di Marco Bonfanti

C’era che eravamo agli sgoccioli, e lo sgocciolio sembrava provenire da un rubinetto che perdeva e andava giù lentamente, di goccia in goccia veramente.  C’era che il Pro Piacenza attaccava a testa bassa, ma pure confusamente, tale e quale come il Lecco si difendeva, avendo perso gran parte del raziocinio che ci sarebbe voluto. E l’arbitro non fischiava mai la fine, sembrava che avesse un orologio caricato indietro per dire, e intanto dava punizioni a senso unico per loro, eravamo alla fine e avrebbe anche potuto lasciar fluire in pace quei rari momenti finali.

Bene, io stavo come sempre seduto vicino a Beppe, mentre Sergio e Carlo si erano, come al solito, perduti nell’alto dei cieli della tribuna scoperta. E lì vicino a me, dall’altra parte, ce n’erano invece due del Pro Piacenza e uno ha detto all’altro: “Beh, si potrebbe pure pareggiare” e l’altro ha assentito, ilare. E allora io mi sono girato e, con fare da consumato cronista della televisione, ho sottolineato che sì nel calcio può succedere di tutto, è questo o no il bello del calcio?, ma che un pareggio sarebbe stato immeritato perché il Lecco stava strameritando di vincere. E quello ha fatto segno che sì, cioè condivideva. E poi l’arbitro a senso unico ha dato, generosamente, alla Pro Piacenza una punizione dal limite e loro l’hanno tirata senza costrutto e il Lecco ha liberato la propria area, anche se disordinatamente. Io ho pensato, rivolgendomi tacitamente al mio vicino, “peccato che Babbo Natale non vi porta il regalino, per voi che ancora ci credete, ah ah, col cavolo che pareggiate…”. E quasi non avevo finito questo pensiero carino, che l’arbitro a direzione limitata molla giù un’altra punizione al Pro Piacenza, ma questa da posizione più defilata. E uno di loro si mette lì e si prepara a tirare. E poi lo fa (di tirare) e caccia una palombella in area che sembra una di quelle telefonate che ti allungano la vita. E tutti si aspettano che il portiere, con noncuranza, faccia propria la sfera, togliendola dalla testa di qualche loro malintenzionato. Ma la palombella non va dove sarebbe diretta, ma si infila verso la porta e, ancor meglio,  per una presa diretta del nostro numero uno. Ma il portiere, ahinoi, ha fatto uno sventurato passo in avanti, la sfera lo supera e si deposita in rete. Due a due all’ultimo secondo di una partita. Visto il gol mi giro di scatto pensando di non trovar più il mio vicino, forse un angelo, o meglio un diavolo vestito da passante, come in  “Meraviglioso” di Modugno, quindi svaporato via. Invece è ancora lì ed è ancora lì che esulta, e accoglie con sincera partecipazione il mio sguardo sconsolato, che ci vuoi fare è questo il bello delle partite di calcio.

E sì che, come avevamo convenuto io e Beppe, essendo che il Lecco fa una partita buona e una cattiva, quello era il turno della partita buona. Che tale poi è stata. Che ci veniva a noi da dire  di darci ogni volta le prime in classifica, che con quelle facciamo sempre un figurone  e ci dimostriamo superiori. Un bel campionato solo di scontri diretti. Pur che i gol sono stati più che casuali, ma questo da entrambe le parti, il Lecco ha giocato veramente bene, e se non ci mancasse l’attacco avremmo una posizione in classifica assai più confacente alle nostre possibilità.

E’ proprio l’attacco il nostro punto debole, e quando una squadra costruisce ma non finalizza, oh mio Dio che linguaggio preciso, non va, come si suol dire, molto lontano. E va bene, ci dobbiamo accontentare di un pareggio. E noi quattro a fine partita ci ritroviamo e saliti in macchina cominciamo a commentare tra l’irato e l’iroso il risultato finale e intanto la radio è accesa su tutto il calcio minuto per minuto.

E cosa mi va a succedere? Che il Sassuolo, nel recupero, mi pareggia con la Roma e Beppe ci resta, per la seconda volta, piuttosto male. E lasciamo perdere la castagna, nulla in campo, e attacchiamoci alla ciliegia, le disgrazie, mi vien da dire a Beppe, sono così, che una tira l’altra, come le ciliegie, appunto.

(nella foto i nostri quattro moschettieri Marco, Sergio, Carlo e Beppe mentre affrontano il loro difficilissimo pre-partita)