SALERNO

– Ilicic inventa, Zapata segna. E l’Atalanta torna da Salerno con tre punti d’oro al termine di una partita dominata dai generosi e indomiti giocatori della Salernitana, bravi, sfortunati ma con poca esperienza in serie A. Perché il gol è sempre un tocco di magia che scombussola l’equilibrio di una partita. Ed è quello che ha permesso alla formazione nerazzurra di vincere una partita che ha rischiato addirittura di perdere. Grazie ai campioni come Ilicic e anche Zapata, che fino al gol non aveva entusiasmato. Anche la Salernitana aveva in campo un campione come Ribery. Ha giocato solo un tempo ma è bastato a creare grattacapi ai nerazzurri. Non solo Ribery comunque, perché i suoi compagni non sono stati da meno. Ancora una volta, è probabile che sia così, la sindrome della Champions ha messo a nudo l’Atalanta. Si è fatta sorprendere dall’aggressività, dalla forza fisica e dall’intraprendenza dei salernitani. Soprattutto in mezzo al campo dove i due Coulibaly costringevano Freuler e Pasalic ad arretrare, poi Gosens, in particolare, veniva spesso risucchiato dalla velocità dello sconosciuto laterale tunisino Wajdi Kechrida. E in avanti Zapata spesso in difficoltà, per fortuna ha trovato la soluzione vincente, ma lasciato troppo solo dai due naufraghi della serata Malinovskyi e Miranchuk, ancora una volta negativi. Reggeva, al solito, la difesa con il solito strepitoso Musso, una parata ma decisiva, sebbene Gondo e Djuric, ispirati da Ribery, si muovessero senza un attimo di sosta ma Toloi, Demiral prima e Djimsiti dopo, e il solito insuperabile Palomino hanno contrastato e bloccato, ovviamente dannandosi anima e corpo, gli attaccanti della Salernitana. Un palo, una paratona di Musso su Gondo, gol falliti da Obi e da Djuric che doveva essere espulso per la gomitata a Demiral, tre punti di sutura, mentre l’ineffabile Valeri ha solo sanzionato col giallo. Dunque un’Atalanta da dimenticare, risultato a parte. Eppure fortunata perché giocando male, anzi malissimo ha ottenuto tre punti, proprio come a Torino. E’ affiorata, per quasi tutti i giocatori, la stanchezza fisica e mentale, dopo lo stress positivo col Villarreal e anche i cambi di formazione non hanno giovato perché tre dei quattro entrati in campo dal primo minuto, Pasalic, Miranchuk e Maelhe sono stati i peggiori, i primi due poi sostituiti frettolosamente a fine primo tempo. Così è toccato ad Ilicic accendere la luce, illuminare il gioco offensivo e con questa prestazione, aggiunti ai 28 minuti col Villarreal, il fuoriclasse sloveno sta migliorando. Doveva andarsene, invece sta diventando una fonte preziosa. “Alla Altafini” con le dovute differenze di tempo, gioco ed età. Quindi l’esordio di Koopmeiners: l’olandese si è posizionato a fianco di Freuler giocando senza particolari lampi e sprecando un calcio di punizione. E in una squadra senza ritmo e idee non poteva fare di più. E allora teniamoci i tre punti, in attesa di Sassuolo e Inter. Sono da evitare altri errori.
Giacomo Mayer