di Fabio Deblasio
Nei mondiali di Germania 2006 la nostra nazionale non parte con i favori dei pronostici; ci sono tante, troppe nazionali competitive ed in più si teme che il ciclone calciopoli scoppiato appena un mese prima si riversi anche sui giocatori azzurri caricandoli di preoccupazioni non sostenibili durante una manifestazione di tale importanza. Ad oscurare ulteriormente i propositi di vittoria ci sono i campioni in carica del Brasile, sempre fortissimi e trascinati dal Pallone d’Oro Ronaldinho , c’è l’Inghilterra con un centrocampo fenomenale (Beckham, Scholes, Gerrard, Lampard) e ci sono le sempre temibili Argentina, Francia e Spagna.
Nel girone A la Germania si qualifica a punteggio pieno, grazie ad un Klose in grande spolvero che firma 4 gol in 3 partite e si conferma uno dei più grandi marcatori nella storia del Mondiale. Nel girone B si qualificano senza troppi patemi Inghilterra e Svezia che non hanno troppi problemi a superare Paraguay e Trinidad & Tobago. Il gruppo più avvincente è il C con Argentina, Olanda, Costa d’Avorio e Serbia e Montenegro: a farne le spese sono i serbi e Drogba e compagni che non riescono ad arginare la qualità di Robben, Van Persie, Tevez e di un Messi soltanto diciannovenne. Portogallo e Messico si qualificano ai danni di Iran ed Angola. Dal forte impatto emotivo è soprattutto la prima partita del girone tra portoghesi e africani terminata 1-0 con gol di Pauleta, in quanto fino a metà del secolo scorso l’Angola era stata colonia portoghese. L’Italia, nonostante un girone abbastanza agevole, deve attendere l’ultima giornata contro la Repubblica Ceca (2-0 gol di Materazzi ed Inzaghi) per la matematica qualificazione al turno successivo insieme al Ghana. Il Brasile passeggia sugli avversari e vola verso gli ottavi trascinati da un attacco da fantacalcio (Kakà, Ronaldinho, Ronaldo) e porta con sé gli australiani che c’entrano una storica qualificazione. Anche negli utlimi due gruppi non ci sono sorpese: nel girone G passano Svizzera ed una Francia orfana di Zidane, fuori per infortunio, con il campione transalpino che rientrerà soltanto nelle fasi finali, ma con Thierry Henry in versione di trascinatore, mentre nel girone H si qualificano una Spagna perfetta e l’Ucraina di Shevchenko. Negli ottavi di finale tutto va come previsto: i tedeschi si sbarazzano della Svezia con un doppio Podolski, l’Argentina supera il Messico nei supplementari, l’Inghilterra batte di misura l’Ecuador grazie a Beckham, i portoghesi devono ringraziare Maniche nell’1-0 contro l’Olanda, l’Ucraina deve ricorrere ai calci di rigore per battere una buona Svizzera, mentre i brasiliani danno ripetizioni di samba al Ghana con i gol di Ronaldo, Adriano e Zé Roberto.
L’Italia si trova ad affrontare l’Australia, una squadra sulla carta molto abbordabile, ma come abbiamo imparato a nostre spese quattro anni prima contro la Corea del Sud, nessun avversario è da prendere sotto gamba. Fortunatamente per noi Grosso sembra essere diventato come per magia il terzino più forte della storia del calcio ed è proprio da una sua discesa sull’out di sinistra durante i minuti di recuepero che scaturisce il rigore che Totti con freddezza realizza e ci porta ai quarti di finale.
Il turno successivo vede opporsi la Germania di Klinsmann e l’Argentina di Pekerman. Durante i tempi regolamentari la partita si chiude sull’1-1 e quindi sarà decisa soltanto dal dischetto; purtroppo per i sudamericani sono decisivi gli errori di Ayala e Cambiasso e così i tedeschi sono la prima semifinalista del mondiale. I calci di rigore servono anche al Portogallo per superare l’Inghilterra che paga pesantemente l’ingenuità di Rooney che lascia in dieci i suoi al 62’.
L’Italia affronta ancora una volta l’avversario più agevole del turno e grazie ad una partita perfetta non ha problemi nello sbarazzarsi dell’Ucraina con i primi gol nel torneo del bomber Luca Toni, mentre la Francia dopo il rientro del suo uomo di punta, Zizou Zidane, all’ultimo atto della sua gloriosa carriera vince contro il Brasile grazie al gol di Henry al 57’. La prima semifinale sarà Germania-Italia il 4 luglio al Westafalenstadion di Dortmund dove i padroni di casa non hanno mai perso nella loro storia. Lippi chiama quindi i suoi uomini ad una vera e propria impresa e gli azzurri trascinati da un’intera nazione recitano la parte di Davide contro Golia resistendo prima durante i tempi regolamentari ed affondando i colpi nella ripresa con i rivali incapaci di reagire. Probabilmente la migliore partita che io abbia mai visto della nostra nazionale viene decisa da un gol impossibile di Grosso ad un solo minuto dalla fine dei tempi supplementari e, mentre tutti esultavamo ancora per il primo gol, da una perfetta traiettoria di Alessandro Del Piero su un superbo assist di Gilardino in pieno recupero. Due a zero e si va a Berlino, semicitazione di un Fabio Caressa autentico protagonista con le sue telecronache della febbre mondiale italiana. Dopo aver castigato i tedeschi in casa propria ormai niente ci può più fare paura, nemmeno i nostri cugini francesi che con un rigore di Zidane superano il Portogallo e s’aggiudicano l’altro posto per la finale. L’ultimo atto della competizione si disputa il 9 luglio all’Olympiastadion di Berlino davanti a miliardi di telespettatori incollati alla tv in attesa di sapere chi sarà il vincitore. La partita si mette subito male per i “nostri”, Zidane si prende gioco di Buffon trasformando un rigore con il “cucchiaio”, ma a rimettere le cose al proprio posto ci pensa la capoccia di Materazzi. Proprio loro due saranno protagonisti del gesto più discusso di questo mondiale. A palla lontana infatti il numero 10 francese colpisce con una testata il petto del difensore azzurro, reo di avergli rivolto frasi irripetibili e l’arbitro argentino Elizondo non può far altro che espellerlo e quindi la Francia si ritrova in inferiorità numerica, ma soprattutto con un tiratore in meno. La partita infatti avrà il proprio epilogo nei calci di rigore e l’errore dell’ex juventino Trezeguet sarà decisivo quanto la freddezza dell’eroe Fabio Grosso nel trasformare l’ultimo penalty e a ubriacare di gioia gli abitanti del Bel Paese. Dopo ventiquattro lunghissimi anni siamo nuovamente campioni, nuovamente dopo uno scandalo calcistico, perché noi sappiamo vincere soltanto così, contro tutti e nonostante tutto.