di Marco Bonfanti

Dopo aver cambiato completamente squadra, sostanzialmente per mancanza di denari, il Lecco ha fatto la prima contro il Monza, in casa  e ne ha prese cinque. Mentre guardavo sconcertato la partita mi è venuta in mente la canzone “La collina” di De Andrè, a sua volta trasposizione di una poesia di Edgar Lee Master. Ho pensato che valeva la pena parafrasarla e riderci sopra, a quel Lecco. Ecco cosa ne è uscito.

Dove se ne è andato Bugno
che sempre galoppava sulla fascia
e quella parte del campo si teneva in pugno.

Dove sarà mai Vignali l’Incontrista,
uomo coriaceo, uomo d’ordine in mezzo,
che l’avversario mai perse di vista.

E cosa ne sarà di França il Brasilero,
uomo dal gol preciso ad ogni incontro,
che cacciava la palla in rete senza alcun mistero.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Dove sono Pergreffi e Turati
quei giocatori precisi di difesa,
che li vedevi sempre ben allineati.

Dove è finito Baldo, il nostro capitano
che dava forza alla squadra indecisa
con giocate da sudamericano.

E i due portieri che difesero la rete
per ogni scorribanda che veniva
seppero opporsi con azioni concrete.

Dormono, dormono sulla collina
dormono, dormono sulla collina.

Di tanti gladiatori  non c’è più nessuno,
di chi allietò tante domeniche passate
proprio non ne è rimasto neanche uno.

Altri ne vennero chissà da dove,
chissà chi li prese e in qual rione,
chissà se di calcio fecero le prove.

Ma cosa fanno questi nuovi prodi,
questi ragazzi venuti alla bisogna,
che dovrebbero sapere dirci “godi!”?

Dormono, dormono sulla collina,
dormono, dormono sulla colina.