di Matteo Bonfanti

Ogni anno, quando riparte la scuola calcio over 40 del mio amico Sersao, mi sento sempre come un bambino al primo giorno di scuola, nell’emozione (che mi scatena la pipì) di rivedere i vecchi compagni di banco. Va detto, non ho otto anni da un pezzo. E ho la pancetta, il vizio della birretta alle sette di sera, la sigaretta spesso in bocca, un giornale da tirare avanti mentre fuori dal mio ufficio fischia il vento, urla la bufera e infuria la crisi dell’editoria. Per non finircene dentro servono ogni giorno almeno tre idee brillanti, da capogiro, che nessuno ha avuto mai. Io, se mi va bene, se sono proprio ispiratissimo, ne partorisco una ogni sei mesi. E spesso non è manco tanto intelligente. Le altre che servono le tirano fuori i miei colleghi oppure i miei amici.
Tra questi Sersao, straordinaria mente creativa che da tre lustri porta avanti con successo la Onis, un’aziendona divisa in due nazioni e che ha un sacco di dipendenti tra Spirano e la Svizzera. Delle tante intuizioni geniali che ha avuto da quando lo conosco, la migliore è la scuola calcio per noi anzianetti, nata per caso a Stezzano durante un torneo dove la squadra di Bergamo & Sport beccava dagli otto ai dieci gol a partita. L’urlo di Sersao dalla panchina (“vi mando tutti a lezione dal Gas”) e la battuta che si trasforma in un progetto fantastico, anche e soprattutto grazie alla gente che ne fa parte, persone rare perché straordinariamente divertenti.
Torno a me che non ho otto anni, ma ne compirò dieci tra qualche settimana all’Olimpic Stadium di Longuelo quando, in coppia con Severino, mi metterò lì a tentare gli esercizietti impossibili (leggasi stoppare la palla) che ci proporranno Oliviero Bomber Vero, il Prof Bernardini o Giacomino Ferrari. Accanto a me i soliti compagni di scuola: Sersao e Giggi, quelli dell’ultimo banco sempre al lavoro per far ridere il resto della classe; il Genio che sogna un gol ai Mondiali indossando la casacchina rossa di Cuba; Evro che mi prende da parte per raccontarmi l’ultima favola per bambini che ha scritto in pausa pranzo; il Gabbia che recita la parte del secchione e finge di applicarsi, ma non ne azzecca mai una.
Li ho tutti conosciuti alla scuola calcio over 40 e mi piacciono da morire. E l’idea geniale di Sersao sta proprio qui, radunare col pretesto del pallone venti meravigliosi eterni bambini. In questa edizione la nostra scuola si aprirà anche alle donne: cinque bimbe di trent’anni che daranno un tocco di rosa a quel capolavoro che va in scena il martedì in tarda serata sul campo di Longuelo.