Dopo gli insulti arriva lo sfogo. Mister Federico Perelli del Palosco ci invia una lettera raccontandoci tutta la sua amarezza per i fatti accaduti domenica a Cavernago in una partita in cui il mister degli ospiti è stato pesantemente beccato dal pubblico dei padroni di casa e dove il guardalinee locale ha tentato di rifilare al tecnico una testata.«Capisco che qualcuno possa non capire, ma per molti di noi quello di domenica era un derby importante, e, si sa, i derby si possono vincere e si possono perdere. Prima di tutto faccio i miei complimenti al Cavernago, al mister avversario per i tre punti conquistati. E’ dovuto altresì un chiarimento sulla giornata e sugli episodi verificatisi, prima, durante e dopo la gara. Chi mi conosce sa che depreco ogni forma di violenza gratuita ed ogni forma di provocazione. Amo l’agonismo, quello vero, quello fatto di sudore e anche di cattiveria calcistica, e se ci sta, siccome giochiamo a calcio, ovvio che ci sta qualche pedata che va e che viene, ma senza mai prevaricare la linea di confine tra correttezza e slealtà… Spero, dopo domenica, di avere dimostrato a tutti voi come si può non cadere in provocazioni forti come quelle di domenica, “astutamente organizzate e pianificate” per innervosire e colpire il sottoscritto e la squadra, con striscioni, offese ed accuse (che al momento ancora ignoro – ma ci dovranno pur essere delle motivazioni) assolutamente prive, da parte mia, di ogni logica e fondatezza. La cosa che dispiace principalmente è aver visto i piccoli ragazzini delle giovanili della società Cavernago, aizzati per tutta la partita alla rete per offendere pesantemente gli atleti, i tesserati e il tecnico avversario (alias il sottoscritto) piuttosto che tifare la loro squadra. E questo non è un bel messaggio… Sottolineo che non conosco assolutamente quel signore con la bandierina in mano, (che ha dichiarato che era un anno che mi aspettava, per fare cosa poi non si capisce…) che ci ha verbalmente aggredito e che, alla presenza di arbitro e avversari cui stavo dando la mano e complimentandomi per la gara disputata, ha cercato di dare una bella testata (e vista la taglia direi anche capiente…). Pertanto, nella convinzione che quanto accaduto sia espressione di quel singolo tesserato che ha pronunciato così tante belle ed eleganti parole e che si è reso protagonista dell’episodio, mi riservo di denunciare l’accaduto a tutti gli organi competenti, al solo fine di evitare, in futuro, che quanto avvenuto sul terreno di gioco di Cavernago possa ripetersi in altre gare del campionato e, più in generale, nell’ambito di ulteriori contesti sportivi. Ritengo infatti che all’ignoranza e alla maleducazione di certi personaggi si dovrebbe rispondere con tutti gli strumenti che abbiamo a disposizione per debellare tali episodi, e eventuali allontanamenti da strutture sportive di certi sportivi non sarebbe altro che un monumentale passo in avanti di tutto il movimento calcistico dilettantistico nazionale. E tutto questo per non lasciare che quel signore viva adesso, nella sua certa convinzione, il suo momento di “grande” gloria personale, perché probabilmente è così che si sentirà oggi: felice nella sua ignoranza sportiva».Federico Perelli
La replica del Cavernago passa attraverso le parole del direttore sportivo Dario Negrotti che, contattato telefonicamente, riguardo alle lamentele di mister Perelli per gli insulti a lui rivolti dalla tifoseria biancorossa ribatte: «Perelli non può non capire il motivo di tanto astio. La scorsa stagione era seduto sulla nostra panchina e quest’anno oltre ad andarsene, ha portato con sé nove dei nostri ragazzi. Riguardo gli insulti vorrei precisare che è stato proprio il tecnico del Palosco ad aizzare la folla insultando Dossena, definendolo ripetutamente ‘un pagliaccio’, mentre un suo collaboratore rivolgeva epiteti razzisti nei confronti di un nostro giocatore di colore». Per quanto concerne invece il fatto che dei ragazzini a bordo campo rivolgessero frasi ingiuriose al tecnico commenta: «Lo ritengo soltanto un fatto isolato, in quanto non possiamo impedire loro di dire ciò che vogliono». In merito all’episodio avvenuto a fine gara, Negrotti difende il suo tesserato: «Anche in quel caso ad istigare, soprattutto a cavallo tra i due tempi, è stato un collaboratore di Perelli, che ha continuato poi anche dopo il triplice fischio. Concludo dicendo ironicamente che lascio al signor Perelli la sua cultura di calcio, dato che la cita solo quando più gli fa comodo». Finisce così il botta e risposta anche se siamo sicuri che questa storia sia ancora lontana dall’avere una conclusione. FD