Piacenza – AlbinoLeffe 1-3 (0-2)PIACENZA (3-4-2-1):

Libertazzi 5; Simonetti 6 (25′ st Scorza 6), Battistini (cap.) 5,5, Marchi 5,5; Pedone 5,5 (1′ st Lamesta 7), Corbari 7, Suljic 6,5, Visconti 5,5 (36′ st Maio sv); Galazzi 5 (1′ st De Respinis 6,5), Gonzi 6; Cesarini 6. A disp.: 22 Stucchi, 2 Martimbianco, 4 Miceli, 10 Palma, 19 Saputo, 21 Babbi, 36 Cannistrà, 38 Tafa. All.: Cristiano Scazzola 6.
ALBINOLEFFE (3-5-2): Savini 6,5; Canestrelli 6, Mondonico 6,5, Riva 6; Borghini 7, Gelli 7, Nichetti 6,5, Giorgione (cap.) 7 (42′ st Piccoli sv), Tomaselli 7,5; Manconi 6,5, Cori 6 (35′ st Galeandro sv). A disp.: 24 Paganessi, 31 Caruso (p), 2 Cerini, 3 Berbenni, 10 Gabbianelli, 19 Ravasio, 20 Genevier, 27 Miculi, 29 Ghezzi, 30 Petrungaro. All.: Marco Zaffaroni 7.
Arbitro: Turrini di Firenze 6 (Bocca di Caserta, Festa di Avellino; IV Gauzolino di Torino).
RETI: 12′ pt Gelli (A), 29′ pt Borghini (A), 12′ st De Respinis (P), 18′ st Tomaselli (A).
Note: ammoniti Marchi, Gelli e Canestrelli per gioco scorretto, Giorgione per protesta . Tiri totali 9-5, nello specchio 7-4, respinti/deviati 2-1, parati 5-1. Corner 6-1, recupero 0′ e 5′.

PiacenzaGelli e Borghini adoperano la testa come si deve e soprattutto come l’ariete di riserva (?) di casa al “Garilli”, Tomaselli serve la pallonessa per spezzare subito l’equilibrio e la imbusta con la ceralacca. Complemento oggetto sottinteso e duplice: la terzultima partita di regular season nella tana del Piacenza e la pratica playoff, ormai cosa fatta da settima in classifica (53 punti, la soglia è 48) nel girone A di serie C, rimanendo gli scontri diretti per il posizionamento in griglia del 24 aprile (ore 15) a Gorgonzola col Pontedera e 2 maggio al “Rigamonti-Ceppi” di Lecco. L’unica preoccupazione è che la post season va presa pressoché senza rincorsa: due turni nella fase del girone ogni tre giorni, il 9 e il 12 in gara secca, mentre la fase nazionale ad andata e ritorno, comprensiva di due turni e semifinali, andrà in scena ogni quattro dal 16 maggio fino alle finali del 9 e 13 giugno.
Tornando alla stretta attualità, una bella combinazione di superiorità più tecnica che territoriale e cinismo da big. Non passa molto che la zuccata in corsa del livornese sul traversone a rientrare dell’ispirato pendolino porta avanti le ambizioni seriane. A segno alla prima chance nitida, a ruota del conato di Manconi alla cinquina d’orologio convergendo da mancina e dell’incornata loffia di Battistini sul controcross di Cesarini da destra ad appena un giretto di lancetta dal rompighiaccio. Gli Zaffaroni-boys sono in modalità non svegliare il pastore bergamasco che dorme: se la punizione di Suljic dalla lunghissima (25′) è una telefonata a un Savini che non deve nemmeno piegarsi sulle ginocchia, la frustata in elevazione di Borghini corona col raddoppio lo schema a due chiamato all’assistman precedente da Giorgione per la pennellata sannita a favore di fronte piena. Tra i legni, però, di là c’è un elemento ben poco reattivo, capace giusto di accompagnare la sfera nel sacco con lo sguardo e stop.
Al 35′ l’ex di turno Gonzi si fa sporcare il conato da fuori, al 37′ Corbari non arriva al dunque sempre sbattendo contro la grande muraglia e a una manita dall’intervallo Cesarini supportato dal bosniaco si trascina il capitano bluceleste fino al limite per sganciare il mancinone senza incrociarlo. Cambia un po’ l’inerzia 12 minuti dopo il rientro dal tunnel, con la virata di Scazzola a 4-4-1-1 (all’andata, 1-1 all’antivigilia di Natale con Ballarini e Canestrelli a segno, in panchina c’era Vincenzo Manzo, cacciato il 25 gennaio), quando proprio il russo-senese, raggiunto dalla new entry Lamesta, impreciso dal vertice destro in avvio di ripresa sul suggerimento del suo regista, crossa per il gioco della torre dell’interno destro a tutto pro dell’ex sestese De Respinis. Niente panico, perché la ripartenza Giorgione-Manconi solca il campo verso il lato del numero 7, che apre il piattone solo soletto davanti a Libertazzi. Si invertono giusto gli ultimi due ruoli sul la di Carmine il beneventano, al 27′, quando a dire di no al bomberissimo da quindici stagionali è Simonetti. Due minutini e quasi dal fondo Cesarini chiama l’estremo baluardo ospite a sollevare le punte delle falangi, serrate decisamente invece all’alba dell’ottantesimo sulla bomba da fermo di Lamesta, tiro mancino che innesca la capocciata a due Corbari-Gelli. Lo spondista dell’illusoria e temporanea riapertura dello score la alza alla viva il parroco sulla traiettoria dalla bandierina sinistra del compagno specialista nelle palle inattive (41′), Gonzi (44′) dai 30 metri di seconda non può fattualmente punire la respinta del muro altrui sul quinto corner e Manconi al novantesimo è senza pretese.