di Sersao RovesciataoFernando Damian Tissone è un mio caro amico, ex nerazzurro sì, ma anche Sampdoria, Udinese, Mallorca e ora gioca nella Liga spagnola nel Malaga. Parliamo di un calciatore vero, uno che è arrivato, uno che non molla mai. Il mio amico porta bene, con la Dea ottiene un decimo posto poi va all’Udinese e subito si classificano per la Champions League, stessa cosa quando passa alla Samp con Gigi Del Neri, il mister ha fiducia in Tisso ed è subito Europa.Il mio amico è un campione e, dotato naturalmente di tecnica pura, ha sempre giocato a fianco di grandi nomi.Per Bergamo & Sport avevo già intervistato un Tisson’s: il fratello Cristian, anche lui tesserato per il Malaga, ho il presentimento che a breve li vedremo passarsi la palla nella Liga.I Tisson’s, italo argentini capoverdiani, non sono alieni, vivono tutti insieme in Spagna. Mi hanno invitato mille volte ma io sono spesso incasinato e rimando sempre il viaggio, ci voleva un crociato per rivedersi.Oggi lo abbraccio e faccio due parole con Fernando.Tisso, iniziamo dalla tua carriera.

«Ho iniziato a giocare da piccolo in Argentina, la mia infanzia l’ho vissuta a Quilmes, segnavo tanto e contribuivo a vincere tanti tornei di calcio giovanile, mi mettevano sempre con i più grandi, così è andata anche alla mia prima da professionista, dieci anni fa, non ho più smesso di giocare a calcio».
Mmh e?
«E cosa?».
Dimmi di più, sennò che intervista è, come si fa a diventare calciatore vero?
«Sacrificio, sacrificio, sacrificio. Lino (il mitico papa ndr) è sempre stato al mio fianco, lui mi ha tramandato la passione per il lavoro. Mettici gli altri ingredienti fondamentali: la famiglia, la passione, la cura del fisico e il rispetto per gli altri. Se hai un po’ di talento puoi diventare calciatore».
Se uno ti guarda oggi vede soldi, bella vita, auto lussuose. Ma Tisso è tutt’altro.
«Dai Sersao, sai che vita abbiamo fatto: non dimenticheremo mai i momenti difficili, io e Lino siamo partiti dall’Argentina verso l’Europa con la valigia piena di speranze, io andavo a scuola e allenamenti, Lino ha fatto cento lavori. Mamma Estrella e Cristian ci hanno raggiunti in un secondo tempo. Erano tempi difficili, uniti abbiamo tenuto duro. Ora siamo insieme e umanamente siamo gli stessi di allora. Sono ancora il Tisso degli inizi, riservato e attento, mi impegno al massimo per i tifosi e per la società».
Che idolo che sei, come sei messo a donne?
«Sersaoo, che intervista è? Sono scapolo, anzi siamo scapoli sia io che Cris. Ho 26 anni, voglio giocare per tanto tempo ancora, nessuna distrazione e tanta dedizione al lavoro». Bionde, more, rosse e tinte, un avviso: i Tisson’s sono sulla piazza.
L’ultima volta che ci siamo visti avevi un bel mezzo. Non sapevo sapessi guidare, la patente l’hai comprata?
«Tu es loco, mica faccio ste cose, ho studiato come tutti, autoscuola e lezioni di guida, con tanti altri ragazzi. Sono attento, rispetto i limiti, mica come te che sei stordito».
Se non facevi il calciatore, ti potevo assumere come commesso alla Onis.
«Non male, ti ringrazio amigo ma la mia seconda passione è la musica, il mio pseudonimo è Tisso DJ, se vai su FB alla pagina ufficiale Fernando Damian Tissone o su internet al sito fernandotissone.com puoi vedere alcune mie esibizioni. Tra qualche giorno mi trovo con i miei amici, i Wallem Brother’s, ora loro sono a Miami per un videoclip, al loro ritorno faremo qualcosa insieme».
Ti vogliono bene in tanti, ho visto in rete un video dei tuoi ex compagni della Samp, ascoltano la tua musica, parteciperai a Sanremo 2015?
«Tu sei fuori di cabeza, macché Sanremo. Il video della Samp è stata una sorpresa, che grandi. Anche a Genova ho ancora tanti amici».
Parliamo della Dea e di Bergamo, che mi dici?
«Il primo pensiero è per Peter Barcella, non ho mai conosciuto persona migliore, la sua scomparsa mi ha segnato. A Bergamo ho tanti amici, Fabiano che mi segue il web, i ragazzi della Onis, tanti ex compagni e la fantastica tifoseria atalantina. Che gente voi bergamaschi, tanta roba. L’Atalanta sta facendo un campionato impressionante, sono fortissimi. Accetto il tuo invito e domenica, salvo complicazioni, sarò in tribuna».
Qui ti chiamavamo Tisso, prima ho assistito alla tua intervista con Marca e AS, i due giornalisti spagnoli ti chiamavano Gladiator.
«Sì, in Spagna ti mettono subito un soprannome, in campo lotto e do tutto, per i miei tifosi sono El Gladiator».
Fernando, toglimi una curiosità: quando ti scrivo SMS in spagnolo, capisci tutto?
«Claro que no. Scrivi in bergamasco spagnolizzato, aggiungi ogni tanto delle s. Sei incomprensibile».
Bueno! Facciamo i seri, raccontami dell’infortunio, è vero che lo hai fatto per far perdere 20 kg di peso a tuo padre?
«Sai tutto eh, mi sono infortunato in allenamento, da solo, ho allungato la gamba e ho sentito un dolore allucinante. Mi sono fermato subito e immediatamente ho fatto una risonanza magnetica presso la clinica del centro sportivo del Malaga. Ho subito la lesione del crociato, ho optato per l’ospedale di Iseo, il professor Metelli è il migliore, mi ha operato mercoledì scorso e l’intervento è andato come previsto. Ringrazio anche tutto il personale dell’ospedale, mi hanno fatto sentire a casa. Ora rimango ospite qualche giorno qui a Coccaglio all’Hotel Touring, poi andrò in Liguria, Cassano mi ha consigliato il suo phisio e poi seguirò il programma di riabilitazione del prof Miguel Enrique. Miguel lo conosci?».
Certo, Miguel ha lavorato con tanti campioni, tra cui Roberto Baggio.
«Oh, guarda che la storia dei 20 kg è una promessa di Lino, dice che al mio rientro sarà un figurino. Anche tu però Sersao, un ventello di chili potresti promettermeli. Ti trovo leggermente in forma, sembri un vitello».
Che socio, dai dimmi: a parte me e Cristian che saremmo titolari inamovibili, chi metteresti nella tua formazione ideale?
«Ma è una domanda per un ex giocatore! Mi fai riflettere e mi vengono in mente tanti grandi campioni con cui ho giocato insieme, ti dico un solo nome in onore di Bergamo: Giampaolo Bellini! Per gli altri otto ci sentiamo la prossima volta».
Quante nazionalità hai? Argentina, Italia, Capo Verde… Sei un cittadino del mondo. Se ti chiamasse Prandelli? Che fai?
«Il mister è l’uomo giusto per gli azzurri, ha l’imbarazzo della scelta, in Italia ci sono dei fenomeni. Certo se mi chiamasse risponderei di sì e ne sarei orgoglioso. Quando ero alla Sampdoria con Gigi Del Neri avevano accostato il mio nome alla Nazionale».
Vivrai a Malaga, e questo è un bene per la mia pensione: verrò a svernare da te, mi ospiti?
«Quando vuoi, adesso penso a fare il giocatore, ho ancora due anni di contratto con il Malaga, quest’anno ho sempre giocato tranne una partita perché ero squalificato. Rientrerò a luglio, sono determinato, voglio rientrare più forte di prima».
Ok Fer, ti stimo per tenacia e umiltà, grazie per la camiseta, regalo gradito, guarderò le tue partite e ascolterò la tua musica.
Preparati al meglio e dì a Lino di organizzarsi con il BBQ, prossimo appuntamento: asado a Malaga.

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