Un iracheno in nerazzurro (Kadhim Ali Adnan), mai visto prima. L’Atalanta comincia oggi alle 20.30 il suo  cinquantanovesimo campionato di serie A affrontando questa sera il Frosinone all’insegna del cosmopolitismo o, se volete, dell’internazionalismo, ovviamente non proletario. Sbugiardano, in modo pratico, l’ideologia imperante di questi tempi, vale a dire lo spurio sovranismo di stampo salviniano. Più chiaro di così. A vestire la maglia nerazzurra giocatori di tutto il mondo. Senza frontiere. In tal caso i sovranisti di casa nostra non se la passano bene perché sui 27 (circa) a disposizione di Gasperini sono solo nove i nati sul suolo patrio e, addirittura, forse per la prima volta, nessun bergamasco. Non servono i nostrani poeti dialettali a declinare “pota”, serve un robusto corpo docente di lingue straniere. L’unico a tenere alta la bandiera giallorossa, vessillo di Bergamo e provincia, il buon Cristian Raimondi che, almeno nelle partitelle d’allenamento, fa ascoltare ai cosmopoliti il vero dialetto. Un po’ poco ma tutte le squadre del Vecchio Continente si trovano, chi piu’ chi meno, nella stessa situazione dell’Atalanta. Così va il mondo oggi. E’ opportuno ribadirlo: senza frontiere.

Da quando l’Atalanta è tornata nella massima serie (primavera del 2011) è la prima volta che disputa un campionato difficile, forse il più difficile di sempre. Perché, stavolta, deve confermarsi ad alti livelli di classifica, in pratica alle spalle di Juve, Inter, Roma, Napoli, Milan e Lazio. Per conquistare un settimo posto che vale l’Europa. E qui sta il problema perché la concorrenza è molto agguerrita e probabilmente più forte rispetto allo scorsa stagione. Certo, Milan e Lazio si sono trasferite nella parte nobile del palazzo del potere e appena sotto l’Atalanta ma con un gruppo spietato di avversarsi: Torino, Fiorentina, Sampdoria, magari Sassuolo e qualche inevitabile sorpresa. Certo, qualche giorno fa, su Repubblica Gianni Mura nel vaticinare con la sua storica palla di lardo il campionato ha concesso l’uno per cento di probabilità all’Atalanta di vincere il campionato. Si sa, i pronostici vanno e vengono ma quella percentuale, seppur minima e anche giocosa, certifica i risultati ottenuti dei nerazzurri sotto l’era Gasperini con la conquista di un posto in Europa e la posizione nell’alta classifica.

Allo stadio, per la prima, si presenta il Frosinone ed è la terza volta consecutiva che i nerazzurri inaugurano la stagione in casa, nei due precedenti non è andata bene con Lazio e Roma e, stavolta, bizzarrie del calendario, ecco un’altra squadra laziale. E per l’occasione sembra che Gasperini abbia mobilitato astrologi e maghi di casa nostra per guadagnare finalmente un successo, dopo due capitomboli. L’Atalanta ha nelle gambe quattro partite ufficiali (tre vittorie squillanti e un pareggio) e quindi è avanti nel rodaggio d’inizio stagione e per l’occasione Gasperini disporrà di un undici solido e, soprattutto, collaudato in attesa che guarisca Ilicic e che si metta a disposizione Rigoni. Intanto però comincia un altro tuor de force perché dopo aver affrontato la squadra ciociara gli atalantini giocheranno l’andata e il ritorno col Copneghen e la seconda di campionato andranno all’Olimpico per incrociare la Roma. E siamo solo ad agosto.

Le scelte di Gasperini vedono Gollini in porta, Mancini al posto dell’acciaccato Palomino e conferme per tutti gli altri, forse potrebbe giocare dal primo minuto Barrow. Il Frosinone arriva a Bergamo con una formazione nuova di zecca. Longo ha a disposizione un organico rivoluzionato rispetto a quello della serie B e deve organizzare un modo di giocare decisamente meno sbarazzino, tra i cadetti doveva vincere, in serie A dovrà salvarsi. Vedremo se la rosa a disposizione glielo consentirà. I giocatori esperti non mancano: dall’ex nerazzurro Sportiello a gente abituata a lottare Goldaniga, Molinaro, Capuano, Halfredsson, Salamon, Crisetig. E già sono chiamati alla prima micidiale prova perché l’Atalanta, ormai, è una “grande” del campionato e che spopola in Europa.
Giacomo Mayer