L’entusiasmo è ancora alle stelle e l’impressione è che sarà così ancora per molto: la Champions League centrata dall’Atalanta è un traguardo storico che nelle vene dei protagonisti scorre ancora come adrenalina.
Lo dimostrano i sorrisi a 32 denti di Andrea Masiello e Marten de Roon, pilastri della banda Gasperini, ospiti mercoledì sera dell’Accademia dello Sport per la Solidarietà. Accompagnati da strameritati applausi e immancabili selfie, hanno imbracciato le racchette per affrontare gli ex nerazzurri Massimo Carrera e Oscar Magoni, in un’ideale sfida tra difesa e centrocampo del presente e del passato.
“Volevamo vincere anche la finale ma è stata una stagione straordinaria – racconta de Roon – I 25mila bergamaschi a Roma ci hanno emozionato, è stato un peccato. Ma ci siamo rialzati subito a Torino e alla fine andiamo in Champions League: non riesco a spiegare ancora come ci sentiamo, abbiamo fatto la storia. Avevamo iniziato male, siamo usciti col Copenaghen: poi dopo la sosta per le nazionali abbiamo vinto col Chievo e il mister ha spostato Papu più indietro. È stata la svolta che ci ha portato in alto”.
Anche a Cividino si è sentito l’affetto dei tifosi: “Per me è qualcosa di speciale. Sono contento di questo rapporto con i bergamaschi, loro si meritano questo sogno che stiamo vivendo da tre anni. Ancora non abbiamo realizzato cosa abbiamo fatto: lo capiremo quando sentiremo la musichetta della Champions. Chi spero di incontrare? Sul pullman dopo la vittoria col Sassuolo abbiamo guardato subito i possibili avversari: scelgo Liverpool dalla prima fascia, Real Madrid in seconda e Benfica in terza”.
Alle parole dell’olandese si sono aggiunte quelle di Andrea Masiello, quest’anno premiato con il Golden Vip d’onore dell’Accademia: “Per me significa rinascita, per quello che ho passato, per i momenti bui, per tutti i sacrifici. Un riconoscimento che mi emoziona e che per me ha un grande significato”.
L’analisi sulla stagione è lucida e precisa come le sue chiusure in campo: “Sinceramente quando sono arrivato non mi sarei mai aspettato un risultato del genere. Qui ho avuto la mia consacrazione e sono davvero contento. La svolta è arrivata per un insieme di fattori: dal cambio posizione del Papu, i punti fuori casa, mal che andava pareggiavamo. Le vittorie di Napoli, a Roma con la Lazio, il pareggio di Torino, di Milano con l’Inter hanno fatto la differenza. Ancora non ci rendiamo conto di essere in Champions, ce ne accorgeremo ai gironi. 99 su 100 chiuderò qui la carriera: per me è l’apice della mia carriera, con il calore dei tifosi per noi è come se avessimo un trofeo in bacheca. Anche nei momenti difficili ci sono stati vicini”.
Prima del rush finale era stato tra i più ottimisti e i risultati gli hanno dato ragione: Gianpaolo Bellini, ex capitano nerazzurro, dai campi del centro Mongodi di Cividino aveva pronosticato l’Atalanta in Champions League perché troppo affamata e padrona del proprio destino.
“Bellissimo – commenta – Adesso bisogna iniziare a ragionare su quel target e migliorare sicuramente perché il livello si è alzato tanto: la prossima stagione è da affrontare con il solito entusiasmo ma anche con serenità. Le squadre ormai da due/tre anni considerano l’Atalanta una grande e lo si vede nel modo in cui la affrontano. Cosa darei per tornare indietro di qualche anno e poter giocare la Champions? Ma no, nulla. Va bene così”.
Giovedì 30 maggio si torna in campo con una nuova ondata di ospiti speciali del mondo dello sci: Roberta Midali, Giulio Bosca e Walter Girardi. Ma tornerà anche Cristiano Doni e ci sarà il regista di “Tre metri sopra il cielo” Luca Lucini.