Atalanta – Rasen Ballsport Leipzig 0-2 (0-1)ATALANTA (3-4-2-1):
Musso; De Roon, Demiral (25′ st Scalvini), Palomino; Hateboer, Freuler (cap., 43′ st Pasalic), Koopmeiners, Zappacosta; Malinovskyi (13′ st Muriel), Boga (25′ st Miranchuk); Zapata. A disp.: 31 Rossi, 57 Sportiello, 19 Djimsiti, 46 Cittadini, 13 Pezzella, 32 Pessina, 20 Mihaila. All.: Gian Piero Gasperini.
RB LIPSIA (3-4-1-2): Gulacsi (cap.) 6; Simakan 6,5, Orban 6,5, Gvardiol 6 (34′ st Poulsen 6); Henrichs 7 (28′ st Klostermann 6), Laimer 7 (28′ st Adams 6), Kampl 6,5 (34′ st Halstenberg sv), Angeliño 6; Dani Olmo 5,5; André Silva 5,5 (18′ st Szoboszlai 5,5), Nkunku 7. A disp.: 13 Tchsauner, 31 Martinez, 22 Mukiele, 37 Raebiger, 10 Forsberg, 38 Novoa. All.: Domenico Tedesco 6,5.
Arbitro: Lahoz 4 (Spagna – Cebrian, Del Palomar; IV Munuera. V.A.R. Martinez Munuera, A.V.A.R. De Burgos).
RETI: 18′ pt e 42′ st (rig.) Nkunku (L).
Note: serata serena e tiepida, spettatori 17.905 per un incasso di 646.397 euro. Ammoniti Henrichs per fallo di mano, Zapata e Freuler per proteste, Demiral, Orban, Koopmeiners e Klostermann per gioco scorretto, Simakan e Zappacosta per reciproche scorrettezze, Hateboer e Kampl (in panchina) per proteste. Tiri totali 16-12, nello specchio 3-7, respinti/deviati 4-2, parati 3-5. Var: 1. Corner 4-5, recupero 0′ e 7′.
Bergamo – Nkunku suona la sveglia finalizzando un contropiede fino a trasformare il rigore nel finale che elimina la Bergamo del pallone dalla seconda corsa alle semifinali dopo 34 anni in Coppa delle Coppe, ma per il direttore di gara si può sbracciare in piena area e la coda polemica della fine del ciclo gasperiniano è assicurata. Davanti al nuovo co-chairman Stephen Pagliuca, portato dal presidente Antonio Percassi sotto la Curva Nord in attesa del kick off, un’Atalanta penalizzata ma comunque troppo molle cicca il quarto di finale di ritorno di Europa League e manda avanti il Rasen Ballsport Leipzig.
Il primo squillo è di Zappacosta, che arpiona l’apertura di Malinovskyi, proiettato sul lato corto da De Roon, con Gulacsi chiamato a difendere il palo di competenza in tuffo. Il quinto è appena scollinato e in capo a un tris cronometrico ecco la smorzata oltre il montante di Demiral per sbarrare il passo a Henrichs a rimorchio di André Silva sulla sventagliata di Simakan. Il tulipano in mediana rientra sempre su Nkunku quando gli esterni bassi si alzano, ma è ancora il pendolino destro a sbucare verso il fondo, in asse con l’allargato Laimer, da dove non può far male: solo un palloncino all’intersezione dell’area piccola (14′). Il portoghese ex Milan non approfitta di un rimpallo con la difesa alzando la mira, di là il tiro-cross dell’ucraino trova le manone del portiere ungherese con il tap-in altissimo dell’esterno sinistro di Sora. Manca poco alla beffa, sempre lungo la catena di destra, ed è sempre l’interno destro a inventarsi la fuga per la vittoria a favore del taglio del rompighiaccio, vanamente rincorso da Hateboer.
As usual, la Dea scende di parecchio dall’Olimpo accusando il colpo, tanto che alla conclusione perviene anche Angeliño col piede debole su scarico del marcatore marcato Roten Bullen, per fortuna sganciandola lemme (31′). La fotocopia a sfera alta e larghe è di Koopmeiners, appoggiato dal laterale di riferimento, inesistente in copertura. Il tulipano ci riprova al 36′ al volo, in asse con Duvan, trovando la deviazione decisiva di Kampl. Ci si mette pure un po’ di rogna.
In avvio di ripresa (4′) il braccio largo di Laimer sulla punizione del Colonnello conquistata da Boga induce Lahoz a rivedersela a bordocampo, ma per l’arbitro non c’è rigore. Occhio alle amnesie di Musso che al decimo si fa sfuggire un allungo innocuo dell’apripista per poi rimediare in extremis su Laimer. Il match si fa nervoso per l’indisponenza della giacchetta fluo e Hateboer calcia alta la volée in estirada imbeccato da Zappacosta sugli sviluppi di una punizione di Freuler (18′). Al 24′, invece, è la zampa di Gvardiol a dire di no a RoboKoop a rimorchio dell’elvetico. Alla mezzora il Toro di Cali è troppo sbilanciato per indirizzare nel sacco l’ascensore chiamatogli dal sorano ripetendosi, ma stavolta in equilibrio, per indirizzare sopra la traversa l’angolo di Muriel a 9′ dal 90′. Niente da fare: Poulsen serve il firmatario dell’1-0 e l’arquero albiceleste lo sposta con i guantoni, è penalty e il doppiettista della serata lo infila a mezz’altezza. Ora non resta che risalire dall’agghiacciante ottavo posto in campionato per riprendersi una fettina d’Europa.