CANONICA D’ADDA –
Conoscere Gianluca Leo permette di avere l’immediata impressione che di fronte a sé si ha una persona che sa ciò che vuole, sicura dei propri mezzi e delle proprie conoscenze: insomma, uno con gli attributi. Per averne la conferma basterebbe chiedere alla popolazione di Trezzo, la quale ancora sta festeggiando lo storico traguardo raggiunto dalla Tritium: in soli tre anni di direzione sportiva, Leo ha contribuito alla tripla promozione della società, che ora si trova ai piedi del calcio professionistico. Ed è lui stesso a ricordare come è nato il sodalizio con il Presidente Camoni: «Sono entrato nella Tritium nel ruolo di Direttore Sportivo dopo le esperienze positive esperienze di Arzago e Treviglio: a quel punto il Presidente mi contattò per far ripartire la società e portarla nel calcio che conta. Per accettare la proposta, però, pretesi carta bianca e gestione totale su tutto e così costruimmo la società: il Presidente ha individuato alcune personalità chiave – spiega – mentre io mi sono occupato principalmente degli aspetti vicini al campo. Ho creato uno staff che è tutt’ora con me dopo che dalla Prima Categoria siamo giunti alla Serie D».
Tre anni di successi ed altrettanti salti di categoria sono quindi una discreta motivazione per giudicare positivamente quanto di ottenuto: «Credo che il bilancio sia forse fin troppo positivo: il progetto prevedeva l’arrivo in Eccellenza in tre anni, ma dopo che in due anni abbiamo stravinto i campionati di Prima e Promozione ci eravamo già arrivati dalla porta principale. Penso che arrivare in Serie D in tre anni in cui si è vinta ciascuna categoria sia stato qualcosa di leggendario che resterà nella storia. Il progetto era ambizioso però credo sia andato addirittura sopra le aspettative». Sicuramente, uno degli aspetti che ha contribuito al raggiungimento di questi traguardi è stata l’attività di mercato operata dal Diesse: «Gli unici due giocatori che sono rimasti dalla Prima fino all’Eccellenza sono Galbiati e Bertaglio: ogni anno, infatti, abbiamo cercato di migliorare pescando giocatori della categoria». Ciò nonostante, però, l’organico è riuscito a risultare sempre particolarmente compatto tanto da convincere Leo che si tratti di uno dei cardini del progetto targato Tritium: «Il gruppo è la base: abbiamo una forza interna che è il rispetto dei ruoli e la costante presenza della società nei vari momenti chiave. Si tratta di valori aggiunti che permettono alla squadra dare il 110%. In più non va sottovalutato l’ambiente della Rocca, il nostro stadio: questa storicità è un brio aggiuntivo». Proprio a tal proposito, Gianluca precisa quanto si sia evoluto il sostegno dei tifosi dall’avvio del progetto di Camoni ad oggi: «Inizialmente c’era un po’ di scetticismo in virtù anche di quella legnata che fu il fallimento una volta arrivati in C e l’assenza di una prima squadra per tre anni. Ora posso dire invece che abbiamo riconquistato appieno il pubblico e la città».
Tritium, però, non è soltanto prima squadra e Serie D bensì anche vivaio: «Il settore giovanile procede molto bene, anche perché quando è ripartita la Tritium c’erano poche squadre ed attività di base, mentre adesso la filiera è completata: abbiamo allievi e giovanissimi regionali d’élite e la juniores ha vinto il proprio campionato, quindi devo dire che il percorso è stato parallelo tra prima squadra e vivaio». Una particolare attenzione è poi rivolta al lato sociale: «Per quanto riguarda l’attività di base operiamo un lavoro sociale in cui prevalgono aggregazione, educazione e rispetto: sono questi i tre valori che cerchiamo di insegnare. Dopodiché con il salire di categorie incrementa anche la selezione operata».
Prima delle considerazioni finali, non si poteva non ritornare sui passi del trionfo playoff valso il salto in D. Secondo Leo, sono due gli episodi che hanno fatto scoccare la scintilla: «Quando abbiamo inanellato le sei vittorie nel finale del girone di ritorno a mio parere abbiamo capito che potevamo giocarcela con tutti, anche perché esprimevamo un bellissimo calcio quindi non avevamo paura di nulla. Poi abbiamo sempre cullato questo sogno e la vittoria col Nibbiono cita dato la spinta per capire che potevamo farcela. Dopo – aggiunge – sottolineerei che i ragazzi hanno disputato dei playoff eccezionali: è un gruppo fantastico».
Attualmente, la scia dei festeggiamenti si sta già tramutando in una squadra da rinforzare per una nuova sfida, e la società è già all’opera: «Abbiamo appena finito che già siamo al lavoro (ride, ndr): il primo passo è stato quello di confermare lo staff tecnico al suo completo e poi cominceremo ad effettuare i colloqui per inserire nuovi giocatori ed i giovani. L’obbiettivo sarà mantenere la categoria cercando di soffrire il meno possibile: sono tre anni di fila che siamo delle matricole, ma siamo al tempo stesso seri e sani per capire cosa dobbiamo fare, quindi di pressione non ne abbiamo».
Il cammino vincente della Tritium equivale anche alla conferma del potenziale di Leo nel ruolo di Direttore Sportivo che, prima di congedarsi, pesca nell’album dei ricordi un’immagine simbolica ed analizza un palmares da far invidia: «Sono stati tre anni splendidi: probabilmente l’abbraccio a fine partita tra me, il Presidente ed il vice allenatore Pizzoccaro che è con noi da tre anni sia l’emblema di ciò che abbiamo dato e trasmesso a questa squadra. Si tratta anche di una grande soddisfazione personale – conclude – perché comunque dei ultimi otto campionati ne ho vinti sette: a volte dicono possa essere fortuna ma una statistica del genere probabilmente mi porta qualche merito, specie se si considera che ho saputo fare bene in ben tre realtà come Arzago, Treviglio e appunto Trezzo. Diciamo che mi sono tolto alcuni sassolini dalle scarpe».
Luca Piroddi
Nelle foto Maraviglia due immagini di Gianluca Leo alla cena per i dieci anni di Bergamo & Sport