Atalanta – Roma 2-3 (1-1)
ATALANTA (4-2-3-1):

Gelmi 6,5; Bergonzi 5,5, Okoli 6, Milani 6, Brogni 5,5; Gyabuaa 6,5, Finardi (cap.) 6 (17′ st Galati 5,5, 44′ st Kobacki sv); Traore 7,5, Cortinovis 8, Kichi N’Da 6 (37′ st Bertini sv); Piccoli 7. A disp.: Avogadri, Raccagni, Campello, Albani, Signori, Ghisleni. All.: Giovanni Bosi 6.
ROMA (4-3-3): Cardinali 6,5; Parodi 6,5, Santese 6,5, Coccia 5,5 (1′ st Laurenzi 6), Semeraro 6 (32′ st Calafiori 7); Meo 6 (1′ st Simonetti 6), Cataldi (cap.) 6 (21′ st Molinari 5,5), Greco 7; Bamba 6,5, Silipo 7,5 (32′ st Proietto sv), Cangiano 6,5 (11′ st Bucri 6,5). A disp.: Anatrella, Marini, Barbarossa. All.: Francesco Baldini 6,5.
Arbitro: Giordano di Novara 6,5 (Belsanti di Bari, Mazzarà di Messina; Zamagni di Cesena).
RETI: 34′ pt Piccoli (A), 39′ pt rig. Silipo (R), 26′ st Traore (A), 29′ st Silipo (R), 40′ st Bucri (R).
Note: serata calda e poco ventilata, spettatori 1.000 circa. Ammoniti Gyabuaa, Semeraro e Simonetti per gioco scorretto. Corner 3-2, recupero 0′ e 5′.

Ravenna – Niente Atalanta pentacampeon, dopo i titoli del ’92, 2002, 2006 e 2016: al “Benelli” di Ravenna, alla terza finalissima Under 17 di fila, la squadra affidata dalla scorsa estate a Giovanni Bosi si fa raggiungere due volte dalla Roma per poi cederle alle soglie del triplice fischio. Un peccato, soprattutto dopo la spettacolare semifinale con la Juventus ridotta all’impotenza, anche se il ricorso tardivo alle sostituzioni ha tolto un po’ di fiato a quelli in campo. Scudetto comunque meritato per una Lupa affamata di calcio pratico, concreto e anche belloccio, mentre dall’altra parte ci si è forse specchiati in se stessi.

La partenza nerazzurra è a tavoletta, vedi palo colto da Gyabuaa al 2′ sull’asse con sponda Kichi N’Da-Piccoli, mentre al 3′ è Traore a sbucare sul campanile sporco dell’ala trovando il riflesso di Cardinali. Cortinovis al 7′ pesca ancora Kichi, che rientra dalla mancina sul preferito destro senza che il suo tiro a giro si abbassi in tempo nel sette. Poche manciate di secondi è la verticale Meo-Silipo a mettere in crisi Brogni, che non riesce a disimpegnare offrendo alla punta centrale giallorossa la palla del vantaggio sventata dall’impeccabile Gelmi. Al decimo il pericolo number two dei capitolini, ma il sinistro dal limite di Greco innescato da Bamba è centrale. Il match è un susseguirsi di rovesciamenti di fronte con scarsa attenzione alla tattica e al 12′ la punizione di Cortinovis dalla trequarti sinistra viene prontamente smanacciata dal portiere avversario per anticipare Okoli appostato davanti al secondo palo. I break dell’undici di Baldini sono comunque ficcantissimi: al 18′ Cangiano accompagna di tacco la sovrapposizione di Semeraro, la deviazione di Greco dall’area piccola è un mancino che non incrocia la traiettoria. Al 27′, invece, c’è da baciare il legno amico, la faccia inferiore del montante che respinge la bordata di Greco in chiusura del triangolo con Silipo imbeccato da Cangiano. La Baby Dea si ridesta con la combinazione nello stretto Cortinovis-Gyabuaa con palla di ritorno contrata da Santese (32′) e la chance successiva, partita dal rilancio del numero 10 dalla chioma fluente basta e avanza per rompere il ghiaccio: il contropiede a due Traore-Piccoli è finalizzato dall’ariete col 9 sulle spalle col tocco sotto di esterno a punire il ramingo Cardinali. Purtroppo al 39′ Kichi cade nella trappola di Parodi, annusato da Bamba, e lo sgambetta: Silipo, l’ennesimo non destro, non sbaglia calciando alto e teso dal dischetto.

Nella ripresa bisogna attendere il quarto d’ora per il primo sussulto, provocato dalla botta dalla lunga di Simonetti (okappa Gelmi in tuffo) appoggiata da Bamba, spostato di corsia dalla girandola di cambi; la squadra di Bosi, stanca per la spinta nella prima metà, non accorcia le distanze tra i reparti e non trova nemmeno la necessaria precisione nell’ultimo passaggio. Ma è sufficiente affidarsi agli sprazzi di Cortinovis, brecce nel ritmo balneare e sinfonie divine, come quella che al 26′ dribblandosi mezza Roma sulla sinistra lo porta all’apertura per Traore. Il tempo di sistemarsi la sfera sul sinistro ed ecco il pubblico di fede bergamasca a gridare al matchball, senza fare i conti con l’oste Silipo che in capo a un tris di cronometro coglie il jolly nell’angolino a sinistra di Gelmi da più di 20 metri.La beffa è dietro l’angolo: Greco e Simonetti (37′ e 38′) alzano la mira, la svettata di Bucri all’ottantesimo sul traversone di Calafiori invece scende a dovere dove Gelmi non può acchiapparla.

Simone Fornoni