Un anno dopo, Lorenzo Musetti torna a giocare il Trofeo Perrel-Faip. Dopo i successi di Berrettini e Sinner, si guarda soprattutto a lui per proseguire la grande tradizione del torneo bergamasco. Già 11 italiani ammessi di diritto, occhi puntati anche su Janowicz, Robredo e Trungelliti.
Soltanto dodici mesi fa, Bergamo lanciava Jannik Sinner. L’anno prima era stata la volta di Matteo Berrettini. La domanda di ogni appassionato, in vista della quindicesima edizione del Trofeo Perrel-Faip (46.600€, Greenset), è scontata: chi sarà la prossima stellina lanciata da Bergamo? Dal 17 al 23 febbraio, nella cornice del Pala Agnelli, molti occhi saranno puntati su Lorenzo Musetti. Dodici mesi fa, il giovane toscano si presentò a Bergamo con una wild card: perse al primo turno contro il russo Safiullin, pur mostrando ottime doti. Ci sarà anche nel 2020, e a modo suo sarà un’occasione importante: per la quarta volta, gioca un ATP Challenger senza bisogno di una wild card, ammesso di diritto nel tabellone principale. La speranza è che sia un segno del destino per un ragazzo che nel gennaio 2019 ha emozionato l’Italia, vincendo la prova giovanile dell’Australian Open e prendendosi la popolarità mainstream, finendo addirittura in TV a “Che Tempo che Fa”, noto talk-show condotto da Fabio Fazio. Al di là dell’attuale classifica ATP (n.363), Musetti è il giocatore più atteso di un torneo che riparte all’insegna della continuità.
Non sarà l’unico aspirante al titolo in una lista di giocatori agguerriti, pronti a dare tutto per ottenere gli 80 punti ATP destinati al vincitore. Visto che le ultime due edizioni hanno visto una finale tutta italiana, ci sono ottime premesse anche per il 2020. I giocatori di più alta classifica iscritti sono Lorenzo Giustino (n.150 ATP) e Roberto Marcora (n.172). Quest’ultimo è finalista in carica: l’anno scorso si arrese soltanto alla furia agonistica di Sinner. La lista giocatori diffusa dall’ATP garantisce la partecipazione 11 italiani al tabellone principale: oltre ai già citati, c’è attesa per altri nomi di livello: pensiamo a Luca Vanni, “gigante buono” che ha ripreso a giocare dopo l’intervento al ginocchio, lo spettacolare Andrea Vavassori (interprete di un serve and volley molto elegante), l’esperto Matteo Viola e Giulio Zeppieri, “gemello” e grande amico di Musetti. Proprio come negli ultimi anni, insomma, gli appassionati potranno ammirare dal vivo alcuni giovani di valore assoluto, ricambi di un tennis italiano che sta vivendo un ottimo periodo di salute. Naturalmente non ci saranno soltanto gli italiani: nel rispetto della sua tradizione, Bergamo offrirà grandi nomi.
È già ufficiale la wild card al polacco Jerzy Janowicz, (nella foto) ex numero 14 ATP. Si tratta di un giocatore capace di raggiungere una semifinale a Wimbledon, oltre a una finale in un torneo Masters 1000. È già noto da queste parti, essendosi aggiudicato il titolo nel 2017. Sarà l’unico ex vincitore in gara e, grazie all’invito degli organizzatori, cercherà di eguagliare Andreas Seppi, unico plurivincitore del Trofeo Perrel-Faip. Appena rientrato dopo un lunghissimo stop per infortunio, il polacco ha inserito Bergamo tra i tornei che dovrebbero riportarlo nel grande tennis.
Parlano spagnolo altri due personaggi che attireranno l’attenzione: Tommy Robredo, l’ex top-5 ATP che continua a lottare nonostante sia vicino ai 38 anni, con una passione infinita. E poi l’argentino Marco Trungelliti, molto noto per la sua battaglia alla corruzione e alle partite truccate. Residente ad Andorra, è già stato a Bergamo un paio d’anni fa, senza grande fortuna. Quest’anno si presenta più motivato che mai, in una stagione in cui punta deciso ai top-100 ATP.
A conferma del gradimento dei giocatori per questo torneo, ci sono moltissimi atleti che in passato hanno colto ottimi risultati al Pala Agnelli. C’è il kazako Alexandr Nedovyesov (finalista nel 2015), nonché una sfilza di ex semifinalisti: Andrea Arnaboldi, Illya Marchenko, Arthur De Greef, Viktor Galovic, Tristan Lamasine e Hiroki Moriya, tutti protagonisti in varie edizioni tra il 2013 e il 2019. Insomma, ci sono tutti gli ingredienti per vivere un torneo che si tiene stretti i suoi punti di forza, dalla visibilità del Pala Agnelli alla bellezza del palazzetto di Alzano Lombardo (confermato come secondo campo), fino alla cura dei dettagli organizzativi e allo straordinario pubblico, degno di un torneo del circuito maggiore.