C’è questo ragazzo che ha i ricci tutti intorno e un terzo dei miei anni. Arriva dal mare e ha due borse piene zeppe della frutta di sua mamma. Ha parole e sorrisi, ha tre abbracci sul balcone mentre mi chiede di smettere di fumare, ha un sacco di tempo per ridere, cantare, ballare e suonare. E mi insegna l’amicizia.
L’ultima volta che ho lasciato la Riviera è corso dalla spiaggia. Stava di fronte alla Pandona Aranciona e aveva gli occhi lucidi, bagnati dal pianto. Diceva: “Ma Matti torna presto, che accanto a te il mondo ci fa ridere”. Gli ho detto: “Vieni su, che la mia casa è la tua casa. E lo sarà sempre, persino nel tuo giorno peggiore, che arriva per tutti, anche per i migliori. E quando ti capiterà, ricordati di ricordare che non sei solo”. E ieri questo ragazzo coi ricci tutti intorno era alla mia porta. Aveva una valigia rossa che profumava di sale e un portafoglio pieno di monete per portarmi alla partita.
C’è questa prima volta che non ho avuto mai. Ho amici in ogni dove, a Bergamo, a Lecco, a Milano e a Roma, lungo le mie notti insonni, battute e calpestate, tra le mie frasi e sul dorso delle mie parole, sui fiori della ferrovia annaffiati dalla musica alla radio, nei sassi fatti saltare dentro al fiume. Ma tutti gli amici miei hanno la mia età, i miei acciacchi e i miei guai, gli impegni tutti in fila, l’ufficio e le sere del calcetto, i figli grandi e forti, ma ancora da prendere e portare, l’aperitivo le sere di maggio, i rimpianti al miele guardando la luna appoggiarsi dolcemente tra le case della città, il sogno di scappare un mese a Cuba per ballare sull’oceano con Hemingway e Santiago.
Ma c’è questa prima volta, che per me si chiama Meo, che ha i ricci tutti intorno e che è speciale, con l’anima del sole. Mi insegna l’amicizia, che non ha un’età, non ha una regola, ma manco una ricetta, neppure fosse quella che fa un famoso chef. Lo dice coi suoi occhi, che a volte è solo il cuore.
Matteo Bonfanti
Nella foto: Meo a Bergamo