“La questione del vincolo? E’ ancora tutta da approfondire, la affronteremo con il nostro direttore sportivo Andrea Pagnoncelli. Così, su due piedi, l’abolizione porterà sia conseguenze positive che negative”. Parola di Renato Galbiati, presidente dell’Atletico Grignano, società tra le più attive in questo periodo nello stare vicino ai propri atleti. Con un’attenzione particolare ai più piccoli, come racconta il patron arancioblu: “Abbiamo provato a coinvolgere i ragazzi tramite video che vengono inviati ogni settimana dai nostri allenatori con programmi da effettuare a casa, ovviamente con l’aiuto dei genitori. I riscontri sono positivi, anche se abbiamo bisogno di molto supporto anche da parte dei genitori visto che i più piccoli non utilizzano il telefono o il computer: abbiamo creato quindi un circolo virtuoso che coinvolge atleti, famiglie e staff tecnico”. La prima squadra invece sta seguendo un percorso di allenamento individuale, in attesa di tornare a farlo in gruppo: “Allora sì che torneranno nuovi stimoli – spiega Galbiati -. Al di là del miglioramento fisico e atletico, l’allenamento è parte fondamentale per favorire la socializzazione e cementare lo spirito di squadra: speriamo che a dicembre si riesca perlomeno a tornare a vedersi, anche senza fare allenamento, per ricominciare a creare un po’ di contatto tra i ragazzi”.
A proposito di ripresa, Galbiati si dice dubbioso: “Stiamo cercando di riprogrammare il prossimo futuro, ma i punti interrogativi sono tantissimi, soprattutto sulle modalità. Se si riparte a gennaio una grossa fetta di campionato sarà andata, e si rischia di penalizzare alcune squadre che avrebbero potuto dare di più nella seconda parte della stagione. A questo punto credo che forse sarebbe stato più utile stare fermi per tutto il 2020 e ripartire nel 2021, anche perchè la nostra società al pari di tante altre aveva investito per garantire la sicurezza dei ragazzi per ritrovarci poi subito fermi”. In casa Grignano l’attesa per tornare in campo è altissima: “Anche perchè i giocatori sentono davvero la mancanza del rettangolo verde – precisa Galbiati -. Lo capisco ogni giorno: mio figlio, 13 anni, soffre a stare chiuso in casa senza poter giocare, e non è il solo. Speriamo che nei prossimi giorni arrivino novità positive in merito”.
Fabio Spaterna