“La decisione su orari delle partite e date ufficiali spetta alla Federcalcio, ma l’intenzione di tutti è far riprendere la serie A il 20 giugno con la Coppa Italia la settimana prima”
. Parola di ministro. Ovviamente a porte chiuse. Vincenzo Spadafora, titolare dello sport del governo Conte, ha annunciato ufficialmente la ripresa del massimo campionato al termine del vertice con Figc e Lega Calcio di Serie A, di B e Lega Pro. Ripartono anche la B e -con playoff e playout – la C, ma solo La serie D deve soltanto ratificare la decisione già assunta di non ripartire nel prossimo consiglio federale del 4 giugno.
Non s’è ancora capito bene quando si potranno effettuare i recuperi della sesta giornata di ritorno, fra cui Atalanta-Sassuolo (Inter-Sampdoria, Verona-Cagliari e Torino-Parma gli altri), benché la logica suggerisca che vadano smaltiti prima del resto. Esiste anche il piano B, playoff e playout, con la cristallizzazione della classifica come extrema ratio. “L’auspicio è completare la Coppa Italia prima del nuovo inizio del campionato, tra il 13 e il 17 giugno”, ha proseguito Spadafora. Semifinali il 13 e finalissima addirittura il 17? Juventus e Milan da una parte, Napoli e Inter (deve recuperare coi blucerchiati) dall’altra restano in sospeso. Per date e forse calendario, la voce in capitolo spetta all’Assemblea della Lega di Serie A: appuntamento a domani, venerdì 29 maggio, forse anche prima di pranzo. Tra gli scogli, però, c’è ancora la trasmissione in chiaro delle giornate che restano, a cominciare dall’ottava di ritorno. Nel prossimo mese, al netto del trofeo della coccarda, si giocherà da subito ogni tre giorni: 20, 23, 26 e 29 salvo anticipi e posticipi.
Il Comitato Tecnico Scientifico ha approvato il Protocollo Gare della Figc, una delle partecipanti al vertice sul calcio col presidente Gabriele Gravina: gli altri erano i massimi rappresentanti di Lega A, B, Pro e Lega Nazionale Dilettanti Paolo Dal Pino, Mauro Balata, Francesco Ghirelli e Cosimo Sibilia. Tale documento, in sintesi estrema, prevede: match a porte chiuse con stadi suddivisi in area tecnica, spalti e area esterna, ognuna con un massimo 130 persone e 300 in totale; non più di 10 giornalisti più il personale per la messa in onda; arrivo delle squadre scaglionati (1 ora e 40 prima quella ospite, dopo 10 minuti quella ospitante); interviste delle sole tv a 2 metri di distanza; 1 metro e mezzo di distanza dall’arbitro con divieto di proteste; temperatura corporea rilevata ai giocatori; quarantena di 14 giorni per la squadra senza rapporti con l’esterno in caso di nuovo positivo; tamponi ogni 4 giorni, test sierologici ogni 15 giorni.