Proponiamo una chiacchierata semi seria e semi vera con mister Gasperini, gloria bergamasca e futuro sindaco di Bergamo.
Partiamo dalla sua esperienza interista: “A Milano è stata una brutta esperienza, lì mi ero bruciato ad alti livelli, lo stesso Moratti disse che in quel momento non c’erano le condizioni per continuare, nelle prime 5 partite venivo da 4 sconfitte e un pareggio. A Bergamo stava accadendo la stessa cosa, inizio incerto di campionato e partita casalinga con il Napoli che schierava la formazione che aveva esordito in Champions. Non lo nascondo, mi sono affidato alla sorte e per stilare la formazione ho lanciato la monetina e mi sono detto: vada come vada. All’undicesimo lancio mi sono trovato una squadra assurda però era tardi per cambiare, il delegato arbitrale mi ha strappato la distinta allora mi sono giocato il santino affidandomi a Sant’Alessandro che si è dimostrato più incisivo di San Gennaro regalandoci la vittoria”. Mentre ci espone questo concetto ci sentiamo un poco presi per i fondelli…
L’accusano di utilizzare sempre gli stessi 13/14 giocatori… “Le ribalto la domanda, se mi manca un solo pezzo del mio scacchiere ideale cosa succede? L’ho detto alla società: a me bastano 14 giocatori da nazionale per il resto mi servono giocatori solidi, forti, da nazionale…. Già che ci sono vorrei fare una richiesta al fantastico pubblico bergamasco: smettetela di prendermi in giro quando faccio i cambi, mi sento sminuito quando ad esempio decido di cambiare Gosens ed alle mie spalle il pubblico urla “esce Castagne” prima ancora che si alzi il numero del cambio. Non è corretto né per me né per i giocatori che devono essere sostituiti, la prossima volta vi spiazzo tutti e farò cambi che neanche io concepisco poi vediamo chi ride (Gasp si concede un sottile sorriso che sa di sfida). Inoltre ho scoperto e già denunciato alla giustizia sportiva, federale, ordinaria che appena arrivato a Bergamo si giocavano somme di denaro sulle previsioni delle mie sostituzioni nonchè sul minuto in cui sarebbero avvenute, mi dicono però che il fenomeno è cessato perché troppo prevedibile”.
Ci parli della prima partecipazione 2017/18 all’Europa League quando disse “girone difficile ma siamo pronti a misurarci in questa competizione”. Gasperini ci guarda con un misto di insofferenza: “Vinciamo con 14 punti il girone di qualificazione, nei sedicesimi ci tocca il Dortmund, siamo sotto 1/0 davanti al muro giallo però Josip ribalta il risultato ma un nostro giocatore del quale per correttezza non voglio svelare il cognome, tal Rafael nato il 10/10/1990 codice fiscale toloisepotessitimangereivivo, regala il pareggio, e al 91′ arriva il 3/2. Poche storie, siamo convinti di ribaltarla nel ritorno, ormai giochiamo a memoria, tutto perfetto fino al minuto 83, siamo in vantaggio 1/0 ma il nostro portiere (anche in questo caso non voglio fare nomi ma solo il cognome, Berisha) cilecca un tiro cross e la frittata è fatta”.
Passiamo al secondo tentativo, stagione 2018/19: va peggio con l’eliminazione ai preliminari da parte del Copenaghen: “Amareggiato per i ragazzi e per la gente, vederla sfumare senza aver mai perso, per i tifosi l’Europa è qualcosa di straordinario. Non avevo previsto che questi avrebbero eretto il famoso muro bergamasco: cemento armato con aggiunta di armatura di barre d’acciaio annegata al suo interno e opportunamente sagomata, praticamente indistruttibile al cui confronto quello di Dortmund tel dovret per fa sò i turte (riportiamo la frase bergamasca uscita dalla bocca del Gasp). Ma ero comunque fiducioso di passare ai calci di rigore finché ho visto il pennellone danese avvicinarsi al dischetto e li è scesa la notte……”.
5 maggio 2019, cosa le evoca questa data: innanzitutto la calata del popolo bergamasco verso la capitale per la finale di Coppa Italia e poi il rammarico di una partita, si può dire indirizzata?”. “Stiamo parlando del tiro di De Roon che colpisce il braccio di Bastos senza che la var intervenga?” . “Esattamente, nessuno se n’era accorto ma in sala var dovevano richiamare l’arbitro. La domenica precedente il var era intervenuto per un episodio identico con la concessione di un calcio di rigore per il Torino, viene il dubbio che la sudditanza psicologica non sia stata eliminata con questo strumento ma rimanga soggettiva”.
Ci parli del doppio confronto con il Manchester: “C’eravamo stancati di restare così tanto tempo senza giocare, io le soste non le amo molto, fosse per me nelle pause organizzerei dei campionati di triatlhon o delle maratone tipo Bergamo Milano andata e ritorno” . “Mister ma sono circa 100 chilometri….”.
“Voi giornalisti capite quello che volete, si possono fare i 2 allenamenti anche non consecutivamente però l’ideale sarebbe un bel tiratone: 3000 metri a nuoto, 120 km di ciclismo, 30 km a piedi e dopo una breve pausa la Milano/Bergamo a/r nello stesso giorno. Secondo voi come nascono le nostre prestazioni in campo? Lo sapete che Gosens dopo l’allenamento va a Milano e si fa i 710 gradini del Pirellone per una decina di volte?. Tornando alla gara con il Manchester, mi spiace aver deluso tutta la peana di ignorantoni calcistici che ingenerosamente criticavano la nostra fallimentare partecipazione alla Champions. Ma noi siam bergamaschi, abbiamo costruito una nave vichinga che impunemente ha puntato la prua verso la corazzata inglese facendola sbandare, ridicolizzandola nel finale; ho visto giocatori inglesi glorificati e santificati nel loro campionato che hanno usato mezzucci pur di perdere ignobilmente tempo per non farsi travolgere dall’ondata neroblu che partendo dagli spalti tracimava sul campo di gioco e spingeva la squadra oltre i propri limiti. Insomma Colleoni vs Churchill. Onore e gloria al popolo bergamasco”.
11 dicembre 2019 una data che resterà scolpita nelle tavole della legge atalantine: Shakhtar Atalanta 0 – 3 . “Se credevo davvero nella qualificazione? Sì , dal pareggio con il City, la squadra è cresciuta ed ha capito che il destino dipendeva solo da noi. Le lacrimuccie che mi sono scappate erano un tacito ringraziamento all’arbitro per non aver ammonito Muriel per la seconda volta ma la vittoria è stata più che legittima.”
Cosa si aspettava dal sorteggio per gli ottavi di finale? “Mi facevano ridere quelli che si auguravano di incontrare il Barcellona di Messi, io senza leggere né scrivere ho preso su e sono andato in pellegrinaggio a Sotto il Monte, mi sono inginocchiato davanti alla statua di Papa Giovanni e in perfetto bergamasco, ormai mia lingua d’adozione, ho recitato “Gioani te domande mia la luna pensa a come fares bè ai zogadur andà al sul de Valencia perché se an lasa fa al destì al pol saltà fo chel diaol del Messi e noter col diaol an vol mia zoga!”.
Un’ultima considerazione sul pareggio di San Siro con l’Inter: “Vittoria meritata, stavolta la var ha fatto il suo dovere, inoltre abbiamo sfatato la nostra idiosincrasia sui calci di rigore, Per il resto grande calcio, grandi azioni, grandi giocate, grandi movimenti, grandi Irrati e Rocchi con il supporto dello sponsor Italian Optic, grande spettacolo, insomma la solita grande Atalanta!!!”.
Ringraziamo Gasperini per la disponibilità.
Danilo Rota