È amicissimo dell’ex arbitro bergamasco Paolo Silvio Mazzoleni, il triestino Piero Giacomelli. Tanto da aver partecipato al giro d’Italia della giacchetta colorata di Colognola per la presentazione della sua autobiografia scritta a quattro mani col giornalista nostrano Giorgio Burreddu, “La mia regola 18. Storia di un arbitro, di un padre, di un uomo felice”. Sempre citato dal collega, uno di quelli che lo salutarono con affetto al momento dell’addio alla professione sul campo. Per l’Atalanta, invece, il fischietto che nella vita di tutti i giorni fa il ristoratore è uno spauracchio. Non foss’altro perché porta benissimo alla Juventus, avversaria sabato sera (21.45) all’Allianz Stadium nella supersfida della tredicesima giornata di ritorno della serie A.
Una sfida scudetto, ormai, coi bergamaschi terzi a meno 9 dalla capolista (66 a 75) e a meno 2 dall’inseguitrice Lazio. Il problema è che Giacomelli, designato per uno snodo cruciale di tutto il campionato, ha diretto i bianconeri 12 volte col bilancio di 11 vittorie e 1 pari, il 3-3 casalingo col Parma il 2 febbraio dell’anno scorso. In questa stagione, invece, soltanto il poker al Cagliari, sempre a Torino, il 2 gennaio. Nello stesso mese, ma nel 2017, l’unico precedente nello scontro diretto, ottavi di Coppa Italia in casa della più forte: 3-2 per Max Allegri su Gian Piero Gasperini.
I nerazzurri, nell’annata in corso, hanno invece incrociato Giacomelli, 43 anni il prossimo 6 novembre, nel 2-2 di Napoli il 30 ottobre 2019, quando prima del secondo pari di Ilicic (Freuler il primo marcatore atalantino) non sanzionò col rigore una sbracciata reciproca tra Llorente e Kjaer. Giacomelli, con cui la Dea ha registrato 8 vinte, 4 nulle e 5 perse, sarà coadiuvato dagli assistenti Stefano Del Giovane di Albano Laziale e Filippo Valeriani di Ravenna. Quarto ufficiale Marco Piccinini di Forlì, al Var Massimiliano Irrati di Pistoia e Giorgio Schenone di Genova.