Un match deciso dai dettagli punisce Giulio Zeppieri e premia Zhizhen Zhang,
(foto Antonio Milesi) primo cinese di sempre a entrare tra i top-100 ATP. Lui si allena in Croazia, vede un bel futuro per il tennis cinese e svela un simpatico aneddoto riguardante Berrettini. KO anche Flavio Cobolli, va fuori il numero 1 Kamil Majchrzak.
Avrebbe potuto scrivere un po’ di storia a Bergamo, invece Zhizhen Zhang (da buoni occidentali, scriviamo prima il nome e poi il cognome…) ha voluto fare le cose in fretta. Con i quarti di finale a Napoli, è diventato il primo cinese a entrare tra i top-100 ATP. Ma il Trofeo Perrel-Faip, presented by BPER Banca (45.730€, Slam Court) è il primo torneo in cui si presenta con una classifica a due cifre. Ed è da solo, visto che il suo coach Luka Kutanjac è rimasto in Croazia, mentre sua moglie si trova in Cina. Ma lui c’è abituato, e lo ha dimostrato vincendo un match non semplice contro Giulio Zeppieri. L’azzurro è in un buon periodo e ha avuto le sue chance in una partita velocissima (un’ora e trentaquattro minuti per tre set), ma un game sciagurato sul 2-2 nel terzo lo ha condannato. Era avanti 40-0 ma ha perso cinque punti di fila, tra cui un doppio fallo e un ardito tentativo di smorzata. E così il tabellone ha fissato il punteggio sul 3-6 6-3 6-4 per il 26enne di Shanghai, che tornerà in campo mercoledì contro il qualificato Otto Virtanen. “Nel primo set Giulio è stato incredibile al servizio, impedendomi di rispondere bene – ha detto Zhang – mi ha brekkato in un game in cui ho sbagliato tre palle facili. Perso il primo, ho cercato di rispondere meglio, soprattutto dal lato del rovescio, e mi sono concentrato ancora di più sui miei turni di battuta, evitando di buttare via punti facili. Sono contento di essermi ripreso”. Per la verità, il match poteva avere anche un altro esito: sull’1-0 al terzo, Zeppieri ha avuto una palla break dopo averne cancellate tre (da campione) nel game precedente. Lì è stato bravo Zhang, con un bel rovescio lungolinea. Insomma, una partita decisa dai dettagli. E i dettagli sono andati a favore di un tennista che a gennaio era numero 321 ATP e quest’anno ha vinto 51 partite, dando una svolta cruciale alla sua carriera. La fiducia aiuta ad avere fiducia, e Zhang lo ha dimostrato.
IL MATRIMONIO E LE BATTUTE DI BERRETTINI
Gli chiediamo se sente il peso del grande risalto avuto dal suo piazzamento tra i top-100, tra storia e orgoglio nazionale. “Un po’ lo sento, ma non si tratta di pressione – racconta – è bello perché nessuno pretende che io vinca, ma sono molto contenti dei miei successi. Per me è facile gestire il tutto, sono rilassato e vivo tutto questo in modo positivo”. È forse aiutato dal fatto di fare base in Europa già da un po’, dunque vive da lontano la realtà cinese. Ci è tornato lo scorso settembre per un match di Coppa Davis, in cui la Cina ha dominato l’Uruguay e sembra pronta a lottare per piazzamenti importanti. “Vero, siamo un’ottima squadra. Con Yibing Wu mi trovo molto bene (i due conversano spesso su WeChat, ndr), anche se sul campo non sono ancora riuscito a batterlo. Juncheng Shang è mancino, lo conosco meno bene ma è giovane e ha tanto spazio per migliorare. Diventeremo forti, ma non abbiamo un doppio….”. E giù una risata simpatica, proprio come è simpatico ZZZ (il modo in cui si fa chiamare da chi fatica a pronunciare il suo nome). Gli suggeriamo che potrebbe allenarsi un po’ per il doppio, e non perde il sorriso: “Eh, abbiamo tre ottimi singolaristi, ma bisogna trovare un sistema per costruire una buona coppia di doppio…”. Grazie a questo trio di giocatori, il tennis maschile cinese si sta svegliando da un letargo infinito. A parte l’assenza di top-100, è da ben ventisette anni che un cinese non raggiunge una semifinale nel circuito ATP (Bing Pan a Seul 1995). Curioso, visto che le donne hanno colto risultati straordinari. “Onestamente neanche noi sappiamo il motivo di tutto questo – dice Zhang, di nuovo serio – stiamo cercando di trovare una risposta, e credo che l’unica strada sia la presenza di giocatori di livello che suggeriscano ai giovani la strada da percorrere. Bisogna effettuare una programmazione internazionale e non restare sempre in Cina. Se non viaggi, non ti alleni in modo adeguato”. Lui ha interpretato al massimo questa idea, visto che da anni fa base in Europa: è stato in Francia, dove ha condiviso l’accademia con Daniil Medvedev (“Ci siamo allenati insieme, lui vinceva il 65-70% delle volte”), mentre adesso fa base presso la Ljubicic Tennis Academy di Veli Losinj, in Croazia. Non a caso, è rappresentato dalla LJ Sports Group dell’ex numero 3 ATP, stessa agenzia che rappresenta Matteo Berrettini. “Lo conosco, e con lui c’è un aneddoto simpatico. Sapeva che l’anno scorso mi sono sposato, e quando ci siamo visti allo Us Open, ogni singola volta che ci vedevamo faceva il gesto di indicare l’anulare sinistro”. Il fatto curioso è che Zhang ha lasciato l’anello nuziale in Cina, il che rendeva ancora più divertente la situazione. Mentre lo racconta, Zhang ride di gusto. “Lo faceva ogni singola volta, era diventato un tormentone!” insiste. Può sorridere. D’altra parte, con una stagione come la sua, ridere viene molto semplice.
COBOLLI CEDE A STRUFF, VA FUORI IL N.1 MAJCHRZAK
Subito dopo l’eliminazione di Zeppieri, è arrivata anche quella di Flavio Cobolli.
Accompagnato da papà Stefano, aveva un match molto complicato contro lo specialista Jan-Lennard Struff, decisamente favorito dalla rapidità della superficie. Finalista nel 2013 e nel 2014, il tedesco conferma che l’attuale 168esima posizione ATP non è veritiera. Un netto 6-1 6-2 in 54 minuti lo ha spinto negli ottavi, anche se Cobolli ha avuto le sue chance in avvio di entrambi i set: ha avuto due palle break sull’1-1 del primo set e una sull’1-0 nel secondo. Le condizioni di gioco, tuttavia, erano troppo favorevoli al tedesco, che negli ottavi troverà il vincente di Nardi-Machac. Prosegue la piccola maledizione per il tennis italiano a Bergamo: è dal 20 febbraio 2020 che un azzurro non vince una partita. Quel giorno, Andrea Arnaboldi e Roberto Marcora si qualificavano per i quarti di finale. Da allora, soltanto sconfitte. Un incantesimo che i tre azzurri ancora in gara nel 2022 sono chiamati a sfatare. Il torneo, nel frattempo, registra l’uscita di scena del numero 1 del tabellone Kamil Majchrzak: il polacco si è fatto sorprendere dal rampante russo Alexander Shevchenko, classe 2000, la cui intensità di gioco è davvero notevole. È finita 6-4 7-5 e non è una grande sorpresa, poiché il livello nei tornei Challenger è molto equilibrato e non c’è da stupirsi che il numero 144 sconfigga il numero 82. Di certo, è un torneo molto, molto difficile da pronosticare.