Alla splendida presentazione di venerdì sera ho contato almeno tre grandi sfide che attendono il Villa Valle alla prova del fuoco, ossia l’imminente campionato di Serie D, qualcosa di storico per l’intero movimento calcistico brembano. La prima l’ha spiegata benissimo il presidente Piergiorgio Castelli, parlando del segreto dei giallorossi rispetto a gran parte del pallone bergamasco, la filosofia vincente di essere mes que un club, non una società, non un gruppo né una rosa importante, ma una famiglia, la parola cara al massimo dirigente. E badate bene che quelle del pres non sono frasi a vanvera o di rito, ma vere, che io stesso ho provato a tavola col Villa Valle. I dirigenti, che conosco poco e male, mi hanno fatto sentire immediatamente a casa, felicemente coccolato tra una chiacchiera con Castelli, che mi ha raccontato in modo ironico e divertente l’incredibile ansia che ha vissuto durante ogni partita dei playoff, o due parole col ds Monaci, che potrebbe tranquillamente andare alla trasmissione “Conosci per filo e per segno i cinquantamila calciatori lombardi” (se Rai Uno l’avesse inventata), o a parlare dei miei guai al ginocchio destro col medico, il dottor Marco Cassago, uno che ha fatto un sacco di Atalanta per poi scegliere i giallorossi “perché lavorare con queste persone è qualcosa di meraviglioso, entusiasmante e sempre appagante. Qui è il meglio che c’è, si investe sulla salute dell’atleta e tanti club di categorie superiori dovrebbero imparare dai brembani”. L’aria che si respira è quella di una famiglia dove ognuno ha il suo ruolo, i suoi compiti delimitati e precisi, un posto in cui l’estrema professionalità è sempre abbinata al sorriso, senza invidie o gelosie, e l’esempio vivente è Roberto Mazzoleni, l’amministratore delegato, eccellente eppure incredibilmente ridanciano, simpatico, uno con cui passare un sacco di sere.
La premessa per raccontare la prima grande sfida che attende il Villa Valle, che, comunque, personalmente sono sicuro che i giallorossi riusciranno a fare propria. Sono anni che questa famiglia sta ai vertici, vincendo ogni partita, e i successi in serie creano un incredibile collante. Nonostante Monaci e Bordogna abbiano fatto in estate un lavoro magnifico, allestendo una rosa di grande qualità, il primo anno in Serie D sarà naturalmente una brutta bestia, perché dai dilettanti si passerà al (semi) professionismo. Ci sarà un periodo di ambientamento dove arriveranno, magari, sconfitte in serie. Compito di Castelli, di Monaci e di Bordogna sarà regalare la massima serenità, che hanno dimostrato di saper dare in questi anni di successi, per non perdere quello che c’è di raro a Villa d’Almé, appunto il sorriso e la cura delle persone in un progetto che ha assunto da quest’anno proporzioni giganti, anche a livello di settore giovanile, con un vivaio diventato il serbatoio di baby calciatori forti, seri e pronti per la fortuna dei club dell’intera Valle Brembana.
E la seconda grande sfida di Castelli, Monaci, Mazzoleni, Belotti, Masnada e Bordogna sta proprio nella nostra ultima frase. La genialità dell’ultimo decennio del Villa Valle è stata sganciarsi dall’idea di essere il club di un solo paese, appunto Villa d’Almé, per diventare la società dell’intera Valle Brembana. Il progetto, unico nel suo genere, ha portato a un’incredibile crescita dell’intero movimento brembano. San Pellegrino promosso in Promozione, San Giovanni stabilmente ai vertici della Prima, Zogno quest’anno stellare e pronto al grande salto, e tanto per via dei campioncini del vivaio del Villa mandati a farsi le ossa nei club amici (tra cui annoveriamo anche Lemine Almenno e Berbenno, che non sono della valle, ma che volano grazie ai prestiti del ds Monaci). Magari ci sbagliamo, ma adesso con la Serie D qualcosa cambia, il divario tecnico tra Villa e società satelliti improvvisamente si allarga a dismisura. Occorrerà, quindi, aumentare il raggio d’azione per dare ai golden boy del settore giovanile uno sbocco anche in Eccellenza, la categoria più vicina, la più consona a ragazzi talentuosi, che da domani saranno impegnati nel campionato nazionale juniores e che in questo momento sono il meglio che c’è sulla piazza. Ignoriamo se il passaggio di tre giocatori di ottimo livello (Mosca, Lapadula e Vezzali) al Caprino vada proprio in questa direzione. L’impressione è comunque che la Valle sia diventata troppo piccola per il Villa. Aspettiamo al varco i giallorossi, che per disponibilità e onestà hanno dimostrato in questo quinquennio di sapere creare legami forti e stabili con altre realtà calcistiche, anche di categoria superiore, leggasi AlbinoLeffe che in estate ha dato ai giallorossi quattro prospetti interessantissimi (Esposito, Bance, Campisi e Lazzarini).
La terza sfida, e pure qui il Villa Valle è un fiore calcistico più unico che raro, sta nella costruzione della rosa, lavoro del famoso duo formato da Monaci e Bordogna, due addetti ai lavori di altissimo livello. Grandi colpi, citiamo Picozzi, Sala, laterale, che è il figlio dell’ex centrale dell’Atalanta e tutti ne parlano in modo entusiasta, poi Sonzogni, Signorelli, Todeschini, il già citato Lazzarini, Bollini, Castelli, bomber Mammetti e Montalbano, ma pure tantissime riconferme, con soli cinque giocatori (Sorti, Mosca, Lapadula, Vezzali e Zambelli) lasciati andare via e tutti l’hanno fatto a malincuore perché dell’ambiente Villa Valle ci si innamora per sempre. A Giovanni Mussa, il nuovo mister, spetta il non facile compito di cambiare le gerarchie all’interno di una rosa che in questi anni in Eccellenza ha fatto sfracelli. Nel gruppo ci sono innesti di assoluta qualità, ma anche ragazzi che nella scorsa stagione hanno regalato agli spettatori un girone di ritorno memorabile, con Monaci e Bordogna che hanno fatto la scommessa di riconfermarli quasi in blocco, e ipotizzo che in qualche caso ci sia messo di mezzo anche il grande cuore dei due che credo abbiano sentito, toccando con mano, l’incredibile senso di appartenenza alla famiglia dei ragazzi in squadra.
Sia per la singolarità del progetto Villa Valle, che per le sfide che attendono i giallorossi, ho grande curiosità sul proseguimento della favola brembana, una delle più belle e lungimiranti dell’ultimo decennio del pallone nella Bergamasca, tanto anche per merito degli investimenti continui nel settore giovanile, con l’arrivo del mago Pisoni proprio quest’estate. Prima del giudizio che verrà dal campo, faccio gli applausi al presidente Piergiorgio Castelli, al ds Roberto Monaci, all’amministratore delegato Roberto Mazzoleni, al team manager Luca Bordogna, al direttore generale Davide Masnada, per la serata di venerdì. Era da un sacco di tempo che non vivevo il calcio ad alti livelli in un modo tanto piacevole, divertito e rilassante. Come a casa di mia mamma, con mia sorella a capotavola, insomma in famiglia.
Matteo Bonfanti