Fabrizio Carcano
Qualcuno sospetta che abbia un sosia o disponga di uno di quei marchingegni alla 007 per proiettare ologrammi della propria persona.
Roberto Spagnolo direttore operativo atalantino e responsabile dei lavori del cantiere allo stadio è l’uomo ovunque.
L’uomo che non dorme mai, che lavora h24 sette giorni su sette.
Nella lunga estate appena finita si è sdoppiato dividendosi tra la perenne presenza nel cantiere di viale Giulio Cesare e quella a bordo campo a Zingonia, in Val Seriana, nelle tournée inglesi e spagnola e in tutti gli impegni ufficiali della Dea.
È lui l’uomo del miracolo della nuova curva Nord del Gewiss Stadium. In cinque mesi esatti ha realizzato un capolavoro che non era scontato.
“Il momento di maggiore difficoltà? Quando abbiamo saputo di dover concludere i lavori addirittura un mese di anticipo rispetto all’originario cronoprogramma che prevedeva il termine per il 27 ottobre. Termine poi anticipato di un mese. Per esigenze di calendario. Perché non potevamo giocare al Tardini di Parma più di due partite. Per cui non c’erano alternative, bisogna chiudere per la fine di settembre e ci siamo riusciti e dobbiamo ringraziare tutto il personale che ha lavorato giorno e notte senza sosta, in diverse tipologie di cantiere. Nei turni diurni avevamo mediamente 220 operai, in quelli serali 80 o 100”, ha ricordato Spagnolo mercoledì nella visita dei giornalisti allo stadio.
Prima di infilarsi nuovamente il caschetto protettivo e tornare in mezzo ai muratori con cui ha diviso giorni sotto il sole e notti afose, in una corsa contro il tempo vinta dal 68enne dirigente orobico.
Uomo di fiducia del presidente Antonio Percassi che a lui ha affidato le chiavi e la responsabilità di questo avveniristico progetto che si sta realizzando.