Tanti auguri ai viaggiatori, che questa sera se ne staranno a casa, ma che presto torneranno in capo al mondo, persino a Capo Horn. Buon anno ai musicisti, che possano rimettersi al loro posto, che è il palco, per pochi o per tantissimi. Che tornino nella mia vita, quantomeno una volta al mese, le chitarre e gli ukulele per trasformare di nuovo tutto intorno, una fredda cascina in un castello incantato senza un padrone, per esempio. Che sia un’annata meravigliosa per me, per la dozzina di persone che amo e pure per il gatto bianco e nero, che ieri notte mi è arrivato accanto per guardare una luna tanto grande che non ci stava neppure nella mia mano. E’ stato un attimo, si è fatto fare due carezze e poi è andato verso le lucine di un minuscolo appartamento sulla riva delle mie montagne. Così tanti auguri anche a chi del mio micio se ne sta prendendo cura, che immagino sia una nonna dolcissima, identica a mia madre che adesso tiene in braccio i miei due bambini. E io vorrei che da domani ogni nonna potesse rimettersi a farlo, perché le coccole fanno diventare grandi e forti e senza paura che nel cuore arrivi il vento freddo dal Nord. Che il 2021 tolga la malinconia ai calciatori, quelli uguali a me, che passano la vita a pensare alla loro partita che non ha un pubblico, ma ventidue cuori che battono all’unisono in mezzo a un bellissimo campo. Che il governo faccia subito un decreto per avere tre domeniche in più al mese, così che si recuperi il tempo perduto in questa immensa e interminabile sosta da quello che noi giocatori amiamo. Che riprenda la stagione dell’amore per le ragazze e i ragazzi che conosco, che possano correre nel cortile della scuola all’intervallo oppure il sabato pomeriggio fin sopra la collina per ricominciare a darsi i loro primi baci, spezzati da questo strano tempo. Che sia sempre festa, che ne abbiamo bisogno, che ogni sera il sindaco obblighi la mia gente all’aperitivo con la musica di un dj come la Nella, che è brava a farci ridere e a farci ballare. Che torni l’usanza di stringersi la mano e di darsi due bacetti o tre come fanno i russi nell’attimo prima di lasciarsi tra amici. Insomma tantissimi auguri, ora che io è un po’ che lo sento che siamo finalmente a tre passetti esatti dalla felicità.
Matteo Bonfanti