Luca Nardi gioca alla pari contro Jan-Lennard Struff, ma i dettagli sono tutti a favore del tedesco. L’Italia è comunque nei quarti grazie ad Andrea Vavassori. Passa anche Jurij Rodionov: ex top-10 junior, veleggia da quattro anni intorno al numero 150, ma sembra pronto per il salto di qualità.
Durante il match c’è stata la sensazione che sarebbe stata l’ultima possibilità, per Jan-Lennard Struff, di battere il rampante Luca Nardi. Vedremo se il futuro confermerà la previsione, ma è certo che il tedesco (ex top-30 ATP) abbia fatto alla perfezione il suo compito in un match complicato sul piano tecnico e ambientale, visto che circa 700 spettatori hanno affollato il PalaIntred di Bergamo per sostenere il talentino di Pesaro, classe 2003. Alla fine ha prevalso l’esperienza, dunque nei quarti del Trofeo Perrel-Faip (45.730€, Slam Court) c’è andato Struff dopo un paio d’ore di battaglia, chiuse col punteggio di 6-4 7-6. Tanti rimpianti per Nardi, superiore al suo avversario in vari settori del gioco, ma poco concreto in alcuni momenti e crollato sul più bello, quando avrebbe potuto girare la partita. C’era grande attesa per questo scontro generazionale (tra i due ci sono 13 anni di differenza): Nardi ha un po’ patito l’atmosfera in avvio, cedendo i primi due turni di battuta (3-0 Struff, con doppio break). A quel punto si è sciolto e ha iniziato a disegnare tennis, mostrando una delicatezza straordinaria nell’accarezzare la palla. Ha ripreso uno dei due break e per poco non completava l’aggancio in uno spettacolare decimo game, durato 20 punti, nel quale ha avuto tre palle break per acciuffare il 5-5. Lì è stato bravo Struff ad aggrapparsi al servizio e a chiudere il parziale.
SETTE PUNTI DI FILA
Ma Nardi era ormai entrato in partita e ha fatto match di testa nel secondo set, deliziando il pubblico con alcune giocate da applausi e una generale padronanza dello scambio. Aveva qualche tremore sul 4-4, con palla break annullata, ma si spegneva sul più bello: l’allievo di Francesco Sani si aggiudicava il primo punto, poi incassava un parziale di sette punti consecutivi che spediva Struff nei quarti, laddove attende il vincente di Arnaldi-Broady. Due errori banali, che spingevano il tedesco dal 2-1 al 4-1, erano mortiferi per l’italiano. Peccato, perchè Nardi possiede qualità importanti e ha tutto per accendere il pubblico, a partire da un rovescio bimane che può giocare da qualsiasi zona, in qualsiasi direzione. Forse per lui ci sarà una prossima volta a Bergamo, ma non ci stupiremmo se tra 12 mesi fosse impegnato in palcoscenici ancora più importanti. Quanto a Struff, si conferma un giocatore di classe: non ha fatto una piega nonostante avesse il pubblico contro, e non si è disunito a seguito di una decisione arbitrale sfavorevole. Non si diventa numero 29 ATP per caso, e sarà lui – tra qualche settimana – uno dei pilastri della Germania nelle Davis Cup Finals, vista l’assenza di Alexander Zverev.
VAVASSORI, SESTA VOLTA NEI QUARTI NEL 2022
Una vittoria piuttosto semplice era ciò di cui aveva bisogno Andrea Vavassori. Il piemontese sta vivendo un periodo tanto positivo quanto faticoso, poiché ha giocato moltissimo negli ultimi tre mesi. E l’impegno in doppio non è affatto secondario. Non è facile essere sempre al top, per questo il 6-1 6-2 rifilato a Borna Gojo è il miglior viatico in vista del weekend. Il croato veniva dal titolo a Ortisei, quindi era forse un po’ appagato. Sensazione confermata dal suo atteggiamento, sia pure “aiutato” dalla condotta di Vavassori, abile a giocare con frequenza il serve and volley e a tirare risposte senza peso che hanno disunito il croato, che peraltro – da qualche tempo – si fa allenare dall’ex top-100 Flavio Cipolla. Il merito di Vavassori è stato lo stesso del match precedente: giocare con ordine, senza strafare, adottando con attenzione i suoi schemi. Per un posto in semifinale se la vedrà con Nuno Borges, numero 96 ATP e unica testa di serie ancora in gara. A dispetto del passaporto, che farebbe pensare a uno specialista della terra battuta, il portoghese gioca piuttosto bene sul duro in virtù degli anni trascorsi al college americano, peraltro con ottimi risultati. Di sicuro sarà un bel contrasto di stili.
IL TENNISTA SOCIAL VERSO IL BEST RANKING
Doveva essere una comparsa, vittima sacrificale della superstar Fernando Verdasco al primo turno, invece Jurij Rodionov sta diventando protagonista a suon di risultati. L’austriaco ha raggiunto i quarti giocando un match convincente contro il turco Altug Celikbilek. Un 6-2 6-4 che non descrive la trama del match, più equilibrato di quanto dica il punteggio, con Celikbilek che ha sciupato un break di vantaggio nel secondo set ed è stato punito da un parziale negativo di quattro giochi. Ha lottato fino all’ultimo, cancellando un matchpoint con un delizioso passante stretto di rovescio, ma alla fine si è arreso alla maggiore qualità del suo avversario, quest’anno già vincitore a Biel e Mauthausen. “Credo di essere stato più solido di lui, rimanendo sempre positivo senza preoccuparmi del punteggio – ha detto Rodionov – ho fatto un buon lavoro, giocando punto dopo punto, concentrandomi su quello che dovevo fare”. Figlio di genitori bielorussi, Rodionov è nato in Germania ma si è trasferito in Austria quando aveva tre anni, e oggi è il secondo miglior tennista del suo Paese, alle spalle del redivivo Dominic Thiem. La scorsa settimana ha giocato a Vienna, godendosi una bella atmosfera nel match contro Denis Shapovalov, ma è rimasto ugualmente impressionato dall’afflusso di pubblico al PalaIntred: per il match contro Verdasco c’erano più di 1.000 persone. “È speciale che un Challenger abbia così tanti spettatori, i giocatori del nostro livello non sono abituati a un’atmosfera del genere. Ho apprezzato che il pubblico e la gente di Bergamo sia venuta a sostenere i giocatori, penso che sia una cosa spettacolare”.
COMUNICARE CON I FANS
Bergamo potrebbe rappresentare una tappa importante della sua carriera, visto che si trova a un passo dalla sua miglior classifica di sempre. Oggi è numero 130, ma i punti conquistati in questi giorni lo proiettano in 124esima posizione: eguagliato il record personale, risalente allo scorso maggio. “Il mio primo obiettivo è entrare tra i top-100, come credo ogni giocatore. Riuscirci dipende dalla costanza, dal lavorare ogni giorno e migliorare passo dopo passo”. Ha pronunciato queste parole rispondendo alla domanda se fosse frustrante veleggiare da tempo tra la centesima e la duecentesima posizione, peraltro dopo essere stato numero 7 del mondo tra i junior (con tanto di quarto di finale a Wimbledon). Da un lato sembra aver adattato i suoi obiettivi alla dura realtà del tennis professionistico, dall’altro esprime una certa fiducia in sé. È la stessa che esprime sui social media, laddove è particolarmente attivo, in particolare su Facebook. “Credo che sia molto importante restare in contatto con i fans e coinvolgerli – racconta – più in generale, mi piace che i giocatori coinvolgano il pubblico e i giornalisti stessi. Questo aiuta ad avere più spazio sui giornali e i media, io faccio del mio meglio in questo senso e credo di trarne beneficio”. Accompagnato a Bergamo da Richard Waite, ex giocatore tedesco, adesso se la vedrà proprio con un connazionale del suo coach: contro Jannick Hanfmann ha giocato due volte nel 2018, a distanza di pochi giorni, con una vittoria e una sconfitta. Dovesse spuntarla, sarebbe certo di ottenere il suo best ranking. E avrebbe un motivo in più per non dimenticare Bergamo e il suo pubblico.