Ok, ok, ci sono Pergolettese, Rezzato e Lecco che partono con l’unico obiettivo di vincere il campionato, ma il Pontisola è tanta roba e alla fine in C potrebbe andarci lui, perché ha un gruppo stellare e spettacolare, che nella scorsa stagione è arrivato a un passo dal grande salto, per finire la benzina sul più bello dopo la migliore stagione di sempre. Quest’anno non succederà, perché il ds Zambelli ha soprattutto mirato ad allargare la rosa, e se nel 2017-2018 i fenomeni erano undici, adesso sono venti, più o meno due per ruolo. Ci sarà da divertirsi, soprattutto in avanti, dove la solidissima società ha confermato il trio delle meraviglie formato dal re del gol Recino, dall’inossidabile genio che si chiama Ferreira Pinto e da Signorelli, che prima era un baby mentre adesso è uno dei calciatori più stimati e corteggiati dell’intera categoria. Nel reparto offensivo, dietro al tridente, scalpitano in tanti, soprattutto due, Giorgio Vitali, bomberone alto e grosso, scuola Inter, diciannovenne dal talento sopraffino reduce da un annetto a Cremona, e poi l’oggetto del desiderio di mezza Serie D, ossia Andrea Capelli, altro 99, che il Pontisola ha riportato a casa dopo la formidabile stagione con la maglia della Primavera della Spezia, 17 gol, 12 assist, l’impressione di fare con la palla tutte le cose possibili e pure qualcuna impossibile, con i colpi che hanno solo i predestinati del football.
Non c’è più Pedrocchi, eccezionale e illuminante centrocampista, che ha seguito il maestro Gaburro nell’avventura in bluceleste, ma Zambelli l’ha rimpiazzato con l’altro mediano che cambia i valori in categoria, Ragnoli, fosforo e dinamismo nella parte nevralgica del campo, super al Ciliverghe dopo una lunga esperienza nel vivaio del Brescia, culminata con l’esordio e una manciata di presenze in Serie B. Accanto a lui il giocatore più importante dello scacchiere Blues, Andrea Ruggeri, raro e formidabile perché tra i pochi totali, uno che segna (tanto), fa segnare altrettanto, chiude, riparte, insomma ne fa di ogni e sempre ottimamente.
E’ tutto? No, c’è molto di più, ci sono due giovani di belle speranze appena ingaggiati, Cerini e Frana, uno di scuola AlbinoLeffe, l’altro ex Primavera dell’Atalanta, c’è Lamera, che tanto bene ha fatto a Scanzo e che molti indicano come il prossimo golden boy del calcio in salsa orobica, e c’è mister Curioni, consacrato dagli addetti ai lavori come uno dei cinque allenatori più preparati nell’intero panorama del semi professionismo.
Dietro a tutto Galbusera e Bonasio, i due presidenti, tandem che ha portato il Pontisola ad essere stabilmente la terza potenza del nostro calcio subito dietro ai nerazzurri di Percassi, all’albiceleste seriana, a pari merito con gli amici-rivali della Virtus Bergamo, del Ciserano di patron Foglieni, dello Scanzo di Oberti, dei biancorossi caravaggini e, da un paio di mesi della favola del neopromosso Villa Valle.
Che dire? Che scommettere cento euro sui Blues a giugno in Serie C non è un azzardo, anche perché ora a fare il direttore sportivo c’è Gigi Zambelli, che qui in redazione chiamiamo ancora mister, nonostante sia diventato nell’ultimo decennio il ds perfetto, grandi colpi, ma pure attenzione massima al legame tra società e rosa, buttando a piene mani acqua sul fuoco di un entusiasmo che, quando è troppo, rischia di diventare assai pericoloso. Con lui i tanti che in questi anni non hanno mai fallito una stagione che sia una, tra questi Lucio Seghezzi, passato ad occupare il ruolo di dt.
In ultimo non certo per importanza due cose, il vivaio che brilla di luce propria, e la filosofia che si respira nei pressi del Matteo Legler, quella di vincere divertendo, riempiendo le tribune perché quando il pallone è spettacolo la gente allo stadio va ancora spesso e volentieri.
Matteo Bonfanti