di Matteo Bonfanti
Come in Serie A, anche in D la distanza tra le nostre previsioni e quanto sta accadendo è abissale, a riprova della tesi del giorno che il calcio è un’alchimia strana, ci vogliono gli investimenti, d’accordo, ma questi non significano automaticamente una garanzia di successo.
Chi scrive parlava di un Pontisola favorito per il grande salto in C. Perso Pedrocchi, regista dai piedi sopraffini, andato a Lecco alla corte di mister Gaburro, il ds Zambelli aveva comunque preso Ragnoli, il migliore centrocampista sulla piazza, giocatore diverso, ma perfetto per una compagine velocissima sia di cervello che di piedi, sempre in grado di ribaltare l’azione con tre passaggi di prima. Giovani interessantissimi da piazze importanti (Lamera, Capelli, Cerini, Frana e Vitali su tutti), le conferme dei marziani del biennio d’oro (Ruggeri, Pinto, Recino, Ientile e Pennesi) e il miglior mister del semiprofessionismo lombardo in panchina, Giacomo Curioni, il Guardiola della categoria. Dove stanno ora i Blues dopo sei partite di campionato? Mestamente al sestultimo posto, con appena cinque punticini raccolti, reduci dal ko difficilissimo da digerire col Villa Valle dei miracoli, sconfitta meritata perché i giallorossi hanno creato di più, credendo all’impresa dal primo all’ultimo minuto della sfida.
E qui apriamo un altro capitolo, qualcosa che nessuno di noi aveva minimamente preventivato, ossia la straordinaria ascesa dei giallorossi in Coppa come in campionato. Avevamo tirato le orecchie alla politica delle riconferme portata avanti dai due grandi uomini mercato brembani, Monaci e Bordogna. Nessuna rivoluzione, gruppo storico della cavalcata trionfale in Eccellenza a farla da padrone (Gritti, Valli, Tarchini, capitan Mazza, i due Ferré, Mapelli, Ravasio e Del Carro), giovani sconosciuti (a noi, ma non ai dirigenti brembani, parliamo di Corti, che abbiamo scoperto è una delizia per gli occhi), un ragazzo forte forte rientrato dall’esperienza in Promozione (Castelli), l’ingaggio di tre calciatori di categoria (Sonzogni, Mammetti e Montalbano) e il cambio in panchina, al posto di Tarchini ecco Mussa, altro di cui nessuno di noi sapeva la benché minima cosa. Dicevamo: troppo poco per salvarsi, i giallorossi rischiano di trovarsi in fondo prima ancora di capire la nuova categoria.
Dalle infauste previsioni alla felicissima realtà, il Villa Valle è quinto in classifica, in piena corsa play-off, è l’unica compagine superstite bergamasca in Coppa Italia, è la sola squadra che ha fermato la corsa della capolista Como, gioca il miglior calcio dell’intero girone e domenica si è tolta lo sfizio di battere i mostri sacri del Pontisola in casa loro, al mitico Legler, con una prestazione superlativa di tutti i giocatori scelti da ds e team manager per affrontare serenamente la D (vedere per credere le pagelle di Gritti, Ravasio, Baggi, Mazza, Lazzarini, Valli, Corti, Sonzogni e Del Carro).
E le altre? Virtus Bergamo che doveva essere tra le prime e non lo è perché ne fa bene una e l’altra male, Caravaggio che ipotizzavamo invischiato nei bassifondi ed è tranquillo a metà classifica grazie anche alla scelta di affidare la squadra a quel genio che è Crotti, ancora in gol nella splendida vittoria nel derby coi seriani, Ciserano costruito senza pecche e invece è troppo balbettante, in evidente pareggite, Scanzo sulla falsariga dell’anno passato a lottare per la salvezza buttando sangue, cuore e sudore ogni maledetta domenica col meglio in panchina, mister Valenti, uno che ci piace da morire perché pare la vecchia pubblicità della Nike (“nothing is impossibile”).