Una cardiomiopatia aritmogena, mai riscontrata ai controlli medici, ce lo rapì 9 anni fa sul campo, a Pescara, da giocatore del Livorno entrato dalla finestra di gennaio. Era dell’Udinese, in prestito, come per la maggior parte di una carriera spesa (Bologna, Vicenza, Reggina e Padova) a faticare nel vivo del gioco. Piermario Morosini, orfano di padre e madre persi in giovanissima età, dedicatario della Curva Sud dello stadio di Bergamo per deliberazione del Consiglio comunale a due giorni dalla tragica scomparsa, è stato commemorato oggi dai profili ufficiali dell’Atalanta. Società che fu la sua culla dai 9 ai 19 anni, con scudetto Allievi Nazionali nel 2002 sotto Alessio Pala e le finali Primavera perse nel 2005 contro la Roma, senza esordire in prima squadra. Dal 2009, cartellino per intero alle Zebrette.
“Piermario Morosini sempre con noi”, titola la nota sul sito del club. “Il tempo passa, ma il suo ricordo resterà sempre nei nostri cuori, più vivo che mai. Il 14 aprile 2012, a Pescara, veniva a mancare Piermario Morosini – si legge -. Sono passati nove anni, ma sembra ieri… Il Presidente Antonio Percassi e tutta la famiglia Atalanta lo ricordano con immutato affetto. Piermario sempre con noi”. Morosini, bergamasco di città del quartiere Monterosso, nato il 5 luglio 1986, aveva dovuto sopportare colpi durissimi nella vita personale: lasciò la fidanzata Anna Vavassori, di Borgo Santa Caterina, e la sorella disabile Maria Carla, dopo aver perso i genitori Camilla (2001) e Aldo (2003) oltre al fratello anch’esso disabile. Tifoso della Sampdoria, cresciuto nella Polisportiva Monterosso, ebbe una carriera breve senza troppi squilli a dispetto di una presenza in Coppa Uefa in Levski Sofia-Udinese (QUI il tabellino e il resoconto del match) in cui (allenatore Loris Dominissini, sostituto di Serse Cosmi che l’aveva fatto esordire in A) segnò Fernando Tissone. 153 partite e 1 gol da professionista, ma anche la trafila azzurrina dall’Under 17 fino al bronzo agli Europei svedesi del 2009 in Under 21.