di Simone Fornoni
Dovrebbe accontentarsi di un decimo di quanto prendeva prima, ma non è un problema: all’alba dei trentatré il conto in banca basta per questa e altre venti vite. S’è offerto a mezzo stampa ancora prima di risolvere il lauto contrattone cinese, 10 milioni a botta. Gli abboccamenti tra il suo staff e il responsabile dell’area tecnica Giovanni Sartori, come ricorda oggi la Gazzetta dello Sport, sono avvenuti via terra (a Zingonia, il 21 giugno) e via etere (telefonicamente, il 15 luglio). Eppure tra Fredy Guarin e l’Atalanta il matrimonio d’interesse potrebbe non essere mai consumato. Perché, nonostante la fine anticipata del rapporto (scadeva a fine anno) con lo Shanghai Shenhua sia la scintilla di calciomercato foriera della possibile passione tra lo svincolato d’oro e l’ex provinciale diventata big sul campo, il maturo jolly di centrocampo non è a tutt’oggi una priorità.
L’ha detto a chiare lettere Gian Piero Gasperini, domenica 14, a margine della prima sgambata del ritiro a Clusone: serve qualcuno che copra le spalle a Josip Ilicic. Una punta, dunque. In mezzo, con il sì di Ruslan Malinovskyi, il numero degli atipici e dei riciclabili sale a due, perché anche Mario Pasalic è notoriamente un interno (mezzala d’origine) in grado di avanzare e metterla. Il mancino che si aggiunge all’ambidestro. Il mediano di tecnica e raziocinio che completa un reparto da elmetto e trincea, con Marten de Roon e Remo Freuler a insegnare alla truppa sacrificio, dedizione, gioco a due fasi e ritmo. La versatilità da diga umana pronta ad acconciarsi, all’occorrenza, da vice Papu Gomez tra le linee.
Tradotto in parole povere: il terzo colombiano della serie non serve. Ha classe ed esperienza da vendere, sarebbe un di più, una delle ciliegine su una torta che attende di essere guarnita alla base, leggi abbandono di Gianluca Mancini, e al vertice. Resta un solo slot da extracomunitario, visto che l’ucraino venuto dal Genk (ex compagno di Timothy Castagne) ha occupato il suo lì a metà del guado. L’oggetto dei desideri là davanti è avvolto nel mistero, ma potrebbe anche arrivare da fuori dei confini Ue. In quel caso, addio Guaro. Altro che giocare a Bergamo per avvicinarsi a Milano, eletta a dimora futura dopo esserlo stata ai tempi dell’Inter. Il vice Ilicic nostrano ci sarebbe. Lo sanno pure i muri che il profilo perfetto è Simone Verdi. Ma a quanto pare l’ala-seconda punta oltrepadana, che calcia i piazzati indifferentemente di destro o di sinistro, lascerebbe il Golfo soltanto per fare il titolare, preferendo quindi mettersi al centro dell’asta di Torino e Samp. Spazio all’ipotesi esotica, dunque. Con Fredy costretto nel frattempo a fare anticamera.