Tutti gli anni, ma proprio sempre almeno da quando mi interesso di scuola, arriva qualche personalità più o meno di spicco, qualche persona che dice di saperne tanto tanto che chiede quanto serva oggi studiare materie letterarie, l’arte, la poesia e tante belle se non bellissime altre cose di questo genere, se non a perdere tempo in cose frivole e di cui potremmo fare a meno. Alcuni si spingono più in là, dicono che anche la matematica meno pratica e più teorica sia qualcosa di bruttissimo, da evitare, da non proporre molto nelle scuole, oppure al minimo perché nella vita ci sono cose più utili, più necessarie, più urgenti, più spendibili. Se proprio si ha del tempo che avanza, lo si potrebbe fare nel pomeriggio. Lo sport? Nel tempo libero dai, se non potrai fare il calciatore, il pallone è tempo perso. La musica? Non vorrai mica fare il cantante, pensa alle cose utili. Ma certo, imparare un mestiere è cosa importantissimissima, come dicevamo la volta scorsa. Ma la vita può essere solo questo? Cosa resta ci resta se, come padroni di un’arte tecnica, non ci riconosciamo nel ruolo di persone con emozioni? L’ adolescente ama, si innamora, si arrabbia e si rattrista forte forte ma molto forte: lo studio della letteratura, della musica o dello sport sono indispensabili per dare un nome alle emozioni che sentiamo, per concederci il bisogno di gioco che noi, per nostra natura, sentiamo fino all’ultimo ma proprio ultimo dei nostri giorni. La letteratura, l’arte, la musica ci dicono proprio questo: queste emozioni così che roba, queste sofferenze, queste gioie così stra belle le ho provate anch’io, Dante, quello con la faccia seria e con la corona in testa, e le ho scritte: prova a vedere se magari capendo ciò che ho scritto ti ci ritrovi. E se non mi capisci, fa niente: magari Leopardi te lo spiegherà meglio l’anno prossimo, quel tristone. Ma l’importante che questi ragazzi almeno da loro si sentano ascoltati e confortati, visto che gli adulti, tra un bellissimo lavoro ed una carriera da rincorrere e le bollette da pagare, purtroppo, spesso fanno fatica. È educazione emotiva, questa: cos’è la passione? Guarda il Bacio di Klimt, cos’è la guerra? Leggi Ungaretti. Cos’è la disperazione? Guarda l’Urlo di Munch. Altro che roba effimera, direi. Almeno che, roba effimera, siano le emozioni.
Daniele Benvenuti
Nelle foto: in alto il Bacio, sopra il nostro Daniele