FIRENZE
– Si può rimediare: 1-0 per la Fiorentina, l’Atalanta deve però cambiare perché ancora una volta ha subito i viola disputando una pessima partita. Se il risultato è striminzito per la Fiorentina bisogna ringraziare sentitamente Marco Carnesecchi, assolutamente il migliore in campo per le sue strepitose parate. Il portiere nerazzurro è caduto solo una volta, quando Mandragora, da circa trenta metri, lo ha fulminato con un missile. Incolpevole e salvatore della patria atalantina. Per il resto si è vista in campo solo la formazione viola che ha vinto con uno spirito agonistico insuperabile, giocando dal primo minuto all’ultimo, sempre lottando, sempre cercando di offendere e soprattutto sempre mettendo in soggezione l’Atalanta. Non si era quasi mai vista una squadra in difficoltà e, in modo particolare, incapace di rispondere ai colpi della formazione di Italiano come è successo all’Atalanta. Solo la lontanissima cugina della squadra che ha strapazzato i campioni d’Italia. Succede anche nelle migliori famiglie, comunque il risultato finale magari penalizza la Fiorentina ma concede ampie possibilità ai nerazzurri. A parte il portiere atalantino, difficile individuare un nerazzurro in grado di meritare la sufficienza, forse i difensori, non certo i centrocampisti e i laterali, tanto meno gli attaccanti anche se Scamacca, col suo ingresso in campo nel secondo tempo, ha offerto maggior dinamicità alla fase offensiva dei nostri beniamini. Vediamo un po’ come è andata. Gasperini, squalificato e sostituito da Tullio Gritti, continua con i cambi: Carnesecchi in porta, infortunato Scalvini, ecco Djimsiti in compagnia di Hien e di Kolasinac, laterali Holm e Ruggeri, in mezzo De Roon e Pasalic, Ederson è in diffida, Kopmeiners che avrà sul fianco destro Miranchuk e sul sinistro Lookman. Anche Italiano cambia rispetto alla partita col Milan: davanti a Terracciano i due centrali sono Milenkovic e Ranieri, i due terzini Kayode a destra, Parisi a sinistra, due mediani Mandragora e Bonaventura, sulla trequarti Nico Gonzalez a destra, Kouame a sinistra, Beltran in mezzo, davanti Belotti. Primo tempo non pervenuto da parte dell’Atalanta che ha patito l’offensiva dei viola senza riuscire mai ad impensierire Terracciano, anzi il portiere fiorentina non ha fatto una benché minima parata. Si sapeva della probabile aggressività dei viola, Italiano con le mosse azzeccate, tipo Beltran che costringe De Roon ad operare da difensore aggiunto, ha spinto l’Atalanta a difendersi e a subire soprattutto le incursioni di Bonaventura, che è sfuggito più volte a Pasalic, troppo timido e pasticcione, e di Nico Gonzalez sulla destra, Koopmeiners, stavolta, pallido e senza capacità di ribaltare il gioco dei nerazzurri. Con queste premesse è stata la difesa a mettersi al lavoro e a tamponare le iniziative di Beltran e, appunto, di Nico Gonzalez. Sin che ha potuto Carnesecchi ha evitato che l’Atalanta subisse il kappao. Che invece è arrivato con un gran bolide, da circa 30 metri, di Mandragora. Niente da fare. Nel secondo tempo Gasperini corre ai ripari con l’ingresso in campo di Scamacca e di Ederson, l’Atalanta sembra finalmente più vivace e concreta e arriva il primo tiro: lo effettua Hien, su angolo di Koop, e costringe Terracciano a salvarsi. Se l’Atalanta sembra sulla via della rinascita, la Fiorentina continua con il suo gioco di lotta e di concretezza tant’è vero che su colpo di testa di Nico Gonzalez, autentico spauracchio, Carnesecchi, in volo, toglie il pallone dall’incrocio dei pali. Comunque quando il pallone arriva tra i piedi di Scamacca, le offensive nerazzurre sembrano svilupparsi con maggior continuità ma arrivare in porta resta sempre complicato. Poi tocca a Bakker, entrato al posto di uno spaesato Ruggeri, sfiorare il pari su assist di Lookman, Terracciano salva la baracca viola. Eppure i viola sfiorano il 2-0 con Ranieri, su angolo di Mandragora, il pallone finisce fuori. Nei minuti finali senza sbocchi le sparute iniziative atalantine. Così tutto è rimandato a mercoledì 24 aprile. Si prevede una battaglia ma si gioca a Bergamo e non in un ambiente ostile e estremamente scorretto, anche volgare, come quello fiorentino.
Giacomo Mayer