Al termine della stagione regolare della Gruppo Mascio abbiamo voluto sentire il parere di Emanuele Rossi, indimenticato capitano della Blu Basket, veterano della A2 grazie alla pluriennale esperienza.
Lele, Treviglio chiude al quinto posto questa prima parte del campionato. Non è ancora tempo di bilanci, ovviamente, ma ormai la squadra ha assunto una propria fisionomia. Possiamo dire “bicchiere mezzo vuoto” o i risultati sono stati in linea con le aspettative?
“Per carattere sono sempre ottimista, pertanto posso affermare che la stagione della Blu Basket per ora è quella di un “bicchiere mezzo pieno” e ti spiego perché. Il programma della società è stato sin da subito esplicitato in un percorso triennale; quindi, è normale che il primo anno i risultati siano solo una parte del processo di crescita. In tal senso questa stagione sta fornendo risposte adeguate a questo percorso e quindi ritengo che tutto il movimento Blu (società, squadra, tifosi) deve avere quella giusta pazienza che porta ad avere risultati esaltanti (ricordo che la squadra ha raggiunto per la prima volta la finale di Supercoppa) e cadute, ma fa tutto parte di un percorso di crescita che può portare, ce lo auguriamo tutti, ad un sogno chiamato Serie A”.
Non dimentichiamo che nelle ultime partite coach Carrea ha dovuto rinunciare anche a due titolari come capitan Reati e Lupusor. Due assenze importanti.
“Sono stati mesi difficili per tutti, non solo per Treviglio, con il covid che ha condizionato le prestazioni di molte squadre e gli infortuni, che fanno parte delle vicende di una stagione sportiva. Sicuramente l’assenza prolungata in queste ultime settimane di due elementi chiave come Davide (Reati) e Lupusor hanno condizionato i risultati in campo, costringendo il coach a ridisegnare la squadra facendo di necessità virtu’. Non dimentichiamo che la presenza di un capitano in campo è tanto importante dal punto di vista del ruolo tecnico ma anche motivazionale per tutta la squadra. Bisogna dire che la Società, sempre attenta, non è mai rimasta a guardare; infatti, ancora la settimana scorsa ha tesserato Cipolla, un giovane prospetto utile per aumentare le rotazioni”.
La fase “ad orologio “ha tolto qualche certezza a livello di gioco ma ha anche messo in evidenza la linea verde con minuti importanti (e punti) per Bogliardi, D’Almeida e Abati Toure. Cosa ne pensi di questi prospetti?
“Sì, sono d’accordo. Bogliardi è molto cresciuto e sta diventando una pedina importante in questo roster, sia dal punto di vista tecnico che dal punto di vista caratteriale, “con la faccia giusta” anche nei momenti difficili, Ursulo (D’Almeida) ormai lo conosciamo bene e sono molto contento che abbia raggiunto una consapevolezza nei suoi mezzi. Ho giocato con lui l’ultimo anno a Treviglio e posso dire che è un bravo ragazzo e merita tanta fortuna. Abati Toure ha mezzi fisici notevoli ma ha bisogno di un percorso di maturazione che deve necessariamente passare da un maggiore impiego in campo. Diciamo che le opportunità che ha avuto le ha sapute sfruttare, il resto lo dirà il tempo, vista la giovane età”.
Tema stranieri. Ne abbiamo visti tre nel corso dell’anno oltre alla colonna Langston. Pensi che Corbett sia il più efficiente e continuo rispetto a Potts e Sollazzo?
“Si era partiti ad inizio stagione con uno schema di gioco che non poteva prescindere da Potts. Il ragazzo ha fatto un errore e la società ha posto subito rimedio, segno di grande attenzione, valutando che Adam (Sollazzo) fosse la pedina giusta per esperienza e per i suoi trascorsi a Treviglio ma il suo apporto non è stato all’altezza delle aspettative. Ritengo l’arrivo di Corbett la mossa più azzeccata, sia per ruolo che per carisma e peso, anche se ha caratteristiche diverse dal citato Potts”.
Si parla anche di mercato dell’ultimo momento, con nomi lanciati nell’etere che creano pure suggestioni ed ulteriori aspettative. A tuo giudizio cosa dovrebbe cercare Treviglio in questo momento delicato della stagione?
“La “finestra” di mercato che si apre prima dei play off è diventata un po’ una moda, ma a mio giudizio può rappresentare un’opportunità importante per poter allungare le rose in un momento delicato della stagione. Sono dell’idea che se, come ha sempre fatto la dirigenza di Treviglio, ci sarà una vera occasione per rafforzare la squadra, non se la lascerà sfuggire, altrimenti si affronterà questa seconda parte con il roster a disposizione, con la speranza di recuperare i due infortunati”.
Lo scorso anno Ferrara mise subito fuori i trevigliesi. Ora abbiamo un inedito scontro contro Chiusi, una squadra che si è ben comportata nel girone rosso e che nelle ultime due partite ha sconfitto Cantù e Pistoia, dunque un avversario da non sottovalutare.
“In verità, se avessi dovuto scegliere, avrei preferito non incontrare nuovamente Ferrara che per peso del roster ed esperienza (diversi giocatori giocano insieme da più stagioni) mi sembra l’avversario meno abbordabile per questa Treviglio. Questo non vuol dire che Chiusi sia più debole e, come dici tu, aver battuto due “big” nelle ultime due partite è un indizio di buona salute. Non ci resta che aspettare questa prima serie, che dirà tanto sulle possibilità di avanzare nella griglia dei play off”.
In più si aggiunge il fattore campo che non agevolerà Gruppo Mascio, anche se da veterano puoi sicuramente confermare che nei play off contano motivazioni e integrità fisica. Concordi?
“Beh, le motivazioni a questo punto della stagione, per chi deve giocare dei play off, non dovrebbero mancare! Sono d’accordo che invece sarà importante la condizione fisica. Con partite che si giocano ogni 2/3 giorni è essenziale arrivare bene dal punto di vista della condizione. Sul fattore campo possiamo dire che, sì, può incidere, ma le squadre in campo sanno già trovare le leve giuste per dare il massimo indipendentemente dall’apporto dei tifosi. Il calore del pubblico di Treviglio lo conosciamo bene, quindi sono convinto che le chances che Gruppo Mascio avrà a disposizione in casa, le sfrutterà al meglio”.
Lele, al di là del cuore che dice Treviglio, quali ritieni saranno le squadre che andranno in Serie A?
“Indubbiamente la mia prima scelta è Treviglio, il mio cuore è blu, ma se devo dire dei nomi, posso citare la Verona di mio “fratello” Rosselli, appena prima di Udine, squadra veramente lunga, ben amalgamata e di grande esperienza che ha messo come obiettivo fisso la promozione e Cantù che vuole tornare subito nella massima serie. Tra le outsider cito Ferrara, Pistoia e Ravenna”.
Ultima domanda, personale. Cosa farà Emanuele Rossi il prossimo anno, dopo una stagione giocata a metà con la maglia di Romano Basket? Conoscendoti, il Gladiatore ha ancora voglia di giocare e divertirsi…
“Questa stagione non l’ho potuta gustare appieno, all’inizio perché fermato per motivi sanitari e poi mai del tutto sfruttata per tanti motivi. Tra l’altro in queste ultime partite Romano Basket mi ha affidato anche il compito di coach e giocatore in campo, un ruolo nuovo per me ma come sempre, per indole, ho accettato subito con entusiasmo. Non è facile ma le sfide mi piacciono! Devo dire che il basket non è più il mio lavoro ed ormai sono concentrato sulla mia nuova esperienza professionale al di là dello sport. Di giocare e di divertirmi però ho ancora tanta voglia e penso proprio di continuare anche nella prossima stagione, una volta che mi verrà confermata la piena idoneità fisica nel controllo medico di giugno. Per me il basket è vita e stare in campo continua a piacermi nonostante le tante stagioni giocate”.
Mentre ringraziamo il “Gladiatore” per la consueta squisita disponibilità, non ci resta che tuffarci in questo splendido mondo che si chiama play off con la speranza che per la Blu Basket targata Gruppo Mascio faccia ancora sognare l’appassionato pubblico trevigliese.
Giuseppe De Carli (foto Blu Basket Treviglio)
giovedì 5 Maggio 2022