Dopo la conferenza stampa fiume nella quale l’ex DG del Fanfulla Andrea Luce ha spiegato la sua versione dei fatti a proposito del recente licenziamento dal club lodigiano, a pochi giorni di distanza è arrivata la pronta replica da parte del numero 1 bianconero Luigi Barbati.
“L’Asd Fanfulla, nella persona del suo rappresentante, il presidente Luigi Barbati, in relazione alle dichiarazioni rilasciate dal Sig. Andrea Luce nel corso di una conferenza stampa di venerdì, e riportate a mezzo stampa, respinge le accuse mosse in quanto infondate e destituite del benché minimo fondamento.
La ricostruzione dei fatti, così come rappresentati, è strumentalmente incompleta ed omette, ad arte, importanti aspetti della vicenda che il Fanfulla ha già chiarito a mezzo dei propri legali e che farà valere nelle opportune sedi giudiziali.
Sorprende come all’asserita attenzione della famiglia Luce all’interesse primario della squadra seguano dichiarazioni a mezzo stampa e conferenze che, per il tono polemico ed accusatorio, nelle ultime giornate di campionato, stonano e stridono con il dichiarato intento.
La gestione del Fanfulla è stata ed è tuttora improntata a criteri di trasparenza e nel rispetto delle regole di correttezza e democraticità.
Le scelte intraprese dal presidente sono state ispirate, si ispirano e continueranno ad ispirarsi al bene primario della squadra al di là di ogni gioco di potere. Il sogno da inseguire e tutelare non è quello di Andrea Luce, ma quello primario del Fanfulla, dei suoi tifosi, della città di Lodi.
Per quanto riguarda le accuse mosse a livello personale direttamente al presidente Barbati, tra cui quella di aver occultato la reale situazione debitoria del Fanfulla, ritenendo di non dover dare riscontro a quanto asserito da Andrea Luce attraverso l’utilizzo degli organi di informazione, ma di farlo solo nelle competenti sedi, considerando calunniose e gravemente offensivo le parole di quest’ultimo, lo stesso presidente sta valutando con i propri legali azioni penali e civili al fine di salvaguardare la propria immagine”.
Michael Di Chiaro