San Pellegrino Terme
– Grande successo per il convegno su medicina e riabilitazione sportiva al Centro Congressi dell’Hotel Bigio a San Pellegrino Terme andato in scena sabato 15 aprile e promosso dal Comitato Coppa Quarenghi in collaborazione con la Commissione Studi e Ricerche FPI Coni di Roma, l’Istituto Clinico Quarenghi, l’Ordine dei Fisioterapisti di Bergamo e l’Associazione Genesis.
Ad aprire le danze la testimonianza dell’ex calciatore professionista Pierluigi Brivio (cresciuto nelle giovanili dell’Atalanta), ora allenatore dei portieri alla Sampdoria. “Una storia fortunatamente con un lieto fine. Pierluigi si è fatto male l’anno scorso giocando a padel, mentre si trovava in Serbia con la squadra della Stella Rossa – racconta il dottor Giampietro Salvi, presidente del Comitato Coppa Quarenghi e neurologo all’Istituto Clinico Quarenghi che ha avuto in cura Brivio – e ha riportato una lesione molto grave che metteva a rischio la sua indipendenza motoria e la sua professione. La fortuna lo ha assistito, noi ci abbiamo messo del nostro e lui del suo, e alla fine siamo riusciti a riabilitarlo con successo. L’indipendenza motoria nella vita quotidiana l’ha recuperata, ma ora deve riprendere la sue funzioni per riprendere con la sua professione di allenatore di portieri”.
“Devo ringraziare il dottor Salvi e tutto lo staff che mi hanno aiutato a ripartire – racconta Brivio -. Adesso manca ancora l’ultimo step, forse il più duro, ma ci diamo dentro e vediamo insieme di pianificarlo. In queste situazioni ho imparato che si può dare tantissimo, prendendo forza e ispirazione da persone che hanno vissuto condizioni peggiori della mia”.
“Abbiamo a San Pellegrino Terme dei grandissimi professionisti sanitari della medicina sportiva, dei veri fuoriclasse del settore – spiega il dottor Salvi – Con questo evento vogliamo portare avanti i nostri tre obiettivi del Comitato Coppa Quarenghi e dell’Associazione Genesis: scienza, sport e solidarietà. Il tutto ricordando sempre le figure dei tre grandi amici Angelo Quarenghi, Emiliano Mondonico e Alfredo Calligaris”.
La medicina sportiva e la riabilitazione hanno subìto in questi anni grandi cambiamenti, come spiega il prof. Franco Combi, responsabile settore riabilitazione Sport Service Mapei: “È in atto un cambiamento culturale. La riabilitazione negli ultimi anni ha fatto grandi passi in avanti, non solo dal punto di vista tecnologico, ma anche culturale grazie alla preparazione atletica. Un tempo la riabilitazione era una materia povera, oggi è molto ricca e c’è grande interesse da parte delle nuove generazioni di professionisti”.
Ma la cultura sanitaria deve arrivare anche nelle piccole società, negli oratori, dove mancano le risorse, come ha spiegato bene Sergio Pedrazzini, presidente LND Comitato Regionale Lombardia: “Noi dobbiamo assistere 1.400 società e, spesso e volentieri, parliamo di sport di base con allenatori soli, senza strutture sanitarie. La preoccupazione quindi è di aiutare questi soggetti, che danno il meglio per i nostri ragazzi, per fare in modo che abbiano qualche strumento e supporto in più per capire gli elementi importanti dell’aspetto sanitario e alimentare. Lo sport è salute”.
E non poteva mancare in quel di San Pellegrino Terme il “baffo mondiale”, il professor Mario Ireneo Sturla, presidente della commissione medica mondiale WBC, che ha presentato i suoi lavori sul tema della concussione cerebrale “che non riguarda solo la boxe – ci tiene a precisare il dott. Sturla -. Anche se ovviamente in questo sport è molto più comune. Fondamentale nella prevenzione di questo tipo di trauma è quello di prestare molta attenzione per abbassare il fattore di rischio, quindi da parte di tutti, non solo da parte del medico. In momenti come questo convegno cerchiamo di trasferire, con speranza e fiducia, il nostro entusiasmo, le nostre capacità, il nostro spirito di sacrificio a colleghi più giovani. L’obiettivo è sempre la salute”.
Non solo la testa, ma anche la caviglia è spesso “protagonista” di episodi di infortunio più o meno gravi in diverse discipline sportive, come sa bene il Prof. Rodolfo Tavana, titolare del corso di medicina sportiva, scienze motorie all’Università dell’Insubria, Varese: “La caviglia ha un’altissima incidenza di infortunio negli sport di squadra. È logico che ci debba essere un approccio terapeutico. Oggi si cerca di essere più liberi e dare una riabilitazione che eviti la ricaduta. Ma non solo nello sportivo giovane: oggi ci sono ultra 60enni sportivi che vogliono praticare sport e quindi qualunque tipo di infortunio va gestito, esattamente come nei campioni. Il mondo della medicina dello sport è cambiato, con un approccio più diretto e presenza agli allenamenti. Cominciò proprio Quarenghi con questo atteggiamento”.
Altra “bestia nera” degli sportivi è la pubalgia, patologia molto complessa da curare, ma che oggi può contare su approcci nuovi, come spiega Stefano Nitri, fisioterapista della Primavera dell’Inter: “Oggi per trattare la pubalgia utilizziamo un approccio diverso rispetto a quello standard, caratterizzato da una continua valutazione della situazione grazie all’utilizzo di strumenti come applicazioni e video che ci permettono di monitorare le capacità di salto o forza del calciatore. In questo modo abbiamo informazioni importanti nel percorso riabilitativo”.
Cura, riabilitazione e ovviamente anche alimentazione: “L’alimentazione è sempre fondamentale – spiega Prof. Luca Paciolla, nutrizionista nella commissione scientifica studi e ricerche FPI-Roma – perché il nostro benessere psicofisico passa attraverso quello che mangiamo. Nel caso dello sportivo, anche attraverso l’integrazione e la supplementazione”. E conta fare cultura alimentare, fin da piccoli. come sottolinea la dietista Nicoletta Colombi: “L’obesità pediatrica è un problema diffuso anche nelle nostre zone, in provincia di Bergamo. È importante l’educazione alimentare, sin dalla prima infanzia, che si dovrebbe portare nelle scuole. Cosa non ancora molto frequente”.