di Matteo Bonfanti

Questa è la favola di Martina Bettonagli, ventotto anni, e c’è già un po’ tutto nel nome, sacra a Marte, proprio lui, il dio della guerra. E chi si chiama così, non si tira indietro se c’è una battaglia da vincere. Quella di Martina comincia più o meno un anno fa, quando muore Daniele, suo papà. Il legame tra loro è da sempre fortissimo, si chiama Arcene 1956, il club calcistico di famiglia. Daniele se ne va nel suo modo, tenero, in punta di piedi, in un attimo, senza disturbare dopo aver lottato cinque mesi contro un tumore fulminante, lasciando la moglie Giusi e le tre figlie nel dolore. Martina, che è alta alta, solo qualche anno prima faceva la modella e da ragazzina giocava portiere, è la più piccola. Ma è una roccia per un’intera famiglia che non riesce a darsi pace.
E’ l’estate dell’anno scorso. Si parte. Senza Daniele c’è una vita da riorganizzare, c’è il lavoro e c’è il calcio, Martina diventa la nuova presidentessa biancoazzurra. L’obiettivo è quello del padre, che un giorno si era buttato senza pensarci due volte per fare restare un felice angolo di pallone nel suo appassionato paese. Il cuore è lo stesso, la massima dirigente comincia dove aveva finito suo papà: il campo quando è allegria e voglia di stare insieme, divertendosi e facendo casino dopo il triplice fischio. Poi, se i risultati arrivano, ancora meglio. Campionato al via e ci si accorge che il gruppo è di quelli compatti, fortissimi, in grado di fare grandi cose. Il girone D di Terza è un raggruppamento con tante corazzate, la squadra di mister Luigi Foresti è tra queste. Merito dell’entusiasmo di Martina, del lavoro di un tecnico e del suo staff bravissimi ad abbinare serenità e impegno, del sapiente e intelligente direttore sportivo Claudio Allievi, del segretario Emanuele Bosco, di dirigenti infaticabili come Mauro Invernizzi, Emilio Poloni o Damore Scotti. Ognuno fa la sua parte, così dietro la scrivania, così in campo.
E sul rettangolo di gioco i protagonisti di un’annata calcistica che col passare dei mesi diventa magica sono tantissimi, il leader è Mauro Briccoli, fantasista classe 1984, piedi fatati, simpatia da vendere, senso del gol (17 alla fine), accanto a lui in un attacco stratosferico Davide Cortesi, professione bomber, venti reti nel sacco, poi Andrea Chiaratti, fenomeno della trequarti, quindi Roberto Bagini, trequartista col vizietto del gol e l’obbligo di regalare assist ogni benedetta domenica per concludere con Alessandro Moncada, classe 1981, che fa ancora la differenza firmando sette golassi importantissimi e Cheikh Niang, ventiduenne scatenato, altro che stravede la porta (sei reti). Centrocampo solido e ispirato, grazie a un metronomo come Igor Passera, alla classe e alla fantasia di Matteo Abati, alla quantità e alla qualità di Francesco Chignoli, alla straripante determinazione di un baby d’oro come Matteo Allievi, alla forza di Riccardo Rama.
Stellare l’attacco, super il centrocampo, fortissima la difesa, col talentuoso Marco Bosco, a cui facciamo tutti gli auguri possibili per l’ormai prossimo rientro dopo l’operazione al crociato, con Emanuele Bylishi, che si fa tutta la fascia a cento all’ora, sfornando cross da urlo, con Omar Goisis, Federico Foresti ed Ergys Peqini a prendere ogni pallone passi nell’area dell’Arcene grazie a grinta, esperienza e senso tattico. Se poi qualcuno tira in porta c’è Alex Merati, professione portierone, una sicurezza tra i pali. Gol a raffica, più di sessanta, e un’incredibile rincorsa alla corazzata Pumenengo.
Si arriva a suon di vittorie all’ultima giornata di campionato, capolista a 56 punti, Arcene a 55. Ironia del destino gli ultimi 90’ sono il massimo che può accadere nel pallone, prima contro terza, seconda contro quarta, con tutte le quattro squadre in ballo caricate a mille. Nel dubbio Martina, che è una persona dal sorriso contagioso, sempre pronta alla battuta, fa stampare una maglia da completare solo a giochi fatti con una crocetta da mettere o sulla promozione diretta o sugli eventuali play-off, perché tanto in ogni caso ad Arcene si farà festa, come dopo una straordinaria vittoria o una cocente sconfitta. Il Pumenengo non sbaglia, l’Arcene fa il suo, ma non basta e va a giocarsi la Seconda alla finalissima contro la Libertas Casiratese di mister Ardemagni.
Siamo a questa domenica. I biancazzurri vincono grazie ai golassi di tre protagonisti di cui abbiamo parlato poco sopra, tre campioni che di cognome fanno Chignoli, Briccoli e Cortesi, il bomberone che fa la rete della sicurezza e manda la stagione agli archivi col grande salto in Seconda. Il sogno è realtà, d’estate la presidentessa voleva regalare la promozione al padre, Daniele, che se la sarà gustata accanto a San Pietro, noto appassionato di pallone. Ce l’ha fatta e la sua storia diventa la favola sportiva della nostra settimana. C’è tempo per una dedica, è quella di mister Foresti, che a impresa compiuta ringrazia proprio la sua numero uno, “che ci è sempre stata vicina”. Lei, ma anche la mamma Giusi, che ogni domenica sera ha sfamato i calciatori con una serie di panini indimenticabili al bar Bogni, il locale di famiglia, una seconda sede per la neopromossa Arcene.
Non è finita qui, domenica Martina porterà i suoi calciatori a festeggiare: pranzo insolito, in un ristorante alla buona, da raggiungere in bicicletta, così per mantenere lo spirito di gruppo. Poi tutti al bar Bogni per una sorpresa che farà rimanere i ragazzi con la bocca aperta e la lingua fuori. Ve la racconteremo…