“L’ho vista uscire, mano nella mano, con quell’africano che non parla neanche bene l’italiano, ma si vede che si fa capire bene quando vuole”.

La Dea non è sicuramente il tipo di donna descritto da Vasco Rossi in “Colpa d’Alfredo”, ma senza ombra di dubbio è stata rapita in un batter d’occhio da un giovane giocatore di colore dai modi di fare travolgenti. Stiamo parlando di Musa Barrow: gioiellino della primavera nerazzurra sbocciato recentemente a suon di gol e grazie a prestazioni maiuscole. C’è chi lo paragona a Makinwa, chi ad Eto’o, chi lo definisce l’attaccante che serviva da tempo alla causa Gasperini, ma Musa non piroetta in campo. Musa vede la porta e tira. Non ha paura né di sbagliare né degli avversari. Musa inquadra il portiere e spara più forte che può. Il diciannovenne vanta l’essere spregiudicato, tipico sentimento della gioventù e la voglia di far bene a qualunque costo. L’escalation di Barrow è fulminea: la sua prima rete in Serie A contro il Benevento lo sblocca. Arriva il Genoa e Musa segna un gol spettacolare con uno scatto che rende onore ai più grandi nomi di centometristi africani. Ma è nella partita più difficile per l’Atalanta che Musa mette la sua firma sul tabellino dei marcatori dopo appena due minuti di gioco. A Roma contro la Lazio il gambiano è chirurgico nel destro che batte uno Strakosha in formissima. Numeri alla mano Musa Barrow promette bene, anzi benissimo. Quando Wayne Rooney fece il suo primo ingresso in campo con la maglia dell’Everton, mettendo a segno la sua prima rete in Premier League, si disse di lui: “Segnatevi questo nome”.
Rumors di mercato recenti pare dicano chiaramente che il nome di Barrow se lo siano già segnati in molti. Certo le strategie di mercato sono molto cambiate, ma perché riempire la testa a questo giovane ragazzo invece di farlo maturare giocando e lasciandogli tempo? Tempo al tempo, non rischiamo di bruciare un futuro talento. La sua avventura nella Primavera è un vero e proprio sogno: doppiette, triplette… chi più ne ha più ne metta, Musa le mette tutte in porta. Zingonia ha dato vita ad un altro giocatore di valore, l’ennesimo della lunga storia nerazzurra. L’Atalanta e la famiglia Percassi dimostrano a tutti quanto sia importante investire nel settore giovanile, l’oro del futuro. Il giocatore gambiano ha una storia bellissima alle spalle: nato in un sobborgo della capitale gambiana Banjul, Musa gioca a pallone per strada. Curioso il siparietto durante una sua permanenza in ospedale per qualche giorno di febbre con il dottore che vedendolo dormire abbracciato ad un pallone dirà di lui: “Diventerà per forza un calciatore”. E così è stato dopo che nell’estate del 2016 è approdato all’Atalanta. Barrow ha tanto da migliorare e tanto da lavorare. Si ispira al suo grande idolo Zinédine Zidane e magari studiando i filmati delle partite di Zizou potrebbero mettere a punto uno stop di palla più vicino al corpo così da permettergli una maggiore stabilità offensiva. Aspetti tecnici a parte il ragazzo ha fame di gol e di vittorie. È concentrato ed il suo impegno in campo è dovuto ad una profonda dedizione che fa di lui uno dei giovani più interessanti del campionato. Musa non parla tanto bene l’italiano, ma si fa capire bene, anzi benissimo quando calcia in porta.
Mattia Maraglio