di Matteo Bonfanti

Vincere un campionato a sorpresa, dominandolo in lungo e in largo e trovarsi a piedi, senza panchina. Il calcio è un po’ come la vita, a volte pare assurdo. Ne sa qualcosa Stelio Chiesa, 46 anni, otto di questi passati ad allenare compagini del nostro calcio nel modo che va di moda adesso, alla Ancelotti. Chiesa somiglia tanto al tecnico del Real: straordinaria competenza, ma anche molta umanità, necessaria quando si ha a che fare con un gruppo di persone, ognuna con i suoi piccoli-grandi problemi. “E’ stata un’annata bellissima – racconta il tecnico che ha portato la Fiorente Colognola in Prima categoria -. Dispiace per questo strano epilogo: nel pallone la riconoscenza non esiste”.
E’ amareggiato Stelio Chiesa. E ne ha tutte le ragioni. La vicenda è ormai nota: con il passare delle domeniche la sua Fiorente Colognola diventa la rivelazione della stagione bergamasca. Si arriva a tre settimane fa, il massimo: i viola si giocano la promozione contro la capolista Comonte all’ultima di campionato. E’ un finale splendido: Stelio Chiesa e i suoi stravincono, superano i seriatesi in classifica e vengono portati in trionfo da un pubblico che li ama. Pare l’inizio di una favola. E’ il contrario. Perché ai dirigenti di Colognola la Prima sembra non piacere per niente. Iniziano i contrasti, il pomo della discordia è il budget che il diesse Riccardo Allegretti vuole avere a disposizione per mantenere la prima squadra per il 2014-2015 che verrà. E’ una piccola cifra, ma parte del club non ci sente perché pensa che a Colognola sia importante solo il settore giovanile. Fatto sta che il direttore sportivo si dimette. A spingerlo a lasciare i dissidi, ma anche alcuni motivi personali. Al suo posto il presidente Rainero Amadini nomina Condemi che porta il suo mister, Alberto Rota, un passato un po’ a San Paolo, un po’ a Torre Boldone. “Nel calcio capita spesso – spiega ancora Stelio Chiesa -. Molti diesse  hanno il loro allenatore di riferimento. Quando arrivano in un club, portano i loro sponsor e mettono il loro mister. So che non è bello un pallone fatto in questo modo e infatti io non ho santi in paradiso. Non li cerco e non li voglio. Io ho in testa solo i giocatori, gli allenamenti e la partita da preparare al meglio. Mi piacerebbe trovare subito una squadra perché fare il mister mi piace tantissimo”.
Intanto a Colognola sembra finito un ciclo sul più bello. Detto di Stelio Chiesa, ci sono due addii che faranno un sacco rumore perché si tratta di due assoluti protagonisti del pallone bergamasco. Capitan Francesco Nicastro, classe 1984, e Marco D’Adda, classe 1983, sembrano orientati a smettere col calcio. Succedesse, sarebbe un dispiacere per tutta la Bergamasca appassionata di football.