non trovano il guizzo vincente, la formazione nerazzurra sembra in completa soggezione di fronte ad un Como sbarazzino ma efficace, seppur sprecone. E allora Carnesecchi merita il premio di migliore in campo per le parate su Cutrone, due volte, e su Sergi Roberto. Intanto in mezzo al campo è evidente la superiorità numerica degli avversari mentre i nostri sembrano sonnambuli, perfino Ederson non riesce a tamponare lo strapotere di Sergi Roberto e compagni. Eppure si va al riposo con un gol di vantaggio. Tutti quanti convinti che, nell’intervallo, Gasperini aggiusti l’assetto tattico della squadra. Entra subito Brescianini al posto di un Pasalic incolore. Sembra che il tempo stringa per il Como ed ecco il pareggio dopo pochi secondi grazie a Strefezza che, su un colpo di tacco di Sergi Roberto, sempre lui, da destra trova il varco per infilare Carnesecchi. E’ un pari meritato. L’uno a uno dura poco perché Nico Paz, da limite, calcia in porta, il tiro non è granché ma la deviazione di Kolasinac è decisiva. E il Como va in vantaggio. Insomma, come si diceva una volta, si balla da tutte le parti. Non è finita perché in contropiede arriva il 3-1 ad opera di Fadera che si fa beffe di De Roon. E’ un colpo micidiale e sono trascorsi solo dodici minuti del secondo tempo. Gasperini prova a buttar dentro Lookman e Cuadrado, poi Samardzic e infine anche Vlahovic, esordio in prima squadra. Non cambia più nulla, anzi Carnesecchi evita il quarto gol con due parate strepitose. Nel sesto minuto di recupero in una mischia Dossena commette fallo su Vlahovic, Tremolada fischia il calcio di rigore, trasformato da Lookman. Infine la maledizione: limitiamoci a quando Giove Pluvio scatena le piogge torrenziali o nevicate storiche. Ecco l’Atalanta, nella sua storia recente, è incappata in due disavventure climatiche che l’hanno danneggiata: il 1 giugno 2003 lo spareggio con la Reggina rinviato pr il diluvio, giocato il giorno dopo i nerazzurri furono sconfitti e tornarono in serie B, l’8 dicembre 2021 Atalanta-Villarreal, ultima partita del girone di Champions, rinviata al giorno dopo causa un’abbondante nevicata, altra sconfitta e la Dea relegata in Europa League. Precedenti nefasti. E’ vero, la partita col Como non era decisiva ma nel frattempo le “star” del campionato vanno al rallentatore, conquistare i tre punti sarebbe stato un toccasana.
Giacomo Mayer