Un’Atalanta fortissima sta prendendo forma dopo il quasi annuncio di Diego Laxalt. Per pescare l’esterno che mancava all’appello, essendo Arkadiusz Reca destinato alla Spal, primissima avversaria stagionale nelle sfide che contano, non serviva dunque oltrepassare il confine. Il Milan, che dietro continuerà a giocare a quattro, a sinistra ha aggiunto Theo Hernandez a Ricardo Rodriguez e Ivan Strinic. Effetto domino assicurato per un laterale puro come il nazionale uruguaiano. Niente Youssouf Sabaly del Bordeaux, niente Philipp Max dell’Augsburg: nel calciomercato nerazzurro, niente direttorio franco-tedesco, mica siamo all’Europarlamento o nella Commissione Ue.
Se è vero che una trattativa vera e propria per Federico Dimarco, la paracadute tricolore nel ruolo (ma anche l’uruguaiano ha passaporto italiano), era solo un’ipotesi di rincalzo mai concretizzata, alla fine ha prevalso salvo contrordine la soluzione più logica. L’usato garantito, il deja-vu, l’innesto gradito a chi siede sulla tolda di comando. L’allenatore Gian Piero Gasperini, convinto a fior di labbra che le concorrenti difficilmente avrebbero mollato qualcosa al club di Zingonia, proprio per evitare di rafforzarne l’organico, ha ottenuto uno dei suoi pupilli, di quelli valorizzati in prima persona ai tempi del Genoa.
A conversare col mister anche di straforo, ovvero in occasioni semi-ufficiali, i rimpianti più grandi alla voce allievi in sintonia col maestro ma non con le strategie societarie si chiamano Cristian Ansaldi e Iago Falque. Entrambi passati sotto le insegne del Grifone, entrambi tuttora nei sogni e nei desiderata del Gasp. Entrambi si sarebbero potuti prendere prima che finissero all’Inter il primo e al Torino poi, dove furoreggiano insieme. Laxalt è il primo “appioppato” speciale dei rumors di corridoio a tornare fra le sapiente mani del guru di Grugliasco. Ma prima di materializzarsi era una voce fra le tante. Vedi Armando Izzo (altro granata) dietro e Rolando Mandragora in mezzo. Vedi Suso Fernandez in avanti, costretto in rossonero a farla da trequartista.
Che squadrone potrebbe mai diventare, l’Atalanta da Champions League, se tutti i pupilli tornassero da Gasperini? E mica parliamo soltanto di quelli diventati grandi in rossoblù, nel 3-4-3 poi tramutato in 3-4-1-2 a Bergamo per ragioni di adattamento tecnico-tattico. Nossignori. Il tecnico stesso si domanda spesso ad alta voce a quali vette potrebbe attingere, la sua Dea da scalata all’Olimpo del pallone, se mai dovessero imboccare l’A4 per riabbracciare la base, a questo punto in prestito, giocatori da lui trasformati in campioni e plusvalenze sotto i cieli della Maresana: Mattia Caldara, Franck Kessie, Roberto Gagliardini su tutti. Per non dire di Andrea Conti, senza scomodare Bryan Cristante. Tutta gente fuori dai progetti o dal budget delle rispettive squadre, eccetto il friulano. Sogni o pii desideri che siano, una squadra di soli pupilli di Gasperini forse potrebbe puntare dritta allo scudetto.