di Matteo Bonfanti
Sulla carta la migliore delle avversarie possibili, per di più in casa, e con la sicurezza dei giorni migliori dopo aver superato indenne anche l’ostacolo Casazza. Non sappiamo se il presidente D’Adda abbia già stampato le magliette celebrative per l’approdo in Eccellenza, di certo c’è che la Stezzanese di mister Parati ha un match point colossale.
Dei magici rossoblù ne parliamo da un bel po’, giusto però ricordare le puntate precedenti, sul modello delle serie tv: allenatore bravissimo, ma poco conosciuto dagli addetti ai lavori perché da anni impegnato nei settori giovanili, squadra giovanissima, due certezze, Mattia Malanchini e Roberto Maffioletti, e tanti baby, veri e propri punti di domanda, e quindi pronosticata in estate quale una delle pericolanti. Parte il campionato e i ragazzotti di Stezzano dimostrano di avere tutto il meglio possibile: classe, cuore, ma, soprattutto, carattere da vendere. Ora questo meraviglioso gruppo di indomiti è a una vittoria dalla promozione matematica. Salto inaspettato quanto strameritato in uno dei gironi più forti di sempre, con una Vertovese e una Pradalunghese che primeggerebbero persino in Eccellenza, poi Casazza, Colognese, San Paolo, Ponteranica, Lemine, Fiorente, tutte ambiziose, costruite alla grande, zeppe di big del nostro calcio.
Se vince domenica la sfida col Pontirolo, la Stezzanese conferma il pensiero stupendo atalantino: non servono investimenti milionari (vedi Inter) se hai un settore giovanile coi controcoglioni. I campioni li trovi lì, già belli costruiti, spulciando tra gli juniores o gli allievi, pronti e nel fiore degli anni, quando corrono a velocità tripla rispetto agli avversari, che magari hanno il nome, ma ormai sono sul viale del tramonto.
Facciamo dei nomi, che altrimenti sembra che raccontiamo il calcio a vanvera. La stella è Davide Breviario, piedi raffinati, tecnica da urlo, gol nel sangue, classe 1998, probabilmente l’attaccante più forte oggi in Promozione. Il più “vecchio” della rosa è Uriel Salvi, 1989, professione portiere paratutto, decisivo quanto un bomber. Matteo Piantoni, fantasista e fulcro del gioco offensivo, costantemente menato dagli avversari a cui nasconde sempre la sfera, è un 1998. Il prodigio Giacomo Daleffe, ala che spinge come un forsennato e che crea superiorità numerica, è un 1997, Daniele Castelli, il mediano dei sogni, l’otto che corre a tappare qualsiasi buco, ma che ha pure una bella mina, è un 1996. Michele Morelli, terzino attento, preciso e ordinato, quello che viene definito da noialtri una sicurezza, è un 1996. Gli esperti, i ragazzi che trascinano la baracca quando va in difficoltà, si chiamano Davide Amigoni che ha 23 anni, Roberto Maffioletti, anche lui 23, e Marco Ruggeri che ne ha appena 21.
Che dire? Largo ai giovani, che al 99,9 per cento domenica brinderanno a una magica promozione in Eccellenza. Chi sarà lì, penserà all’Atalanta, altra stupenda banda di baby campioni. I due club bergamaschi stanno rivoluzionando il pallone con l’idea che i fenomeni non si comprano, ma si costruiscono. Applausi ai due presidenti, D’Adda e Percassi, e ai due mister, Parati e Gasperini, che non hanno paura di buttare nella mischia dei ragazzi giovanissimi.