A Zingonia si va avanti a suon di allenamenti individuali in attesa che Vincenzo Spadafora e Giuseppe Conte si decidano a decidere in merito al protocollo Figc per la ripresa di quelli di squadra. Congelata, quest’ultima, dall’ultimo decreto della Presidenza del Consiglio, nonostante fosse esplicitamente autorizzata da quello precedente. L’Atalanta si adegua all’andazzo istituzionale, leggi Comitato Tecnico Scientifico che fa orecchie da mercante ai rilievi dell’Associazione Nazionale dei Medici Sportivi, limitandosi a riferire che è ancora tutto come prima, ovvero dal 5 maggio scorso: non c’è stata la tanto auspicata rivoluzione, questo è il terzo martedì di fila secondo gli stessi parametri, in 13 su due turni, 4 contemporaneamente in campo, uno spicchio cadauno, con stretching, corsetta e palla.
Il ministro dello sport e il capo del governo tentennano, senza assumersi per adesso una decisione che dati e documenti alla mano avrebbe potuto e dovuto essere presa con congruo anticipo. Delle squadre di serie A il solo Parma è di fatto in ritiro. Proprio i maxi ritiri, ovvero 2-3 settimane insieme nei centri sportivi verso la ripresa anche del campionato, insieme al nuovo blocco a suon di quarantena per tutti in caso di nuovi positivi e non solo di questi, sono le note dolenti e al contempo la materia del contendere fra il mondo del calcio high level e le Istituzioni. Per non parlare dell’attribuzione di responsabilità circa i contagi e tutte le misure sanitarie al medico sociale.
In casa nerazzurra, al Centro Sportivo Bortolotti, sempre i soliti otto in isolamento, fin quasi alla fine della settimana (venerdì o sabato il via libera), e a lavorare a parte: Tameze, Ilicic, Pasalic, Gosens, Czyborra, Hateboer, Freuler e Djimsiti, tutti tornati a disposizione venerdì 8 dopo essere rincasati dalle rispettive residenze all’estero. Marco Sportiello, che di Coronavirus è guarito, da unico infettato della squadra, non fa training insieme ai pari ruolo Rossi e Gollini. Gli altri 13, comprese le strariserve Bellanova e Sutalo, sono gli stessi del 5 maggio. Spadafora e Conte, se ci siete, battete un colpo.