Ci consoliamo con l’Europa League. L’Atalanta abbandona con troppi rimpianti la Champions eliminata da un Villarreal più esperto e più furbo, doti ancora da acquisire qui a Bergamo. E ancora una volta il campo amico non aiuta i nerazzurri che in sette partite giocate in casa ne hanno vinto solo una, in settembre con lo Young Boys, hanno perso con Liverpool, Real Madrid, Manchester United e, stasera, Villarreal, hanno pareggiato con Ajax e Midtjylland. Si accennava ai rimpianti, ad una formazione che ha lasciato qualche dubbio aggravato dalle prestazioni di Demiral, errori fatali, e di Pessina, decisamente fuori posizione. Certo, non solo loro due le cause dell’eliminazione, tutta la squadra ha patito lo svantaggio iniziale ed ha iniziato la rimonta quando il Villarreal stava già sul 3-0, vale a dire dopo cinquanta minuti. L’Atalanta doveva vincere ma le è stato inferto un colpo micidiale, in pratica un kappao, subito al fischio d’avvio: il turco a metà campo ha sbagliato l’uscita e ha regalato il pallone a Alberto Moreno, pronto affondo per Danjuma che ha trafitto il portiere nerazzurro. Il tempo per rimediare era a disposizione ma l’intera squadra ha subito la scossa negativa perché i tentativi di pareggio sono tutti falliti. Sono mancate le idee e una certa lucidità nell’imporre il gioco ma soprattutto le intenzioni di far male a Rulli. Troppi fraseggi sporchi, movimenti lenti e poche capacità di aprire varchi perché, di contro, il Villarreal si chiudeva senza badare a fronzoli ma cercando di difendersi in modo concreto. Il che succedeva troppo spesso e Emery ha visto che la sua difesa avrebbe potuto capitolare, giocando così arretrata, ha accorciato la squadra, alzando i suoi difensori. Allora in mezzo al campo Freuler balbettava, De Roon era irriconoscibile e Pessina si confondeva incespicando su ogni pallone. Insomma idee scarse, frenetiche e improvvide. Troppo poco. Solo Zapata riusciva a mettere un po’ di ansia a Rulli e compagni con i pochi palloni a sua disposizione. Tra l’altro il portiere degli ospiti, un grande attore nel perdere tempo, veniva impegnato in unico tiro atalantino, scagliato da Freuler. Il Villarreal, sornione, sfruttava le evidenti difficoltà dei nerazzurri e affondava l’Atalanta col raddoppio di Capoue: Gerard Moreno allargava a Moi Gomez, assist per il mediano che approfittava della mancata chiusura di Demiral e realizzava il 2-0. Tutti i 13.176 speravano in un secondo tempo diverso. L’Atalanta entrava in campo con Malinovskyi e Djimsiti al posto dei due naufraghi Demiral e Pessina. Neanche il tempo di assestarsi ecco il 3-0: Gerard Moreno saltava Palomino, poi Danjuma spediva in rete evitando Toloi e lo stesso Palomino. Tutti quanti abbiamo cominciato a pensare ai prossimi avversari d’Europa League invece l’Atalanta dava segni di vita, il Villarreal scompariva. Sul palcoscenico della partita irrompeva Malinovskyi che con gran punizione colpiva la parte superiore della traversa e poi su appoggio di Maehle realizzava il tanto agognato gol, tra l’altro preceduto dal palo colpito da Zapata. Era la scossa che scatenava i nerazzurri nei venticinque minuti finali perché Ilicic con un assist al bacio regalava a Zapata il pallone del 3-2. C’era anche Muriel a dar man forte alle iniziative atalantine peccato che il suo tiro si sia stampato sul palo. Gli incitamenti di un popolo meraviglioso non sono riusciti a creare il miracolo. L’Atalanta lascia la Champions per proprie colpe, troppi giocatori non sono riusciti a ripetersi come altre volte in Europa. Succede e bisogna farne tesoro per il futuro. Ci aspetta l’Europa League e non è un peccato.
Giacomo Mayer