20a (1a rit.) serie A – Udine, Bluenergy Stadium, sabato 11 gennaio (ore 15)
Udinese – Atalanta 0-0
UDINESE (3-5-2): Sava 6,5; Kristensen 6,5, Bijol 7, Solet 7; Ehizibue 6,5 (5′ st Rui Modesto 6), Lovric 7 (22′ st Atta 6,5), Karlstrom 6,5, Payero 6 (22′ st Ekkelenkamp 6), Kamara 6; Thauvin 6,5, Sanchez 6,5 (34′ st Iker Bravo 5,5). A disp.: 66 Piana, 93 Padelli; 23 Ebosse, 27 Kabasele, 95 I. Touré, 33 Zemura, 18 Pafundi, 22 Brenner. All.: Kosta Runjaic 7.
ATALANATA (3-4-1-2): Carnesecchi 7; Scalvini 6,5 (1′ st Kossounou 5,5), Djimsiti sv (25′ pt Hien 5,5), Kolasinac 6,5; Bellanova 5,5, De Roon 6, Ederson 6,5, Zappacosta 6; Pasalic 6 (16′ st Samardzic 6,5); De Ketelaere 5 (37′ st Brescianini sv), Lookman 5,5 (16′ st Zaniolo 5,5). A disp.: 28 Rui Patricio, 31 Rossi; 2 Toloi, 22 Ruggeri, 27 Palestra, 6 Sulemana. All.: Gian Piero Gasperini 5,5.
Arbitro: Mariani di Aprilia 6,5 (Dei Giudici di Latina, Ceccon di Lovere; IV Perri di Roma 1. V.A.R. Serra di Torino, A.V.A.R. Guida di Torre Annunziata).
Note: minuto di silenzio per commemorare Fabio Cudicini, spettatori 21.727. Espulso Malecki (vice all. U.) al 17′ pt per uscita dall’area tecnica e proteste. Ammoniti Scalvini, Kolasinac e Lovric per gioco scorretto. Tiri totali 12-5, nello specchio 3-2, parati 3-2, respinti/deviati 5-1, legni 2-0. Corner 5-3, recupero 3′ e 4′.
Udine – Primo paio d’occhiali inforcato in campionato (in Champions, col Celtic, ma a Bergamo), secondo match sul fronte interno senza segnare dopo il poker a San Siro a fine agosto, quarto complessivo col due a zero di Riyadh. Una brutta Atalanta fa due passi indietro anche rispetto alla semifinale in Supercoppa Italiana con l’Inter del 2 gennaio scorso fermandosi sul pari anche in casa dell’Udinese dopo averlo acciuffato con la Lazio nell’ultima trasferta del 2024. Partita col trequartista, la squadra di Gian Piero Gasperini ha le polveri bagnate davanti e deve ringraziare i legni e Carnesecchi se non capitola in un primo tempo passato a subire fisicità e velocità più accentuate della rotazione di Runjaic. Ora anche il secondo posto è a rischio. La cattiva notizia, anche se non pare granché di grave, dopo la prima di una serie di sei partite in diciotto giorni sui due fronti, è il trauma cranico che non dovrebbe comunque mettere a rischio Djimsiti in vista dell’uno-due terribile del 14 e 18 gennaio a Bergamo contro Juventus e Napoli.
Il primo sussulto di un avvio da lunga fase di studio è il fallo da trattenuta da espulsione del vice di Runjaic, il polacco Malecki, su Zappacosta, a ruota di quello di Lookman su Lovric in uscita dopo il contropiede gestito da Pasalic e sfumato proprio per l’anticipo secco sull’asse tra il nigeriano e il sorano. Punita, ovviamente, l’uscita dall’area tecnica sull’onda della reazione furibonda per il giallo non comminato. Occhio al 22′, in mezzo al nulla, quando Djimsiti sbarra il passo a Ehizibue, pescato da Sanchez, in qualche modo e Thauvin libera il mancino a un metro dalla lunetta che finisce alla sinistra di Carnesecchi non di poco. Nell’occasione, testa contro testa fra laterale destro e perno albanese, che a fronte fasciata deve cedere la zolla al diffidato Hien. Il fantasista mancino francese dei friulani (25′) ci prova direttamente dalla bandierina destra trovando la risposta dell’ultimo baluardo nerazzurro, per poi vedersi anticipare da Scalvini dopo aver innescato Ehizibue con lo svedese a chiudere la traiettoria in angolo a Lovric sulla riapertura dello stesso cileno su cui il braccetto di Palazzolo sull’Oglio deve spendere l’ammonizione (29′).
La prima conclusione bergamasca nello specchio è la pretenziosa rovesciata di Pasalic due lancette più tardi, sulla scorta di un mancato rinvio in ascensore del pur buon pendolino destro di casa, ma è sempre Carnesecchi a dover tenere in piedi i suoi col riflesso pazzesco per dire di no alla svettata di Bijol sul terzo corner locale, sempre di Sanchez, al minuto 33. Il lampo della catena atalantina di sinistra a un tocchettino dal quarantesimo, spezzata dallo sloveno in mezzo alla retroguardia zebrata che impedisce a ‘Mola di vedere la porta, è un fuoco di paglia. Perché è dietro che si rischia di prendere fuoco. Pare la fotocopia del brutto primo tempo di Cagliari: il riminese tra i legni, dopo i due presi da Alexis l’ex interista, di testa (base del palo a sinistra del portiere) e di piede (traversa), in scia all’apertura di Kamara, l’autore del provvisorio 0-1 a campi invertiti, la prende anche al “tapinista” in gioco aereo Lovric salvando baracca e burattini.
La ripresa s’avvia come peggio non si potrebbe, perché Hien la passa sciaguratamente all’indietro innescando l’uscita alla disperata del proprio guantipede in anticipo su Payero e il fallo da giallo di Kolasinac – terzo nella lista dei 4 cartellini – per impedire a Sanchez di prendere la mira a porta sguarnita. E per fortuna Thauvin da calcio franco prende i piccioni (3′). Non può fare male, invece, la pretenziosa conclusione da fuori di Kamara alle soglie del quarto d’ora. A metà del guado, lo schema (fallo di Lovric su De Roon) Ederson-Hien con palla sfiorata di spalla e una successiva conclusione del brasiliano ribattuta (11′). Consumato già il cambio all’intervallo dietro, Kossounou per Scalvini a rischio di doppio giallo, riecco il tridente con Samardzic e Zaniolo al posto di Pasalic e Lookman, quest’ultimo presente solo a sprazzi. Il drop di Thauvin sul la della new entry udinese Atta è una telefonata di cortesia per Carnesecchi (27′), mentre di là Hien impatta imperfettamente di testa il tracciante dell’ex di turno serbo dalla bandierina. A nove dal novantesimo lo spento CDK lascia la maglia a Brescianini. Nel nulla il gioco di sponda dell’ex romanista con il volto noto all’ex “Friuli”. Al quarto di recupero il lampo di Samardzic sull’ultima seconda palla vale soltanto l’ultimo calcio d’angolo, perché il fin lì semidisoccupato Sava ha il riflesso giusto.