di Simone Fornoni 

Il calcio sa ancora regalare storie di passione e attaccamento alla maglia che fanno premio su rivalità, subcultura antisportiva un tanto al chilo e isterismi della domenica. L’esempio positivo da portare agli onori della cronaca è Andrea Gritti, centrocampista classe 1997 in forza al Sabbio, girone A di Terza Categoria.

Entro il decimo minuto, il dramma personale e di tutta la squadra, che domenica, subito sotto col Locate in un match appassionante poi vinto 4-2 dai padroni di casa gialloblù nel fortino di via Brigata di Dio, ha destato impressione dal campo agli spalti. Gritti si abbatte al suolo, “il ginocchio se l’è ritrovato nella coscia, una cosa che avrebbe tolto il fiato e il sorriso a chiunque”. Ambulanza a bordocampo, una corsa a sirene spiegate.

Un dolore terrificante. Eppure, dal Policlinico San Pietro di Zingonia, durante il ricovero, anche dopo l’infausta diagnosi della frattura della rotula destra, il giocatore ha avuto la prontezza di spirito di tenere il telefono acceso. Di lì, scambi di vocali a raffica col direttore sportivo sabbiese Alex Viganò. Il tramite coi compagni. Con l’articolazione a pezzi, Andrea ha voluto, anzi preteso gli aggiornamenti sulla partita e sul risultato.

Alla fine, grazie al poker d’assi Portacci-Rizzi-Spreafico-Natali, è stato un trionfo, al cospetto dei marcatori ponsampietrini Crotti e Filipetti. E dalla Bassa l’urlo di esultanza di chi ha sacrificato una rotula per la causa è risuonato fino alle tribune, superando anche il grido di dolore. Una storia di Sport più verace e genuina difficilmente potrà essere raccontata.

Grazie a Silvia Casanova, tifosa e testimone