Io non so quando si tornerà allo stadio.
Non so se vedremo la Champions League a Bergamo, dagli spalti.
Non so se riapriranno parzialmente le strutture, e in che percentuale.
So solo che non mi ci vedo a “far la conta” con mio papà, mio suocero e mio figlio per scoprire a chi toccherà andare – quel giorno – all’Atalanta.
Andare all’Atalanta non è un giro di giostra, non puoi lasciare il seggiolino libero accanto al tuo, e poi tocca all’altro dopo un po’ di gel disinfettante.
Non puoi fare il pranzo di Natale col nonno fuori dalla finestra che può entrare solo per il secondo.
Se ci sarà ancora la necessità del distanziamento sociale, l’Atalanta correrà ancora da sola.
Ed io, dopo tutto quello che abbiamo passato, lo accetterò.
Ma, naturalmente, vi terrò d’occhio.
Guarderò con attenzione i distanziamenti sui treni, sui bus, nei centri commerciali, sui “calcinculo”, alle sagre dei paesi.
L’Atalanta è una famiglia, ricordatevelo.
O tutti o nessuno.
Scusate, chi lascereste a casa?
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