“Chiudiamola qui e annulliamo tutto, oppure si vada a oltranza, a costo di giocare a giugno e luglio”
. Non trova particolari dubbi Robi Radici, allenatore di un AlbinoGandino finito, a campionato fermo, sugli altari della cronaca per una partita, giocata lo scorso 09 febbraio e catapultata nella stretta attualità, tra verità oggettive (poche) e supposizioni (molte). Una gara che sa tanto di trait d’union perfetto, per chi ha tanta voglia di ricostruire l’intricato scenario antecedente al dilagare di Covid-19, pur potendo vantare esigue certezze. Da una parte la compagine seriana, di stanza al campo “Falco” di Albino e dunque nell’occhio del ciclone, con i paurosi dati che provengono da Nembro e Alzano Lombardo, con l’annosa faccenda dell’ospedale alzanese; più in generale, tutta la Media Val Seriana appare sotto assedio, con bollettini medici che appaiono più propri di uno scenario di guerra. Dall’altra, l’epicentro del primo focolaio registrato in Italia, Codogno e quel Codogno che recò visita all’AlbinoGandino appena due settimane prima dell’inizio dell’emergenza. Contattato per un parere, mister Radici respinge al mittente ogni illazione: “La vogliono chiamare “Partita zero”? Se il giornalista presenta delle prove certe per dare credito a queste str*****e, bene. Altrimenti, siamo al “Cervello Zero”. Mi sembra di stare nel ‘600, tanto che sono pure andato a rileggermi “I Promessi Sposi”. Capitoli 31 e 32: la ricerca degli untori. Il clima è un po’ questo e non lo condivo per niente. Se si va a cercare il “Paziente Zero” con finalità e modalità scientifiche, lo capisco. Ma se lo si fa, così tanto per farlo, magari per vendere qualche copia in più del giornale, la ricerca dell’untore non mi sta bene. Con quello che ha in mano, cioè poco, cosa va a scavare? E per che cosa? Anch’io, in questo periodo così tormentato, mi faccio le mie valutazioni e sono dell’idea che chi ha avuto l’influenza dal 09 febbraio in avanti ha contratto il Coronavirus. Ma è solo un’impressione, come un’impressione era e resta quella fornitaci da questo giornalista. Sono indignato, così come ho trovato la stessa indignazione nei colleghi che con me compongono il gruppo dei direttori sportivi dell’Eccellenza. Cosa ha voluto sollevare? Certi personaggi si attaccano a qualsiasi cosa pur di far leva sulla pancia della gente, sono avvoltoi”.
Nikolas Semperboni